La discesa sotto i confini dell’Ω (subohm, PV meccanici, esplosioni e altre cose)

Buonasera ragassuoli!
Approfitto del mio tempo libero periodico per cercare di completare il discorso sulla potenza, le coil ecc.
Questa bloggata si congiunge alle altre due che ho già scritto, per terminare la trilogia 😀

La prima parte riguarda infatti il concetto di potenza su superficie, lo potete trovare qui.

La seconda parte, pubblicata ieri, riprende lo stesso discorso da un altro punto di vista, facendo presente perchè non abbia senso porsi dei limiti di potenza fissi e per giunta espressi in volt.
La potete trovare qui.

Ora invece vi parlo di un altro fenomeno che leggo nell’internet, fortunatamente un po’ diminuito negli ultimi tempi, ovvero la ricerca del basso valore di ohm, come se fosse un obiettivo inderogabile.
Sembra una sorta di “discesa sotto i confini dell’ohm”.

La mia mente malata ha quindi iniziato a viaggiare, dopo che l’aveva già fatto con la “zona della morte” di ieri 😀
Mi sono immaginato questo timido vaper neofita che percorre una scalinata verso il basso, sempre meno illuminata, con i valori di ohm scritti sulle pareti che diminuiscono ad ogni scalino, finchè giunge al mistico confine:

1 Ω

Che fare a quel punto? Scendere ancora?
Cosa si cela oltre questo numero?
E’ moda, mistero, realtà, o che altro?
Vale la pena violare questo confine?
Perchè in tanti cercano apposta di sorpassare questa soglia?
Che problemi ho per immaginarmi tutto ciò? 😀

Vediamo di scoprirlo insieme 😉

 

https://i0.wp.com/ipadfiends.com/wallpaper/download/101-dark-staircase.jpg

Ecco come mi sono immaginato il “viaggio nel subohm”
Certo, ho dei problemi, mai negato di averli 😀

 

Dicevamo quindi: neofita, scalinata, scendiamo via via i valori, e arriviamo al subohm, ovvero “sotto ohm”.

Meglio ancora: sotto UN ohm.

0.95 Ω? E’ subohm.
0.42 Ω? E’ subohm.
0.01 Ω? E’ cortocircuito 😀
Ma è anche subohm.

Ok, ma esattamente, a che serve il subohm?

UN PO’ DI STORIA
(tubi meccanici, nascita del subohm ecc.)

 

Parto dall’inizio per darvi l’idea generale, così poi forse è tutto più chiaro.
In questa spiegazione non ho modo di dirvi a che parte della bloggata saltare per tagliare corto, perchè non c’è un vero e proprio concetto chiave, è più un discorso rilassato che scrivo nel tempo libero…leggetela come più vi aggrada 😉

Vi avviso già che ho scritto molto, ma ho suddiviso tutto in capitoli.

Parto dicendo che accolgo la richiesta di Fabrizio, che sul gruppo FB di Svapo Queen mi ha bacchettato perchè non scrivo abbastanza spesso (hai ragione!) e mi ha proposto di parlare dei dispositivi meccanici.
Mi pare una bella idea che sta perfettamente con il resto del discorso.

 

fabrizio tubi meccanici

 

Praticamente in due commenti ha riassunto tutto quello che ruota intorno al subohm, e in parte quello di cui vi voglio parlare.

Oltre alla spiegazione “tennica”, c’è anche tutto il discorso che lui giustamente definisce “culturale”, ovvero vorrei che attraverso il mio blog la gente capisse che lo svapo non è un gioco.

Ha sicuramente un aspetto ludico, tipo le gare di cloud chasing, ma ogni bel gioco…dura poco?
No, può durare anche tanto (che razza di proverbio è, in effetti?!), ma ogni bel gioco ha le sue regole, che vanno rispettate per divertirsi come si deve.

Lo svapo non fa eccezione: può essere divertente, può essere un hobby, può diventare anche una competizione, ma bisogna conoscere e rispettare le regole che lo fanno funzionare.
Anche perchè non sono regole “umane”, bensì sono “naturali”: parliamo di fisica, che se ne frega abbastanza di quanto l’essere umano sia o meno d’accordo con lei.

ignorantia legis non excusat“, il che è particolarmente vero per l’elettrotecnica.

Bene, torniamo a noi.
Dicevamo, il subohm è nato con i dispositivi cosidetti “meccanici”, per una sua precisa utilità.
I meccanici infatti sono tubi o box in cui NON C’E’ CIRCUITO.
Niente display con tanti numerini e lettere, niente icona della batteria, niente tastini per alzare e abbassare i watt…niente.

Concettualmente sono dei contenitori conduttivi con dentro una batteria.
Hanno un attacco per l’atom e un tasto di attivazione, fine dei discorsi.
Quando premete il tasto, chiudete il circuito e prelevate corrente dalla batteria, nè più nè meno di come farebbe una torcia, o come si faceva alle elementari con gli esperimenti di elettrotecnica, quando si collegava la batteria alla lampadina. (si fanno ancora a scuola ste cose? Spero di sì, io le facevo ed era bello).

Insomma, un funzionamento molto basic, forse la forma più semplice di circuito elettrico.

 

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Esperimenti simpatici che facevo da bambino.
Un meccanico funziona allo stesso modo, ma senza i fili
(no, non è wireless)

Si è dunque presentato il problema di dover svapare avendo al massimo 4.2 volt, e al minimo 3.3 volt, ovvero quello che la batteria può offrire, senza artifici applicati dal circuito.
In realtà si potrebbe anche scendere sotto i 3.3 volt di carica, ma è poco saggio farlo, poichè oltre una certa soglia (circa 2.7 volt) la batteria si danneggia e rischiate di buttarla, oltre che di farvi male.

Il circuito delle box e dei tubi elettronici si occupa infatti, tra le altre cose, di elevare e diminuire i volt che arrivano all’atomizzatore, nonchè di bloccare l’erogazione quando si raggiunge la soglia dei 3.3 volt o dei 3 volt a seconda del modello.

Per fare un esempio, la mia eVic Mini arriva a 9 volt massimi, partendo da 4.2 volt di batteria carica, che però possono anche essere 3.3 quando la batteria è ormai scarica.
Riesce dunque quantomeno a raddoppiare i volt in erogazione, e a farlo nonostante i volt della batteria diminuiscano, fornendomi costantemente i volt di cui ho bisogno per svapare sempre alla stessa potenza.

Tutto ciò con un meccanico non avviene, perchè come dicevo, non c’è alcun circuito che fa da mediatore.

Dunque, come ci insegna la legge di Ohm, l’unica via per avere più o meno potenza è abbassare o alzare il valore di resistenza, se non possiamo toccare i volt.

Di fatto potremmo dire che i dispositivi meccanici vengono “regolati” dal valore della resistenza, che però non è modificabile in tempo reale, e dunque va deciso a monte.

Insomma, quando si rigenera un atom da mettere su meccanico, o quando si sceglie la testina da usare su meccanico, ci si fanno due conti e si decide che valore di ohm è adatto per la potenza che vogliamo ottenere.

E qui scatta il discorso del subohm.

Ricordiamoci sempre che la potenza è data dai volt al quadrato divisi per gli ohm della resistenza.
I volt oscillano, come abbiamo detto, tra i 4.2 a piena carica e i 3.3 che useremo come limite inferiore.

Proviamo a fare i conti con una coil da 2 ohm:

(4.2 x 4.2) : 2 = 8.82 watt

Vorrebbe dire che con la batteria piena a cannone PARTIAMO da meno di 9 watt.
Troppo poco, direi, considerando che quando è a metà carica (diciamo 3.7 volt) ci fornirebbe 6.8 watt.
Non parliamo poi di quando è scarica: 5.4 watt, meno di una eGo.
No, troppo scarso.

Abbassiamo e proviamo con 1.5 ohm:

(4.2 x 4.2) : 1.5 = 11.76 watt

Mmmm, già meglio, ma a metà batteria saremmo a 9 watt…boh, mi può andar bene con un atom “di una volta”, ma ora come ora farei una nuvoletta striminzita.

Ok, le decisioni sono prese…SCENDO SOTTO L’OHM.

Proviamo con 0.7 ohm:

(4.2 x 4.2) : 0.7 = 25,2 watt

Oh, questa sì è una bella potenza!
E quando la batteria è scarica?
Beh, diventa (3.3 x 3.3) : 0.7 = 15.5 watt

E’ decisamente un ottimo intervallo di valori.
Con l’atom giusto, che mi permetta di farlo, significa che parto a 25 watt circa e arrivo alla fine che ne ho 15.5, che è comunque una svapata sveglia.

Ecco spiegato il perchè del subohm, l’originale motivo per cui si è deciso di fare resistenze così basse come valori.
Era semplice questione di necessità: se vuoi avere un minimo di sostanza e sei vincolato sui volt che puoi chiedere, l’unica è giocare sul valore di resistenza.

Tra l’altro, questo conto che vi ho fatto è teoricamente giusto, ma praticamente sbagliato, perchè non ho volutamente tenuto conto di un’altra cosa importantissima nel mondo dei dispositivi meccanici: la conduttività del tubo o della box.

Intendo dire che a seconda del materiale di cui è fatto il tubo o la box meccanica in questione, avrò più o meno resistenze parassite che si “rubano” i volt utili.
Insomma, se ho un tubo fatto di rame è una cosa, se ho un tubo di ferraccio è un’altra cosa, se infine è fatto con la farina integrale probabilmente non avrò sta gran conduttività 😀

Dunque i 4.2 volt, nella pratica, non si avranno mai.
Saranno forse 4.1, o anche 4, o meno, ma di sicuro non 4.2.

Quindi tutti i conti fatti sopra sono ottimistici e andrebbero ritoccati verso il basso.
Vedete voi quindi cosa ne uscirebbe usando coil con valori molto sopra 1 ohm.

 

Come si può vedere dalle collezioni delle foto qui sopra, i tubi meccanici, oltre che essere molto affascinanti nell’estetica, vengono a volte fatti in rame proprio per cercare di migliorare il più possibile la conduttività del tubo stesso, che di fatto funge da collegamento tra la batteria e l’atom.
Niente fili insomma, il tubo stesso è il filo.
Conviene quindi che sia di un buon materiale.
Su questo discorso alcuni produttori ci hanno giocato un po’, diciamolo, nel senso che ok il buon materiale, ma si è visto che anche tubi clonazzi fatti con metalli misteriosi e di sicuro non pregiati, avevano un’ottima conduttività.
Quindi ok essere scrupolosi, ma oltre un certo livello è più fissazione che altro.

Esistono ovviamente anche le box meccaniche, che funzionano secondo la stessa logica.

IL SUBOHM MODERNO…

 

Ok, abbiamo visto quindi che il subohm ha molto senso di esistere se si usa un dispositivo meccanico (che sarebbe più giusto chiamare elettrico, ma vabbè).

Ma che senso ha usare il subohm se magari si usa una box elettronica?
Dopotutto abbiamo visto che un circuito può erogare una potenza a piacimento su un valore di ohm a piacimento, stando entro le specifiche tecniche del circuito.

Tradotto in parole semplici: su un meccanico ho il vincolo dei 4.2 volt massimi, ma su un elettronico troverò delle specifiche del tipo:

“voltaggio: da 1 a 9 volt”
“resistenze: da 0.1 a 3 ohm”

Quindi alla faccia dei 4.2 volt, un dispositivo elettronico è capace di darmi un intervallo di valori ben più ampio, dicendomi pure che posso usare resistenze bassissime o anche belle alte, che tanto lui va lo stesso.
Ha quindi senso fissarsi su valori di resistenza inferiori a 1 ohm?
In effetti no, ma il subohm “moderno” è più che altro uno stile di svapo, che i produttori di testine hanno adocchiato subito.

E’ infatti uno stile che prevede l’uso di:

  • fili grossi per fare le resistenze
  • conseguenti valori di ohm bassi (occhio, CONSEGUENTI)
  • potenze elevate, necessarie a scaldare un filo grosso
  • grande portata d’aria sull’atomizzatore (cioè canali dell’aria abbondanti)
  • tiro di polmoni (cioè inalazione in stile “boccata di ossigeno dalla mascherina”)

Rifacendomi alle due bloggate che ho scritto sulle resistenze e sulla “zona della morte”, viene fuori che con un filo grosso ho molta più superficie, cioè posso vaporizzare molto più liquido, e quindi riuscirò a fare i “nuvoloni”, complice anche un forte ingresso di aria nell’atom, fondamentale per produrre litri e litri di vapore.

Il risultato finale sarà una cosa del genere:

Può piacere o meno, dato che è uno stile di svapo sicuramente scenografico (anche l’occhio vuole la sua parte), ma che sottopone il corpo a una certa dose di stress: l’inalazione profonda di certo non fa tanto bene ai polmoni, che si beccano più vapore per più tempo rispetto al classico “tiro di guancia”.

Inoltre occhio alla nicotina: si inala più vapore e se ne assorbe di più, dunque la concentrazione di nicotina va abbassata, per non avere spiacevoli malori.

Ecco il perchè del “subohm moderno”.

Non è quindi fatto per necessità di potenza, bensì è fatto per “necessità di vapore”.
E di nuovo, non mi stancherò di dirlo: il basso valore di ohm, inferiore a 1, NON E’ L’OBIETTIVO DA CUI PARTIRE, bensì è la NORMALE CONSEGUENZA DELL’UTILIZZO DI FILI GROSSI.

Quindi una domanda del tipo:

“Come devo fare per alzare di più la potenza e fare tanto fumo?

Dovrebbe ricevere come risposta:

“Devi usare un filo grosso, e comunque è vapore, non fumo

E NON:

devi abbassare gli ohm

Questo perchè “devi usare un filo grosso” lascia poco spazio ai dubbi, mentre “devi abbassare gli ohm” si può ottenere anche usando meno filo, ma sempre sottile.

Questo è lo scenario più disastroso: il poveretto cerca di abbassare gli ohm, magari si accorge (o gli dicono) che se fa meno spire ottiene resistenze più basse, e quindi anzichè usare gli stessi centimetri di filo, ma più grosso, usa meno centimetri, ma del solito filo sottile che usava prima.

A quel punto, tutto orgoglioso della sua coil da 0.6 ohm fatta con 3 spire di 0.32, alza la potenza dai 15 watt a cui era prima, fino magari a 30 watt o più come fa “la gente su Fisbuk che fa tanto fumo”.
E a quel punto i watt/mm2 si fanno notevoli, e lui il fumo lo farà veramente, ma non perchè sbagli parola, bensì perchè incendia il cotone.

Questo perchè il valore di ohm di una resistenza è influenzato da DUE cose:

  • La lunghezza del segmento di filo usato
  • La sezione del filo usato

Le relazioni sono le seguenti:

  • Più un filo è lungo, più ohm fornisce
  • Meno un filo è lungo, meno ohm fornisce
  • Più un filo è grosso, meno ohm fornisce
  • Meno un filo è grosso, più ohm fornisce

Per dirla in termini matematici e meno confusionari:
gli ohm sono direttamente proporzionali alla lunghezza e inversamente proporzionali alla sezione.

Ho segnato in rosso la soluzione sbagliata per fare “subohm” nel senso moderno, e in verde la via più corretta per non farsi male.
Ricordate sempre che è la superficie di vaporizzazione che conta.

 

https://pp.vk.me/c631522/v631522404/13600/93Vdf7GmQL8.jpg

“MAMMA VOGLIO FARE IL SUBOHM”

“OK TESORO, PERO’ STAI ATTENTO”

 

Dunque, abbiamo chiarito cosa sia il subohm, abbiamo detto che su meccanico serve per far funzionare il tutto, e su elettronico non è necessario, ma è diventato uno stile di svapo, che i produttori di atom e testine contribuiscono a portare avanti (con mio notevole disappunto, peraltro).

Sono contrario al subohm come stile di svapo?

Mah, di per sè no, tant’è che ho un Bellus, un Aromamizer e un Griffin, ottimi esponenti di questo tipo di svapo.

I problemi sono tre:


Il primo
è che il mercato da parte dei produttori si sta quasi interamente spostando su questo tipo di atomizzatori, dimenticando che lo svapo di guancia, magari aromatico, piace ancora molto a tante persone, che però faticano a trovare atom adatti.
Insomma, si sta riducendo la scelta, e questo mi urta.

Il secondo problema è che il subohm è una carneficina di batterie, liquido e hardware, nel senso che consuma molta carica di batteria, consuma molto liquido e richiede dispositivi adeguati, costringendo magari a cambiare il tubo o la box ancora ben funzionante, ma troppo poco potente.

Il terzo problema, a parere mio il più grave, è che il subohm è più stressante per l’hardware rispetto al classico svapo di guancia, ma non tutti lo sanno, e troppa gente vuole “fare subohm” non avendo nè le conoscenze adeguate, nè l’hardware giusto, attirata solo dall’aspetto scenografico della questione.
Le conseguenze si pagano poi sulla propria pelle.

Dunque ora proverò a dare qualche dritta per cercare di evitare danni a qualche anima buona che leggerà le mie parole.
Non pretendo di dare una lista esaustiva, ma di certo è meglio che affidarsi al caso.

Nel subohm quel che viene più stressato è:

  • La batteria
  • La coil
  • Gli isolatori dell’atom
  • I cablaggi della box/tubo

 

Riguardo alle batterie ci ho scritto un pezzo, leggibile cliccando appunto su “batterie”.
Il riassunto è: usate batterie di buona qualità, fatte dai produttori mondiali famosi (LG, Samsung, Sony, Panasonic), con una effettiva scarica in ampere adeguata alle potenze che vi servono (non fidatevi per forza di quel che c’è scritto sull’etichetta), che abbiano una chimica sicura, non siano danneggiate e siano sempre “ruotate” se fanno parte di un setup doppio o triplo.

Riguardo alla coil, beh, tutto quel che ho detto finora e negli altri due pezzi che ho linkato all’inizio della pagina.
Il concetto però più importante è: usate fili grossi e controllate sempre il rapporto potenza/superficie, magari usando Steam Engine.

I fili sottili (0.2 – 0.25 – 0.32) non vanno bene per fare ste cose.
Sono più o meno ok per un subohm su meccanico, ma NON vanno bene per sparare 80 watt e fare i nuvolazzi.
Inoltre, assicuratevi SEMPRE di avere un buon pescaggio di liquido.
Non ve ne fate niente di avere la coil più figa della Terra, con tutte le spire ben distanziate e un filo grosso come un mignolo, se poi il cotone non tocca tutte le spire, o magari impacca i canali del liquido e quindi va in secca.
Infine, ricordate sempre che per raffreddare bene serve ARIA, tanta aria, quindi non esiste che facciate subohm con l’aria chiusa perchè “a me piace il tiro di guancia”.
O tiro di guancia, o subohm.
Subohm con tiro di guancia porta solo a surriscaldare tutto.

Altra precisazione, così mi tolgo tutti i sassolini ( 😀 ):
le coil in nichel, o in acciaio, NON SONO SUBOHM.

Sì, sono sotto 1 ohm, quindi dal punto di vista lessicale sono subohm, ma non rientrano nello stile di svapo “subohm”.
Non provate a pensare qualcosa tipo “beh, potrei usare il nichel così vado a 0.12 ohm e sai che nuvoloni che faccio!”.
Non è così che si fa 😉
Ni200, acciaio, titanio sono fili nativamente meno resistivi del kanthal, ecco perchè vanno così fortemente in subohm, come valori di resistenza.
Il problema è che la superficie del filo rimane piccola, quindi non pensiate che questa sia la scorciatoia facile.

Riguardo all’atom, beh, non tutti gli atom sono adatti a fare subohm.
Un Griffin è ok, uno Zephyrus è ok, un Kayfun Lite Plus proprio no. Un Nautilus nemmeno.
Non pensiate che per fare subohm basti alzare a cannone i watt e vai con la nube.
Serve un atom progettato per farlo, con canali del liquido abbondanti, fori dell’aria abbondanti, ISOLATORI ben dimensionati.
Se l’atom non è stato pensato per questi usi, e voi gli fate passare troppi ampere dentro, rischiate di fondere tutto.

Riguardo ai cablaggi non è che ci possiate fare molto, a parte comprare una box o un tubo che siano pensati per le elevate potenze.
Ci sono prodotti con cablaggi migliori e più grossi, e prodotti più andanti con cablaggi che reggono meno.
Informatevi prima, perchè non basta che ci sia scritto “150 watt” sulla scatola, per garantirvi che poi superati i 100 watt non salti tutto.

Esempio recente, che spero sia stato risolto, ma che è balzato agli onori della cronaca svapereccia: la Wismec Reuleaux DNA 200 può appunto arrivare a 200 watt.
Il problema è che secondo Evolv (azienda produttrice del DNA 200) i cablaggi che qualche mese fa utilizzava Wismec potevano essere meglio dimensionati per quelle potenze.
Niente di tragico eh, però è il primo esempio che mi è venuto in mente riguardo all’hardware che non per forza è “perfetto” per gestire certe potenze.
Qui stiamo parlando di Wismec ed Evolv (gente comunque di un certo calibro), figuriamoci cosa può succedere con dispositivi semi sconosciuti che promettono potenze degne di un microonde.
Quindi occhio, mi raccomando.


Comunicato di Evolv riguardo ai cablaggi della Reuleaux DNA 200

 

LE TRAGGGEDIE DEL SUBOHM

 

“…e poi boh, stai svapando ed esplode tutto.”

 

 

Queste sono alcune immagini pescate dalla rete.
Gente ferita, muri bruciati, pezzi di tubi ovunque…un disastro.

Può succedere sul serio, o sono le solite sparate dell’internet?

Beh, sì, può succedere sul serio.
Ma state tranquilli: può succedere anche con i cellulari.

Ah ok, perchè a me rilassa un sacco svapare mentre mi sento con gli amici su Messeng…oh shit!” 😀

Ok, l’ho messa sul tragicomico, ma le ecig possono esplodere veramente, così come possono esplodere veramente anche i cellulari.
Guardare questo screenshot per credere, con articolo consultabile qui.

galaxy s3 esplode.png

Forse non ci pensiamo, ma i cellulari e le ecig hanno una cosa che li accomuna: le batterie.
Non sono le stesse, d’accordo, ma sempre batterie restano.
Le batterie sono energia incapsulata, è materiale potenzialmente esplosivo.

Appurato quindi che le batterie possono esplodere, dobbiamo anche dire che non è così frequente che accada, anche se ultimamente i media stanno proponendo notizie di ecig che esplodono un giorno sì e uno anche, manco fossimo in Siria.
Mah, misteri degli organi di informazione…

In ogni caso, è giusto essere al corrente di quel che potrebbe succedere, ma è anche importante dire che se tutto viene fatto a modo, questo rischio si abbassa tantissimo.

Perchè dico tutto ciò?
Perchè con il subohm e in meccanico le batterie possono essere messe parecchio sotto sforzo, e nel mondo dello svapo è questo l’ambito in cui gli incidenti possono causare più danni.

Il motivo è semplice: non c’è elettronica che ci protegga e si raggiungono elevate potenze, magari prelevate da una sola batteria.

Come tutelarsi, nel caso in cui si voglia andare di subohm spinto su meccanico?
Direi che i punti minimi sono questi:

  • Usare batterie di qualità
  • Calcolare con la legge di Ohm qual è il valore più basso di ohm che NON devi superare
  • Non tirare al limite le batterie
  • Non sovrascaricare le batterie
  • Non usare batterie danneggiate, schiacciate, sbucciate ecc.
  • Guardare sulla tabella di Mooch qual è la scarica continua tollerabile delle batterie
  • Non fare tiri giga lunghi da 47 secondi: più la batteria eroga, più si scalda
  • Usare la testa
  • Usare tubi o box di qualità, che perlomeno abbiano un tasto decente
  • Se possibile, usare box con batterie in parallelo
  • ATTENZIONE AGLI ATTACCHI IBRIDI

L’ultimo punto è il più insidioso, forse.
Ci sono infatti dei tubi meccanici, tipo il 4Nine, o delle box, tipo la Noisy Cricket, che hanno l’attacco dell’atom fatto in modo che il pin dell’atom tocchi direttamente sulla batteria.
Il problema è che se il pin positivo dell’atom non sporge abbastanza dalla filettatura 510, di fatto si mette in corto circuito la batteria appena lo si avvita.
A quel punto è un attimo, e si rischia sul serio il botto.

Quindi occhio a questo tipo di attacchi, perchè sono potenzialmente molto pericolosi.

Esempio di attacco ibrido: è in pratica un buco, e il pin dell’atom tocca direttamente la batteria

 

Penso sia tutto.

E’ stata lunga, ma ce l’ho fatta.
Spero di non aver detto castronate, dato che era tanta roba da discutere e gli argomenti non sono una barzelletta, in caso fatemele notare e provvederò a correggere.
Inoltre ringrazio fin da subito tutti quelli che hanno avuto la pazienza di leggere fino a qui…avete la mia stima e vi ringrazio per averlo fatto.

Vista la faticaccia, vi chiedo di condividere questo pezzo su social network e pagine varie, se vi è piaciuto e lo ritenete utile.

Infine, vi lascio con l’usuale dolce compagnia della vaperessa finale, questa volta accostata ad un fanciullo che spero diletti l’occhio anche dei gay, delle signore e delle signorine che avranno la pietà e la pazienza di leggere tutto.
I ragazzi non sono il mio ambito, ma il soggetto mi è sembrato ben costruito e gradevole, quindi perlomeno apprezzate l’impegno nel provare a scegliere qualcosa di bello 😀

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Un saluto e una buona nottata a tutti,

Mat

33 thoughts on “La discesa sotto i confini dell’Ω (subohm, PV meccanici, esplosioni e altre cose)

  1. Ottimo, tutto. Davvero. Anche a me piace la patata, ma devo contestare che il ragazzo alla fine non svapa 😉
    Il problema di troppi è che vogliono la “pappa pronta” e non sono disposti a fare il minimo sforzo per cercare in rete, nemmeno oggi che non serve più sfogliare libri per avere informazioni ma pigiare tasti e cliccare link. Ti chiedono “che filo devo usare / quante spire devo fare per avere una resistenza di…” – gli posti il link di steam engine, ti rispondono “ok, non ci capisco nulla: quante spire devo fare per avere…”. Gli dici di usare “Vape Tool”, ti rispondono “Ma io ho un I-phone”.
    Senti due tonfi, di poco distanziati l’uno dall’altro: sono le palle che ti sono cascate a terra.

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  2. Complimenti per la qualità dell’articolo. Purtroppo per informarsi su canali come social e internet in generale è necessario molto tempo, che in tanti non hanno o che, soprattutto per pigrizia, non sfruttano correttamente. Svapo ormai da anni, ma fedele ai “metodi tradizionali”, che tramite ciò che ho imparato ritengo abbastanza sicuri (all’inizio c’erano meno tipologie e forse era davvero più semplice), sempre considerando che bisognerebbe approfondire il mondo dello svago con studi scientifici reali e non “di parte” (seeeeeee addio), ma adesso che sono intenzionato ad “andare oltre”, se così si può die, trovo i tuoi articoli, e in generale questo forum, davvero di qualità, che definirei scientifica. Alla fine in una società in cui solo il più forte sopravvive, mi viene da dire a chi non legge e non si informa nel modo corretto…..azzi tuoi. Prendila come una battuta, ma credo che un commento del genere ad una persona seria e fiera di ciò che scrive possa fare piacere. Complimenti ancora e un saluto.

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    • Ciao Dario!
      Perdona il ritardo nel risponderti, sono stati due giorni un po’ impegnati 🙂
      Grazie mille per i complimenti, io cerco sempre di scrivere cose il più possibile basate su prove o concetti comunque dimostrati.
      Proprio perchè l’internet è pieno di roba, e questo è in realtà un problema, sto cercando di accorpare e mettere giù schematicamente i concetti che ritengo più importanti per lo svapo.
      Son felice che ti servano 🙂

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  3. Post illuminante, grazie davvero, è la prima volta che ti leggo e credo questo blog è già tra i preferiti. Una domanda al volo, premetto che sono una super nabba e probabilmente a te e ad altri sembrerà una domanda del piffero ma: Quindi se su un tubo meccanico metto due coil da, per esempio, 0.3 ohm avrò un totale di 0.6 ohm come cifra da calcolare nella tua formula di esempio 4.2*4.2/ohm? E in tutto questo esiste una formula per calcolare poi gli ampere necessari che deve supportare la batteria? Se non è troppo hai voglia anche di spiegarmi in due parole la differenza tra batterie in serie e… ehm… l’altro modo di inserirle insomma…? In uno dei due modi i Volt si devono sommare? Ti prego non rimandarmi da zio google a chiedere la stessa cosa, ci ho litigato poco fa e sono triste e abbacchiata. Spero tu riesca a trovare il tempo di rispondermi, in ogni caso grazie e ancora complimenti per questo post, intanto mi leggo il resto del blog, devo recuperare. 🙂

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    • Ciao Marianna!
      Perdona il ritardo nell’approvare il tuo post, ma ero fuori città nel weekend, e ieri, beh, lasciamo perdere che giornata sia stata 😀
      Dunque, venendo alle tue domande:

      1) Due coil da 0.3 ohm fanno 0.15 ohm finali, perchè sono due resistenze in parallelo, e dunque il valore si dimezza. Occhio quindi: due coil insieme ne generano una molto bassa, non più alta 😉

      2) Certo, se vuoi sapere quanti ampere di scarica andrà a beccarsi la batteria, puoi usare la formula:

      I = V/R, dove V è il voltaggio della batteria ed R è il valore della resistenza che hai fatto.

      In questo modo sai quanti ampere andrai ad assorbire.
      Ritengo però che il conto più utile sia quello opposto, ovvero partendo dagli ampere di scarica che la batteria può dare, tirare fuori il valore di coil che puoi fare per stare sicura.

      La formula è R = V/I (la stessa di prima, ma girata), V impostalo a 4.2 (valore teorico di batteria carica, mai raggiunto in realtà, ma vogliamo fare i prudenti), e I è il valore della scarica in ampere della batteria.
      Se la batteria è buona puoi anche impostare il massimo nominale che viene dichiarato dall’azienda, altrimenti se non ti fidi usa un valore più basso (tipo, se la batteria dichiara 30A di scarica e non ti fidi, usane 15 sul tuo conto).

      Ho scritto qualcosa a riguardo, forse sull’articolo “L’esordio con Georg”, dove ho fatto alcuni conti di esempio, ma già con questo commento dovresti cavartela 😉

      3) Non ti rimando a zio Google, tranquilla 😉 😀
      Penso tu ti riferisca ai collegamenti in serie e parallelo.
      Le batterie in SERIE sommano i volt totali, lasciano invariati i mAh e gli A.
      Le batterie in PARALLELO fanno il contrario: volt massimi come se fosse una sola batteria, ma mAh e A di scarica aumentati.

      Ovviamente tutto ciò è importante sui tubi o box meccanici, perchè una box meccanica con doppia batteria in parallelo durerà semplicemente di più prima di scaricarsi, ma una dual battery in serie ti sparerà il doppio dei volt, e soprattutto in subohm ti fa MOLTO la differenza sapere se devi fare i conti con 4.2 volt massimi o con 8.4 volt massimi 😀

      Grazie ancora per la stima, perdonami il ritardo nel rispondere e se hai dubbi, fammi sapere 😉

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      • Grazie mille per la risposta, mentre aspettavo ho letto l’altro post che hai citato (“L’esordio con Georg”) è si, in effetti rispondevi già a gran parte dei miei dubbi, Prometto che non faccio più domande prima di aver finito di leggere tutto il blog, così non ti disturbo inutilmente 😛 grazie mille davvero, essendo nuova in questo mondo ero un po’ confusa su alcune cose e volendo passare a un meccanico (ora ho una evic vtc mini con atom melo 2 e uso testine prefabbricate, non rigenero) volevo essere certa di sapere cosa stavo facendo e cosa cercare come prima mod meccanica. Sei un grande e spieghi benissimo i concetti, continua così!

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      • Ciao Marianna!
        Non farti alcun problema, mica è un libro di testo da leggere tutto prima di fare domande 😀
        Se vuoi intanto capire come potrebbe essere un meccanico in termini di erogazione, prova la vtc in modalità bypass 😉
        Se ti può interessare, nel prossimo commento mi puoi lasciare la tua mail e ti contatto io per dirti alcune cose, tanto il commento va in moderazione e non lo approvo, così la tua mail non diventa di dominio pubblico 🙂

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  4. Ciao! Bellissimo articolo, divertente leggero e completo e soprattutto in italiano! Sono appena entrato in questo mondo e possiedo una Ijust 2 Kit, ho appena ordinato per divertirmi a rigenerare, un atom Mad Hatter v2 e credo di acquistare un Nichrome da 0.5mm per farci 0.3/0.4ohm da usare sull’iJust 2 battery. Pensi che sia un buon modo per iniziare? Comunque sia la battery di Ijust 2 dovrebbe essere protette dai voltaggi bassi nel caso sbagliassi qualcosa. Grazie e ciao

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    • Ciao Goffredo!
      Sì, iJust 2 è protetta, il Nichrome è ok, anche se io come resa preferisco il Kanthal, ma va bene anche il Nichrome, è questione di gusti.
      Occhio che 0.3 o 0.4 ohm sono pochi su iJust 2, ti spara una potenza notevole se ti fai due conti 😉

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      • Cosa mi consigli come resistenza per una buona vaporizzazione? Ho optato per 0,3ohm essendo l’head coil che monta di default il kit già una 0,3. Non vale lo stesso discorso per la testina preinstallata? 🙂

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      • Ciao Goffredo e perdona il ritardo nel risponderti!
        La 0.3 è un po’ troppo violenta per i miei gusti, ma ormai è una settimana che l’hai montata, se non sbaglio, dunque se ti è sembrata troppo aggressiva, prova la 0.5 che è più amabile 😉

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  5. Pingback: Consigli per gli acquisti: i dispositivi (o batterie) | Mat Eric's Reflections

  6. Ti ringrazio per la tua chiarezza di scrittura capace di far capire le cose anche a me che sono uno svapo-minchia (si può dire? si capisce ?) Cercavo da un pezzo un articolo così lampante 😉

    Le tue perle di ironia sono fantastiche, straight on !

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    • Ahahah, “svapo-minchia” non l’avevo mai sentito, però solo per il fatto che tu abbia avuto la pazienza di leggere tutto, sei squalificato dalla categoria “svapo-minkia” 😀
      Grazie per i complimenti, e cercherò di seguire il consiglio e andare avanti 🙂

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  7. Grande Mat, un piacere leggerti. Le basi le avevo bene o male digerite, la sola cosa che ancora ad oggi non ho messo a fuoco nitida e concreta è la sovrascarica. Esempio semplice di come la si crea? Lo trovo in giro? Perchè se no mi rimane un concetto astratto, uno spauracchio e basta.
    L’altro aspetto è l’attacco ibrido: io ho vari tubi, ma TUTTI in cima hanno il tappetto con foto, e l’atom tocca diretto col PIN sulla batteria. un NON-ibrido insomma non l’ho mai visto e non so come sia. Ci sono delle differenze, tra i miei: lo Shock&Awe ha tutto il tappotto che si svita e viene via. Il Knockout è un pezzo unico, col foro, ma sempre lascia che il pin dell’atom vada a toccare diretto sul positivo della batteria sottostante. Preferisco di gran lunga il Knockout, tra l’altro. Unico, oltretutto, fatto così tra i tubi che ho (Shock&Awe, TugLyfe, Underground, etc)

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    • Eccomi, ciao Czeri!
      Perdona il ritardo, ma so che tu mi conosci e pazienti, senza spaventarti se il post non è stato approvato 😀
      Dunque, sovrascarica…semplicissimo.
      Hai un meccanico, butti su la batteria, svapi di gusto, ti prendi bene a svapare, magari hai fatto una coil bassa in ohm che si scalda facile e non ti accorgi che le batterie sono ormai scariche, perchè comunque fanno un bel vapore anche a 3.3 volt.
      Continui e vai a finire SOTTO i 2.5 volt.
      Ecco, lì hai sovrascaricato le batterie.
      Il limite ritenuto sicuro è di 2.5 volt a vuoto.
      Sotto i 2 quasi certamente hai danneggiato la cella, mentre per stare sereni è bene scaricare le batterie a non più di 2.8 volt, consigliato 3.0 volt o più.
      Non è un caso se i dispositivi elettronici tagliano a 3.3 volt, a eccezione della Smok Alien che taglia a 2.8 volt, pochi ma comunque entro la soglia di sicurezza.

      Attacco NON ibrido, eccolo:

      E’ banalmente un attacco 510 normalissimo, con pin, che in questo caso è una raffinatissima vite 😀

      Sugli ibridi ci sono differenze date dalla possibilità di smontaggio e a volte di modifica, ovviamente un attacco ibrido NON svitabile è elettricamente meglio di uno svitabile, dato che tutte le giunzioni, i filetti e i raccordi sono punti critici per la dispersione della tensione, così come lo è un pin vero e proprio come quello dei tubi NON ibridi.

      L’attacco ibrido è una figata, garantisce la massima conduttività, però è pericoloso per via del pin dell’atom che deve essere sporgente, ma questo già lo sai, altrimenti ti si sarebbe svampato tutto da un pezzo 😉

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      • Grazie mille, non ti preoccupare aspetto sempre volentieri tanto so che prima o poi rispondi, e c’è sempre da imparare. Ma quindi per evitare sovrascarica (dopo leggo bene tutto 2 volte lentamente eh, ora sono a caldo) dovrei girare, come ho sentito dire, col voltmetro e controllare ogni tanto? Se sì, un bell’handicap, addio imediatezza, libertà, praticità e relax. Madonna, chissà che danni ho già fatto ad alcune mie batterie allora.
        Ho visto le foto che hai postato, io non ho NULLA fatto così, quindi ho tutti ibridi, ok.
        Tutte le complicazioni che mi prefiguro io (spero a torto) valgono anche per una Noisy Cricket 2? Perchè settimana prossima vorrei inaugurarla e lì ho veramente paura di sfasciarla e farmi male. Idem per la Tesla 3 Invader, non oso ancora toccarla…
        Grazie mille Mat!

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      • Allora, batterie… non c’è un modo facile per dirlo, quindi lo dico: sì, dovresti controllarle ogni tot durante l’uso 😀
        D’altra parte quand’è che le mettevi in carica di solito? Cioè, quando non facevano più vapore?
        Perchè in base a quanti ohm hai di coil, potresti anche non aver combinato nessun danno.
        Io per dire, che sono abituato con elettronico e ultimamente con elettronico ignorante (Invader III) mi pare che la batteria sia già da buttare quando sono a 3.8 volt 😀
        Andare SOTTO i 2.5 volt è veramente difficile, perchè già con 0.2 ohm vai a 31 watt, tutto sommato insufficienti a scaldare una coil di quelle “gagliarde” che vadano a finire a 0.2 ohm.

        Che complicazioni ti prefiguri?
        Perchè la Noisy II e la Invader III sono elettroniche e hanno la protezione da sovrascarica.
        Non ho la Noisy II (anche se mi sfizia), ma posso parlare per la Invader III: taglia le batterie a 3.33 volt, una macchina.
        Verificato con multimetro eh.

        Quindi se il problema è quello della sovrascarica, vai easy.

        Se invece temi per altro, dimmelo, ma tanto già il fatto di avere per le mani due box elettroniche varivolt ti agevola molto, in più la Noisy può anche andare in modalità batterie parallele, quindi scongiuri molti rischi, anche se non ho ben capito che timori tu abbia 🙂

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      • Cio Mat, grazie ancora. Il controllo ogni tanto significa che i tubi me li userò a casa. Peccato, Mi uccide letteralmente il senso di libertà dell’uscire con un oggetto e solo quello (al massimo fiala di liquido in tasca) e svapare.
        sulle box che ho: mi preoccupa usarle al massimo delle potenzialità: in serie. Al netto di scemenze GROSSE (atom con pin che non va bene, etc), quando ho 8.4 watt in mano a un centimetro dalla faccia, non so se posso essere ancora così tranquillo , da novellino. Come resistenze al massimo scendo a 0.11, 0.13, non oltre.
        Mi è solo saltata fuori per sbalgio una 0.07 che sto provando nel Kennedy su DNA200, la sola che non si è rifiutata di leggerla.
        Per cui ecco: molta fifa a mettere una Noisy2 in parallelo e catenarla (non so se anche la Tesla lo fa). Però della Tesla leggevo proprio sulle tue pagine che ci si può far molto male, o no?
        Scusa eh, nabbanza molesta lo so.

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      • Ahahah, “nabbanza molesta” ^_^
        Vai tranquillo, nessuna molestia, solo mi dispiace che tu ti sia tolto il piacere del meccanico in questi giorni 😉
        Allora, tutta la pippa del voltmetro ecc serve se si è veramente paranoici e si VUOLE sapere il valore in volt.
        A quel punto è l’unica.
        Serve anche per la prima volta che “fai la mano” al meccanico.
        Consiglio operativo: fai una coil “tipica” per il tuo uso, butti su la batteria carica a 4.15-4.20 volt e inizi a svapare.
        Arrivato a metà tank la misuri.
        A fine tank la misuri di nuovo.
        Così puoi sapere quanto hai di batteria in base ai tank fatti con un certo atom e una certa coil.
        Da lì sei a posto, nel senso che se la tua coil “tipica” è mettiamo caso da 0.22 ohm e vedi che ci svapi 4 ml di roba, quel numero varrà per ogni atom con coil da 0.22 e quelle certe batterie.

        Discorso box agricole: intanto non devi per forza avere 8.4 volt dritti abbestia, questo vale solo per la Noisy e solo in modalità meccanico.
        Seconda cosa: se decidi di usarla così, dovrai mettere su una dual coil esotica che abbia ettari di superficie.
        Ovviamente dovrai usare steam Engine per non andare proprio a sentimento, ma si può fare.
        Tutto ciò NON si applica alla Invader che invece è varivolt, e quindi scegli tu quanti volt dare.
        Discorso parallelo: no problema in parallelo (vale solo per la Noisy), perché avrai 4.2 volt e il doppio degli ampere disponibili, ergo non rischi di sicuro il botto.
        Nemmeno in serie rischi che ti scoppino, dato che sono protette entrambe.

        Insomma, la cosa più rischiosa che tu possa fare è mettere su una coil troppo piccola per la potenza che dai, e vabbè, questo vale sempre per tutto.
        Per il resto, vai liscio e goditi l’agricoltura dei due dispositivi 😀

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  8. ciao, intanto complimenti per l’articolo che seppur molto lungo è altrettanto coinvolgente. Volevo capire perchè in alcuni video ( anche del santone dello svapo per esempio) usano coil tipo 0,1 ohm su un tubo; 4.2/ 0,1 = 42 Ampere. Questo valore di ampere supera abbastanza il valore delle batterie classiche che si usano tipo le sony vtc5 da 30/35 ampere, questo comunque l ho visto in generale anche su box e tubi meccanici. Ora mi chiedo non è pericoloso fare resistenze cosi’ basse se superano il valore di Ampere della batteria ? spero di essere stato chiaro grazie 🙂

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    • Ciao Alessandro!
      Beh, sì, è formalmente rischioso, sì, ma non per forza pericoloso.
      Questo perché noi le batterie le usiamo in scarica pulsata (attiviamo-disattiviamo a colpi di 5 secondi, mica stiamo attaccati al tasto), e in pulsata si raggiungono valori di scarica maggiori rispetto alla scarica continua.
      Se si sa cosa si sta facendo, si può usare anche a 0.1 ohm, ma per non sbagliare io userei un meccanico sempre e solo entro i valori di scarica continua.

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      • ho capito, e volendo sapere con precisione i valori per calcolare la resitenze ottimali da fare in base al discorso di questa scarica pulsata cè un modo ?

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  9. Spendido articolo Mat!
    Sono un vecchio/nuovo dello svappo, vecchio perchè anni fa comprai una sigaretta elettronica abbandonata a se stessa dopo pochi giorni (al tempo era molto più comodo comprare Camel che svapare) e “nuovo” perchè mi sono accorto di non sapere un cazzo dello svapo di oggi.
    E cosi video su video, prendo consapevolezza della “resistenza”, di John Connor e delle VTC5A venute dal futuro per ucciderci.
    A parte le battute, mi stavo documentando perchè mi piace, mi piace sapere di non fare una cosa nella completa ignoranza e di essere sicuro di non svapare pattume, solo perche la Smok mi dice che “va tutto bene” se compro la sua roba.
    E poi perchè no, raggiungere l’eccellenza in un hobby! Comprare un meccanico e sapere come si rigenera per il piacere di farlo BENE.
    Purtroppo ho visto in altri lidi, (in questo assolutamente no) una certa reticenza, preferisco non fare nomi, dove la risposta a “quali sono i metodi per creare in sicurezza una coil”, ti senti rispondere “dovete provare, sperimentare!”
    E se mi esplode la batteria del tubo in macchina, con accanto il cellulare e coinvolgo nell’esplosione anche la batteria dell’auto quanti Chilotoni di esplosione faccio!? 0_0′
    Fortunatamente c’è qualcuno che si sbatte a fare un articolo che spieghi la teoria.
    Grazie a nome di chi vuole “svapare informati”… tipo CIS.

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    • Ciao Denny e benvenuto/bentornato!
      Guarda, sono giorni “difficili”, visti i recentissimi fatti di cronaca italiana che riguardano proprio l’uso di un meccanico.
      La mia bloggata di ieri sulla Golden Age parla proprio della faciloneria.
      Vorrei fare una bloggata riassuntiva, per evitare casini.
      Grazie comunque per la stima, ho aperto questo blog proprio per rispondere alle domande che con scienza e coscienza non ritengo ben affrontate nel web 😉

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  10. Grazie mille, è un bellissimo articolo! Però credo abbia un difetto, parli sempre per esagerazioni, tipo non fate resistenze da 0.01 e questo ok xD ma per i caproni volenterosi come me potresti fare degli esempi con i materiali più comuni e valori più normali? Ad esempio su griffin consigliano di usare kanthal, quanto può/deve essere spesso il filo per lavorare in sicurezza con una batteria da 18650? E se anziché kanthal uso acciaio o rame dello stesso diametro in che modo varia questo valore?
    E ancora, dici che non conviene scendere sotto una determinata soglia con la batteria, come mi accorgo quando arrivo a questa soglia?
    (questo non è una critica all’articolo che è molto chiaro, è solo che credo che a chi ne capisce poco/nulla come me ne manchi ancora un pezzo con gli esempi pratici xD)

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    • Ciao Catenzo!
      Allora, intanto grazie per i complimenti 🙂
      Passiamo al concreto: sei su meccanico? Se sì, di che tipo?
      Secondo punto: il rame NON SI USA per fare resistenze, è follia ed è pericolosissimo.
      Terza cosa: per la batteria ti serve un multimetro, o un dispositivo circuitato in cui inserire momentaneamente per misurare.
      Per il valore di ohm: dipende dalla batteria che hai 😉
      Prova a farmi avere queste info, sennò non possiamo andare avanti 🙂

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  11. Ciao Mat, complimenti per il bellissimo blog.
    Avrei una domanda che riguarda il sub ohm con circuito elettronico.
    Risulta necessario anche in elettronico tenere conto degli Ampere massimi dati dalla batteria oppure interviene l’elettronica in caso gli Ampere siano eccessivi? Lo chiedo perché per far funzionare il mio Limitless XL come piace a me ho trovato come soluzione l’uso di una double twisted (tot 0,28 ohm) a circa 80w di potenza (quindi a 4,73V). Secondo i calcoli dovrei essere a 16,9A, che tende al valore massimo di sicurezza delle mie due batterie in serie Sony 18650, usate su IPV6X, e delle tre batterie in serie usate sulla mia RX200.
    Se invece volessi usare un filo più grosso per il dripper, raggiungendo quindi in linea teorica la resistenza di 0,15ohm ma potendola spingere anche fino a 120/130W data la grandezza del filo, arriverei a richiedere (secondo le formule) Ampere oltre la soglia di sicurezza dei 20, stabilita dalle batterie che utilizzo.
    La domanda è la seguente: la RX200 può dare fino a 250W, ma sarebbe rischioso usarla a 130W richiedendo più di 20A alle batterie? Mi devo si o no preoccupare degli Ampere in elettronico oppure posso regolare i Watt che più mi aggradano indipendentemente dagli ohm della mia resistenza? Se così non fosse mi sembra che molte delle coil grosse prefatte in vendita (da 0,30ohm l’una ad esempio) siano inutili nell’obiettivo di un utilizzo senza rischi in modalità DUAL, sbaglio? Vorrei capire se in elettronico devo farmi i calcoli come se fossi in meccanico rientrando, quindi, nel massimo di 20A di sicurezza, oppure se posso basarmi solo sulla potenza che la box mi può dare, ed essere comunque in sicurezza.
    Attendo una tua gentile risposta 🙂
    Marco

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    • Ciao Marco!
      Bella domanda cazzarola, stuzzicante e sveglia, bravo!
      Allora, ci sono due risposte, più o meno in contrasto, ma non così tanto.
      Te le dico e vedrai che ti sarà chiaro.
      Allora, in linea di massima non serve preoccuparsi perché in caso di ampere eccessivi il circuito ti dice “weak battery”.
      Se ti esce il weak a batteria mezza carica, vuol dire che non ci siamo.
      D’altra parte non è mai buona cosa sparare a cannone dicendo “vabbè, tanto se sforo c’è il circuito”, conviene sempre farsi i conti, più che altro perché così sei sicuro di non sforzare le batterie e avere la buona erogazione fino ai 3.3 volt della batteria scarica.
      Dunque di base ti basta sapere che da una batteria con 20A di scarica continua ci tiri certamente fuori 66 watt a 3.3 volt (3.3 x 20).
      Due batterie danno quindi 132 watt circa.
      Devi però togliere l’inefficienza del circuito, che ti può rubare dal 3% al 30%.
      Teniamo una media di 15%, tanto non sono conti precisi, ma solo per regolarci.
      132 – 15% ti manda a circa 112 watt.
      Diciamo quindi che da due batterie ci tiri fuori molto probabilmente almeno 110 watt, ma anche di più a batterie cariche e con un buon circuito.
      Se stai a 110 però non sbagli e ragionevolmente non avrai rogne.
      Io in ogni caso con due batterie non vado mai oltre i 70-80, che già per me sono una rarità (di solito sto a 30-60 in dual coil).
      Con tre batterie puoi pensare di andare a 150 watt senza grandi paturnie.
      I miei conti sono sempre moooolto cautelativi, quindi sai che hai un tot di margine.

      Quindi la risposta è: teoricamente non devi preoccuparti, in pratica ti conviene buttare lì due conti giusto per sfruttare al meglio le batterie.
      Spero di averti risposto, se hai dubbi sono qui 🙂

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