“Mio cugggino mi ha detto che se svapi…” (leggende, balle totali e verità sui vaporizzatori personali)

Essere vivi non è così automatico,
specie se si svapa.
Almeno così ci dicono.

Ciao ragazzi, ieri al bar ho sentito dire da alcuni ragazzi che parlavano che dopo circa 5 anni di svapo dovresti farti operare perché ti si crea una dannosa quantità di liquido nel polmoni.
È una cosa vera o torno li a svapargli in faccia?

Iniziamo così, con un post letto qualche giorno fa su FB.

Raga, c’è poco da ridere, abbiamo 60 mesi di tempo, dopodichè basta, chirurgia d’urgenza, pneumocentesi, e che il Signore ce la mandi buona.
Fortuna che chi ha posto la domanda deve aver annusato la fregatura che gli hanno detto, e che i vapers sono degli inguaribili burloni quando stanno su internet, sennò sarebbe finita a psicosi di massa 😀

Il 4 febbraio è stata la Giornata Mondiale Contro il Cancro e il 31 maggio è stato il No Tobacco Day.

Parli del cancro, e spuntano le sigarette“…ormai è un binomio che viene in mente spesso e volentieri, e non a caso.
Il fumo di sigaretta è pericoloso, è mortale, sicuramente è cancerogeno.

Poco da nascondersi dietro un dito, o dietro la solita testimonianza leggendaria del nonno dell’amico della tua ex ragazza, vissuto fino a 95 anni, passando attraverso la malaria, la Spagnola, la seconda guerra mondiale, i campi di concentramento, l’amianto, il DDT, gli anni di piombo, Chernobyl, i reality show in tv, Fukushima…e tutto questo sempre fumando tre pacchetti al giorno di Alfa senza filtro, da vero anziano “di una volta”.

Ci sono anche questi fenomeni della natura, non dico di no, ma la verità è che per ogni “nonno dell’amico della tua ex ragazza” ci sono tanti poveri cristi che finiscono con un “mi dispiace, non possiamo fare di più” da parte del medico.

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Brutte cose, che la Giornata Mondiale Contro il Cancro e il No Tobacco Day cercano di ricordarci e di combattere, più o meno efficacemente.

Fortuna che ci sono le ecig ad aiutarci in questa battaglia, no?

Fermi tutti però, ho sentito dire che le ecig fanno venire l’acqua ai polmoni, ti esplodono addosso, in più ti vengono i popcorn nei bronchi, e poi in realtà fanno peggio delle sigarette vere, e magari gli amici iniziano con l’ecig e finiscono con le sigarette, e poi mio cuggggino mi ha detto che…

Eh, appunto, che ti ha detto “tuo cugggino”?

Ognuno di noi conosce qualcuno che ha come fonte “mio cuggggino”.
Mio cugggino sa sempre tutto, è una specie di ANSA unita con la NSA, è praticamente l’ANSANSA 😀
Mio cugggino dice sempre la verità, perchè è esso stesso la verità, e se mio cugggino ha detto che con le ecig danzi in tondo con la morte, è sicuramente vero.
Abbastanza vero, dai.
Diciamo che c’è un fondo di verità, almeno.
Forse.

Andiamo dunque a vedere cosa dice “mio cugggino”, e quanta verità c’è in quel che dice.

 

Un celebre inno a “mio cugggino”, personaggio evidentemente affidabile.
Ci hanno fatto pure una canzone.

 

Ed eccoci qui dunque a parlare dei dubbi che secondo me potrebbero sorgere a un vaper novello.

 

Come appunto ho scritto all’inizio, ci sono paure e perplessità sui vaporizzatori personali.
I medici, tipo Umberto Veronesi, dicono una cosa, poi altri medici ne dicono altre, quando si va a farsi gli esami non si sa mai se si verrà messi tra i fumatori o i non fumatori…insomma, la situazione è un po’ incognita, e dove non si sa, si ha paura.
Dunque analizzerò con voi queste paure, e proverò a rispondere.

Sono 10 risposte sulla salute e 7 risposte più tecniche, riguardanti alcuni aspetti operativi dello svapo.

E’ tantissima roba da leggere, ovviamente: bisogna sputtanare le vaccate che sono state dette negli anni, non sono riuscito a stringere più di tanto.
Se volete leggerlo tutto per vostro diletto va benissimo, altrimenti potete ovviamente cercare solo la domanda che vi interessa…usate questa bloggata come più ritenete opportuno.
Gli argomenti di svapo e salute sono:

  1. Acqua nei polmoni
  2. Svapare fa male o no?
  3. Antigelo nei liquidi
  4. Corrispondenza di quantità tra sigarette ed ecig
  5. L’ecig fa smettere di fumare / fa più o meno male delle sigarette?
  6. Le ecig fanno iniziare a fumare?
  7. Composizione e contenuto dei liquidi (metalli pesanti, diacetile ecc)
  8. Vapore passivo
  9. Buchi nei polmoni causati dalla ecig
  10. Formaldeide e acroleina prodotte dalla ecig

La parte tecnica invece riguarda:

  1. Esplosione di ecig
  2. Risparmio economico con le ecig
  3. Scossa e scariche elettriche con la ecig
  4. Svapo sopra i 4 volt
  5. Durata delle batterie con serie/parallelo e con più o meno ohm
  6. Maturazione dei liquidi
  7. Domanda bonus 😀

 

E’ VERO CHE TI VIENE L’ACQUA NEI POLMONI?

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Parto con la punta di diamante delle cazzate anti-ecig, nonchè l’argomento del post che ho citato 😀
La risposta è semplice:


NO, NON SI PRODUCE ALCUNA ACQUA NEI POLMONI.


Perchè è una cazzata?
La spiegazione è piuttosto banale.

Intanto i nostri eliquid non sono fatti di acqua, ma sono fatti con glicole propilenico e glicerolo vegetale.
A volte c’è anche dell’acqua, in percentuale massima del 10%.

Un vaper svapa in media 5-10 ml al giorno, facciamo anche 20.

Mi tengo larghissimo (proprio per far vedere l’assurdo) e faccio i conti dicendo che si consumano 50 ml al giorno.
E’ una quantità che forse solo qualche invasato con il solito VCMT da 30 mm, o con un Griffin 25 e una quad clapton_chissà_cosa coil è riuscito a raggiungere, ma ipotizziamolo, vediamo dove si va a finire.

Un vaper non si tiene dentro tutta la svapata, ma emette del vapore, quindi di quei 50 ml ne assorbe solo una frazione.
Mi tengo largo anche qui, e dico che assorbe l’80% del vapore (è una falsità estrema, ma lo sto facendo apposta).
Sono 40 ml, rispetto a quegli assurdi 50 ml di svapo quotidiano.

Se dovessimo badare al solo concetto di “acqua”, ammettendo che sia una miscela fatta al 10% di acqua, avremmo la bellezza di BEN 4 MILLILITRI AL GIORNO di acqua che transita per i polmoni.
Un numero già assurdamente piccolo, e potremmo fermarci qui.

Ma voglio proprio andarci giù di brutto, e prendo per buono che per “acqua” si intenda TUTTO IL LIQUIDO, glicerolo e glicole compreso.
Sono dunque 40 ml.

L’essere umano, tramite la cosiddetta “perspiratio insensibilis” perde circa 400 ml di acqua RESPIRANDO.

Avete capito bene: ogni giorno, quasi mezzo litro dell’acqua che beviamo, se ne va in vapore acqueo che buttiamo fuori respirando.

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Già qui, vi fa capire che anche chi non svapa, BUTTA FUORI sotto forma di vapore acqueo dieci volte tanto l’enorme e improbabile valore che ho calcolato.

Basterebbe questo per far capire che gli spropositati 40 ml di svapo che ho calcolato, sono comunque pochissimi rispetto ai 400 ml che in ogni caso butteremmo fuori.
Insomma, se già per i nostri polmoni ci passa ogni giorno quasi mezzo litro di acqua, sono i pochi millilitri che svapiamo a farci la palude dentro il petto?
Non penso proprio.

Ma andiamo avanti: i nostri polmoni sono IN COSTANTE scambio ed equilibrio tra interno ed esterno del corpo.
Vale a dire che non sono due buste della spesa sigillate, ma sono permeabili e traspiranti.

Il glicole propilenico e il glicerolo vengono semplicemente metabolizzati dal nostro corpo, cioè vengono assorbiti, trasformati ed espulsi.
Niente accumulo.

Ecco perchè pensare che ci possa essere “acqua nei polmoni” è una stronzata.


  1. I nostri polmoni sono permeabili, dunque assorbono e buttano fuori

  2. Anche se non assorbissero, già di nostro buttiamo fuori oltre dieci volte tanto la quantità di liquido che svapiamo, sottoforma di acqua.

 

Se poi per “acqua nei polmoni” intendiamo pleuriti, edemi o patologie del genere, NON CI SONO casi di persone che abbiamo sofferto di tali patologie a causa della ecig.

Penso che basti per chiudere il discorso e smetterla con sta storia.
Ricordo in ogni caso che quei 40 ml che ho calcolato sono esagerati, perchè i valori effettivi di svapo oscillano tra i 5 e i 20 ml, con un assorbimento del 30-50%, quindi nel peggior caso sono CIRCA UN QUARTO di quello che ho calcolato.

 

SVAPARE FA MALE O NO?
LA SIGARETTA ELETTRONICA FA MALE TANTO QUANTO LE SIGARETTE NORMALI?

 

Secondo le ricerche mediche finora effettuate, la sigaretta elettronica presenta un profilo di rischio decisamente contenuto se paragonato alle sigarette di tabacco.
E’ un prodotto quindi di forte riduzione del danno per i fumatori, da non intendersi come giocattolo o trastullo da usare a “tempo perso”, nè consigliabile a chi non vuole fumare o non fuma.

 

Questa era la prima cosa che dovevo dirvi.
Quindi, detto con parole più semplici, la sigaretta elettronica NON fa male tanto quanto le sigarette di tabacco, e anzi, causa un danno che è quasi zero rispetto alle sigarette.

Riguardo al “fa male o no”, dobbiamo solo metterci d’accordo sui termini.
Ora comunque passo alla spiegazione, per circostanziare un attimo.

Intanto, chiedersi se “fa male” non vuol dire molto, perlomeno se si ragiona con scienza e logica.
“Bene” e “male” hanno senso se confrontati con qualcos’altro.
Di solito, quando la gente dice che una sostanza “fa male”, sta confrontando l’effetto della sostanza con la qualità di vita che si ha SENZA l’uso di quella sostanza.

Nel caso della ecig però la situazione è diversa, perchè il confronto va fatto rispetto a una persona che fuma.

Poi, in seconda battuta, si può anche fare un confronto con una persona non fumatrice, per vedere che cosa succede e quantificare quindi il danno “assoluto”.

L’ecig infatti è uno strumento di RIDUZIONE DEL DANNO, e non un chupa chups, o un gadget tecnologico per fare i bellissimi al sabato sera.
E’ quindi un prodotto per fumatori o per persone che a prescindere dalla ecig, volevano iniziare a fumare.

Sono usciti centinaia di studi scientifici sulla ecig negli ultimi anni.

Quel che si è capito è che:


  • Non ci sono particolari evidenze riguardo alla cancerogenicità.
    Insomma, non sembrano provocare il cancro.

  • Non bruciano, dunque non c’è combustione.
    Questo impedisce che si sviluppi benzopirene, principale agente cancerogeno delle sigarette di tabacco.

  • Il vapore passivo non è un gran problema, perchè i soggetti passivi non inalano quantità rilevanti di composti presenti nel vapore di ecig.
    (di questo ne parlo poi in un’altra domanda)

 

Emerge quindi che la ecig non sia innocua in senso assoluto, perchè più precisamente induce alcune modifiche strutturali sulle cellule dei polmoni e ne riduce la vitalità (cosa che l’aria pura non fa, tanto per essere chiari), ma queste modifiche hanno un impatto trascurabile sulla salute, che quindi non risente in modo rilevante dell’uso della ecig.
Questo se paragoniamo l’ecig al nulla.
Se la paragoniamo alle sigarette, possiamo dire sicuramente che faccia molto meno male, e in ogni caso mancano i presupposti per sviluppare quelle sostanze che rendono la sigaretta un prodotto cancerogeno.

In conclusione: è da idioti iniziare a svapare “perchè fa figo”, ma è sicuramente meglio svapare anzichè fumare, se l’idea è di fumare sigarette, su questo non ci sono dubbi.

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A volte si svapa anche per mettersi in mostra, ma in certi casi è tollerabile 😀

 

NEI LIQUIDI DA SVAPO C’E’ DENTRO L’ANTIGELO PER AUTOMOBILI

 

FALSO, o al massimo parzialmente vero, ma non nel senso che si può credere.

E’ falso se per “antigelo” consideriamo il glicole ETILENICO, ed è vero se consideriamo il glicole PROPILENICO.

Tipicamente l’antigelo è costituito da glicole etilenico, una sostanza che viene metabolizzata ad acido ossalico, si lega agli ioni calcio del corpo, si trasforma nel corrispondente sale di calcio (ossalato di calcio) e si va a incastrare nei reni, causando blocco renale.
Un disastro.

Nei nostri liquidi invece c’è il glicole PROPILENICO, non ETILENICO.

“Vabbè, tutte ste parole da professorone…etilenico, propilenico, stessa roba…”
NO, non sono uguali, manco per un cazzo.
Il glicole PROPILENICO che usiamo noi è infatti sicuro anche per uso alimentare, e viene metabolizzato a seconda della via metabolica ad acido piruvico, acido lattico, acido acetico e in piccola parte propionaldeide.
Esclusa la propionaldeide, le altre sostanze le produciamo già noi nel nostro metabolismo.

Può invece essere VERO che c’è l’antigelo, se consideriamo che ultimamente mettono nell’antigelo il glicole propilenico…e indovinate perchè?
Perchè è sicuro e non causa casini.

Se anche così vi dovessero dire che è comunque antigelo, rispondete che pure la pasta viene cotta con la stessa roba che c’è dentro il cesso, ma non per questo l’acqua è pericolosa 😀

modello molecolarePropyleneGlycol-stickAndBall.png
A sinistra il glicole ETILENICO, pericoloso.
A destra il glicole PROPILENICO, che ci svapiamo.
Si assomigliano più o meno come io assomiglio a George Clooney.
Tipo che sia io che lui abbiamo due braccia e due occhi.

SE SVAPO A NICOTINA 9, E’ COME SE MI FUMASSI MILLEMILA PACCHETTI

 

E qui andiamo a toccare un po’ di farmacologia 😀

Tipicamente, una delle domande che fanno i nuovi arrivati nel mondo delle ecig, suona tipo:


“Ciao raga, ho iniziato da poco e svapo 5 ml di liquido a nicotina 9.
Io prima fumavo dieci Marlboro Gold al giorno che hanno 0.6 mg di nicotina.
Sono un po’ preoccupato perchè è come se mi stessi fumando 75 sigarette…sono quasi quattro pacchetti.
Dite che dovrei svapare meno?”


Il conto sembra giusto.
5 ml a 9 mg/ml sono 45 mg di nicotina.
10 sigarette a 0.6 mg di nicotina, sono 6 mg di nicotina.
45 mg diviso 0.6 mg dà in effetti 75 sigarette, cioè quasi quattro pacchetti.

Sto poveraccio è passato da 10 sigarette al corrispondente di 75 sigarette?
NO.
Quindi la risposta veloce che posso darvi è:


“Non è possibile fare un confronto numerico tra sigarette e svapo, perchè cambia sia l’efficienza di somministrazione sia i tempi di utilizzo.
Inoltre, contare le sigarette serve per avere una stima del danno, ma questo non si applica alla ecig”


La spiegazione dettagliata è che l’equivalenza non è fattibile, e i motivi sono vari:

  1. Non tutta la nicotina che svapiamo viene assorbita

  2. I valori di nicotina delle sigarette non sono effettivi, ma presunti

  3. I tempi in gioco sono diversi

  4. La nicotina è un problema relativo

 

Partiamo dal primo punto: assorbiamo tra un terzo e la metà della nicotina presente nei liquidi.
In questo studio dichiarano esplicitamente che la quantità rilasciata è modesta, e il dottor Farsalinos aveva quantificato un assorbimento di circa il 50%, dunque se svapiamo a 9, è come se stessimo svapando a 4.5 mg/ml effettivi.
Già così, il nostro amico passa da 45 mg a 22.5 mg.

E’ in realtà un conto discutibile, perchè dipende dalla potenza impostata sul nostro PV e dalla tipologia di atomizzatore, ma prendiamolo per buono, anche perchè si parla di 30-50% di assorbimento, quindi la metà è già un valore al rialzo, rispetto a quel che può succedere.

I valori di nicotina delle sigarette seguono invece un altro ragionamento.
Hanno fatto alcuni studi e si sono accorti che bene o male la quantità di nicotina inalata è sempre circa 1 mg, o poco meno.
Infatti nelle sigarette non c’è la quantità che dichiarano sul pacchetto, ma ce n’è molta di più.
Parliamo di 8 – 20 mg di nicotina in una sigaretta ancora da accendere.

 

Dat MFPB doe ??? @vapergate

La nicotina nelle sigarette è più di quella indicata,
ma occhio anche a quanta nicotina inalate con atomizzatori come quello in foto

 

Quel che scrivono sul pacchetto è il valore di nicotina che secondo loro si andrà ad assorbire fumando…però dipende da tanti fattori, tipo la durata dei tiri, quanto viene trattenuto il fumo, la frequenza dei tiri ecc.

Dunque da 0.6 mg di una Marlboro Gold, potremmo passare serenamente a 1 mg di nicotina effettivamente assorbita, e già i conti sballano, passando da 6 mg a 10 mg per dieci Marlboro Gold fumate.

Terzo punto: i tempi in gioco sono diversi.

Questo punto è un po’ più lungo da leggere, ma penso sia importante per capire la differenza tra ecig e sigaretta, dal punto di vista della nicotina.

Una sigaretta viene fumata in 5 minuti circa, più o meno con 12 tiri.
E’ grossomodo un tiro ogni 30 secondi, e alla fine avete 1 mg di nicotina in corpo.

Per avere 1 mg di nicotina con un liquido a 9 mg/ml, servirebbe in teoria 0.1 ml di liquido, approssimando di poco.
Abbiamo però visto che svapando se ne assorbe la metà, quindi ne servono 0.2 ml.

Per fare quindi un confronto, dividiamo i 5 ml quotidiani dell’esempio per gli 0.2 ml appena calcolati…viene fuori 25.
Usiamo questa unità di misura, cioè 0.2 ml a 9 di nico come equivalente della quantità di nicotina di una sigaretta, e 25 di queste “unità” per fare 5 ml di liquido.
Fin qui ci siamo o vi siete persi? 😀

Una giornata è fatta da 16 ore di veglia, calcolando 8 ore di sonno.
25 unità-svapo diviso 16 ore sono grossomodo 1.5 unità-svapo all’ora.
Se le dividiamo per 60 minuti e le moltiplichiamo per 5 (cioè i minuti per fumarsi una sigaretta), vediamo che nel tempo di una sigaretta ci svaperemo circa 0.13 unità, cioè poco più di “un decimo di sigaretta”, a livello di nicotina equivalente.

Perchè ho calcolato sulle 16 ore, e ho invece calcolato 5 minuti per sigaretta?
Semplice, perchè la ecig ha un ENORME vantaggio rispetto alle sigarette, ovvero che l’ecig non si consuma, non si spegne, e non siamo quindi obbligati a usarla tutta di seguito una volta fatto il primo tiro.
La sigaretta invece ci obbliga a fare così, dandoci quindi un tempo di utilizzo ben definito.

Non è forse vero che anche quando NON avevamo tantissima voglia di fumare, fumavamo lo stesso perchè “ormai l’ho accesa, che faccio, la butto a metà?”.
Con l’ecig invece possiamo fare due tiri e poi appoggiarla, cioè possiamo usarla AL BISOGNO, e non OLTRE IL BISOGNO.

 

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Come si può vedere dal grafico qui sopra, l’aumento di concentrazione plasmatica di nicotina è molto più graduale con la ecig che non con le sigarette, pur avendo avuto un aumento con l’evolversi dell’hardware.

Questo succede perchè magari svapiamo per 5 minuti di seguito e poi ci fermiamo.
Abbiamo assorbito poco più di un decimo di “unità”, in termini di nicotina, e questa nicotina inizia il suo viaggio, cioè viene assorbita, distribuita in tutto il corpo, trasformata e in seguito espulsa (il metabolismo è renale, dunque più bevete, prima smaltite).
Il viaggio della nicotina prosegue anche mentre non svapiamo, e intanto il livello di nicotina nel sangue aumenta, ha il suo picco e diminuisce.
Quando abbiamo bisogno, prendiamo il nostro PV, facciamo qualche pipata e rimettiamo giù, e via così.

In questo modo non abbiamo un picco nicotinico violento che satura il nostro cervello e ci induce assuefazione, come invece accade con le sigarette, bensì è sempre un “gioco a perdere”, perchè svapiamo quel minimo che ci serve per stare soddisfatti, ma nel frattempo il nostro corpo si mette in funzione per eliminare quel che abbiamo assorbito.

E’ anche il motivo per cui nei primi tempi di svapo siamo sempre attaccati, tipo “ciuccio”, e via via svapiamo meno compulsivamente.

In pratica arrivando dalle sigarette, siamo in costante “fame di nicotina”, perchè ci eravamo abituati a somministrazioni “brevi ma intense”, e dunque svapiamo tantissimo, cercando di ingurgitarne il più possibile e simulare l’andamento nicotinico delle sigarette.
Via via che i giorni passano, l’espulsione della nicotina ci porta a svapare solo al bisogno, e in seguito ad abbassare la nicotina, perchè il nostro corpo si abitua a riceverne meno, ma per un numero maggiore di ore.

Quindi sostanzialmente le sigarette sono come una “abbuffata di nicotina”, mentre l’ecig è come fare tanti “spuntini di nicotina”.

Ecco perchè fare un confronto numerico non ha senso.

Infine, e ora la sparo grossa, la nicotina non è questo gran problema.
Ora i medici mi fucileranno 😀

Cerco di spiegare: è giusto abbassare la nicotina, cioè disintossicarsi per gradi, ma ricordate che non è la nicotina il problema del fumo, bensì tutto il resto.
Chiaro, la nicotina ha un effetto deleterio sul cuore e sul sistema circolatorio, ma tra l’assimilazione graduale, il fatto che comunque si scali la concentrazione man mano che la si usa (e lo si fa per bisogno, non per imposizione) e il fatto che comunque si inali MENO nicotina delle sigarette, preoccuparsi della nicotina è veramente l’ultimo dei pensieri.

Il fumatore conta le sigarette perchè ognuna è un colpo alla salute e un passo in più verso il cancro, ma con l’ecig questo conto non ha motivo di esistere.

Su questo penso di aver detto tutto, e concludo dunque dicendo di NON PREOCCUPARSI se si svapa “tanto”, perchè non esiste un vero e proprio eccesso, tranne quando si inizia a superare i 15-20 ml al giorno, numero peraltro mai analizzato a livello scientifico, ma dato solo dall’esperienza.

L’unica cosa, importante, è smettere subito di svapare se si inizia ad avere palpitazioni, tremori, sudori freddi, senso di nausea, bocca secca e malessere generale.
Fermarsi, bere molta acqua e quindi abbassare la potenza di svapo o meglio ancora, abbassare la nicotina.
E’ il vostro corpo che vi sta dicendo che così è troppo 😉

L’ECIG CREA PIU’ DIPENDENZA DELLE SIGARETTE?
MI AIUTA A SMETTERE DI FUMARE?

 

Non ci sono studi che dimostrino una MAGGIOR dipendenza indotta dalle ecig.
Anzi, a dirla tutta, ci sono studi che dimostrano l’efficacia delle ecig per SMETTERE di fumare.
Questi i dati del report annuale sul fumo, fatto da DOXA per l’Istituto Superiore di Sanità:

doxa 2015.png

 

Nel 2015 abbiamo un 57,8% (quindi quasi il 60%) che complessivamente hanno smesso di fumare sigarette o ne hanno ridotto il consumo usando la ecig.
Qui invece la gente che ha smesso di usare l’elettronica:

ex utilizzatori.png

 

Dunque se la ecig desse più dipendenza, la gente non smetterebbe di usarla, in più possiamo dire che aiuta a smettere con le sigarette.

Non è dato di sapere se le persone che smettono con l’elettronica poi ritornino a fumare, ma di sicuro abbiamo un 20% che HA SMESSO con il tabacco, più un ulteriore 8% che HA DRASTICAMENTE RIDOTTO.
In pratica quasi un terzo di chi prova la ecig, ha smesso o ha ridotto il fumo.

Direi quindi che non presenta particolari rischi di INCREMENTO del fumo, e SI’, AIUTA A SMETTERE, per quanto non sia una garanzia totale, e in ogni caso aiuta anche a ridurre, di poco o di tanto.

tipa in rosa

SE INIZIO CON LE SIGARETTE ELETTRONICHE POI PASSO ALLE SIGARETTE VERE

 

Inizio già dicendovi che è FALSO, tanto per cambiare 😀

C’è un concetto che per tanti anni è stato legato alla marijuana, cioè quello della “gateway drug”.
In pratica, secondo questa ipotesi, alcune cose o alcune sostanze sono la “porta di accesso” per altre cose o sostanze più pericolose.
Nel caso della marijuana l’idea era che portasse all’uso di sostanze più pericolose, tipo eroina ecc.

Nel caso della ecig, l’ipotesi era che inducesse i giovani a fumare le sigarette di tabacco.
Hanno studiato pure questo e la risposta è che NO, non c’è relazione di causa-effetto tra utilizzo di ecig ed esordio con le sigarette vere.

Si sono accorti (pensate un po’! ) che le ecig interessano a chi fuma o a chi ha fumato, ma non particolarmente a chi NON fuma e NON ha intenzione di fumare.

Qui potete trovare il pdf che già dalle prime righe stronca brutalmente quest’idea assurda.
E con questo, il discorso inizia e finisce.

I LIQUIDI SONO CHIMICI / NON SI SA COSA C’E’ DENTRO /
CI SONO I METALLI PESANTI / C’E’ IL BURRO

 

Partiamo con quella che mi piace di più: “i liquidi sono chimici” 😀
Questa cosa si dovrebbe in teoria opporre al fatto che invece “il tabacco è naturale”.
A volte ti dicono pure: “no guarda, io il glicerolo non me lo fumo, fumati te quella roba chimica”

Di nuovo, se solo la gente sapesse un po’ più di scienza, il problema non si porrebbe, ma è per questo che sto scrivendo 😀

Dunque, la frase solenne che mi viene da dire è che TUTTO E’ CHIMICO, non esiste NULLA di non chimico.

L’alternativa a “chimico” è “immateriale”, nel senso di inesistente.
Perfino i sogni sono chimici, l’amore è chimico, il vostro cacchio di tabacco “naturale” è chimico, così come sono chimici i trattamenti che fanno al tabacco, e via dicendo.

In effetti la natura stessa è UN TRIONFO di chimica, che è peraltro il motivo per cui il tabacco dà dipendenza: la nicotina cos’è secondo voi? Matematica? O è…chimica? 😀

Ma siccome io sono un ragazzo che traduce anche le espressioni di strada, di solito per “chimico” si intende “artificiale”, adulterato, con lo zampino umano che rende tutto meno salubre.
Ebbene, oltre a non essere vero che i prodotti sintetizzati, estratti o purificati dall’uomo siano meno salubri, è vero semmai che il tabacco “naturale” è impestato di sostanze che rendono la nicotina più assimilabile dal corpo, e sapete qual è la trollata maxima?
Che dentro il tabacco ci mettono il glicerolo, per tenerlo umido 😀

L’unico caso in cui FORSE non ci sono sostanze estranee è il tabacco da rollo “bio”.
Questo però non lo rende meno pericoloso per la salute.
Il veleno del cobra è naturale? Certo, più naturale di quello.
L’atropa belladonna è naturale? Avoja, è una pianta.
La digitalis purpurea? Lo stesso, giga naturale.
Eppure tutti e tre vi permettono di avere un posto da “guest” al camposanto, volendo.

 

https://lh3.googleusercontent.com/-Xg_bYCmLu3g/TWrj7Di4v-I/AAAAAAAAAc8/b0Tc6l9vHQU/s1600/atropa-bella-donna-31931.jpghttps://i.ytimg.com/vi/9bkVUtnflCs/hqdefault.jpghttps://i0.wp.com/www.aphotoflora.com/images/plantaginaceae/digitalis_purpurea_foxglove_00_14-06-08_4.jpg
Tre bellezze “naturali” da cui è meglio che stiate alla larga.

 

Penso che basti per far capire che naturale non significa “sano” o “migliore”.

Detto questo, quindi, il fatto che i liquidi siano “chimici” è addirittura una garanzia in più che siano fatti bene: i laboratori devono controllare cosa producono, perchè ci sono un pacco di analisi da consegnare prima che i liquidi vengano immessi sul mercato, e questa è una garanzia in più del fatto che non ci sia dentro merda di vario genere.

Ma cosa c’è in sti benedetti liquidi, dato che qualcuno dice che “non si sa cosa ci sia dentro”?
C’è semplicemente glicerolo vegetale (quel “vegetale” vi mette più sereni? 😀 ), glicole propilenico, a volte acqua, aromi alimentari e a volte nicotina (se la volete).

Chiaro, siamo d’accordo che se comprate un liquido dell’azienda “Svapa & Muori”, con sede a Pripyat e lista degli ingredienti scritta a matita, allora forse c’è il rischio che qualcosa non vada, ma se comprate liquidi CERTIFICATI, c’è sempre scritto cosa c’è dentro.

vaper tatuata edit
Vi fareste mai tatuare da un tatuatore misterioso, senza certificazioni, senza strumenti sterili e senza sapere come lavori?
E allora perchè non ragionare così anche per gli eliquids? 😉

Riguardo ai metalli pesanti, da questo studio si può vedere che le quantità in gioco non rappresentano un problema per la salute umana, mentre riguardo al “burro”, si parla in realtà del diacetile e dell’acetilpropionile, due molecole usate senza problemi nell’industria alimentare, che conferiscono ai liquidi una piacevole nota burrosa.

Il problema è che queste due sostanze sembrerebbero causare la bronchiolite obliterante, un’infiammazione che procura danni permanenti all’albero bronchiale, compromettendo quindi la funzionalità respiratoria.
In pratica, vi fottete i polmoni per sempre.
Lo chiamano anche “polmone da popcorn” perchè i casi famosi di bronchiolite obliterante sono stati trovati su alcuni dipendenti di un’azienda che produceva popcorn, e che ovviamente usava il diacetile per aromatizzarli.

https://i0.wp.com/sites.psu.edu/siowfa15/wp-content/uploads/sites/29639/2015/10/Popcorn-Lung.png

Su questo però ci sono alcune controversie.
Queste due sostanze sono infatti presenti a concentrazione molto più alta all’interno delle sigarette, ma questo studio dice che mancano evidenze per correlare il fumo di sigaretta con la bronchiolite obliterante.

Insomma, si suppone che il diacetile e l’acetilpropionile distruggano i polmoni, ma le sigarette, che sono piene di diacetile, non sembrano causare problemi in questo senso.
Causano problemi per altre ragioni, ma non per questo motivo.
Qualcosa non quadra, in effetti.

Ad ogni modo, per minimizzare il rischio, si è deciso di NON usare queste due molecole nei liquidi da svapo, secondo la filosofia che nei liquidi da svapo deve esserci meno roba possibile che possa creare problemi di salute.

Il problema è che in questo studio, smentito clamorosamente da Farsalinos, si è voluto far passare un caso di polmonite causata da qualche allergene per un caso di bronchiolite obliterante.
Ovviamente la notizia ha fatto scalpore, ma è sostanzialmente falsa.

Quindi tutte le accuse cadono: che i liquidi siano “chimici” non è un problema, e anzi è garanzia di qualità dove le aziende lavorano bene, le sostanze simil-burrose che potrebbero esserci, ma che sono sempre meno usate, non sembrano in ogni caso rappresentare un problema così grave per la salute, i metalli pesanti sono entro soglie più che accettabili e il contenuto dei liquidi è super noto.
Dunque, che problema c’è?
Nessun problema, in effetti 🙂

MI HANNO DETTO CHE IL VAPORE PASSIVO E’ PERICOLOSO…

 

Altro problema: come la mettiamo con tutto il vapore che buttiamo fuori e che magari qualcun’altro si respira?

Sappiamo che il fumo passivo è una rogna parificabile al fumo diretto, ma con il vapore il discorso cambia di molto.
In questa tabella possiamo vedere i risultati di uno studio spagnolo che ha chiarito un po’ di cose:

VOC

Lasciate perdere i valori di “exhaled breath” perchè sono stati presi dopo 30 minuti dalla fumata o dalla svapata.
Guardate solo il valore “smoke”, cioè le sostanze presenti nel fumo o vapore.
I valori di benzene, per dirne uno, sono di 1100 sulle sigarette, e di 0.6 o di “nd”, cioè non determinato, sulle ecig.

Si potrebbe osservare che 0.6, per quanto poco, è comunque un valore di benzene rilevato.
Se però guardate la prima colonna, cioè quella di “indoor air”, ovvero l’aria della stanza in cui hanno fatto l’esperimento, è comunque di 0.6.
In pratica con lo svapo non c’è stata emissione di benzene.

Fate lo stesso giochino per gli altri valori, e vedrete che disastro avviene con le sigarette, e cosa invece NON avviene con lo svapo.


I valori della ecig sono tutti “nd” o molto bassi.
Dunque lo “svapo passivo” non produce particolari emissioni tossiche, come verificato anche qui.


C’è sempre però il discorso nicotina, che viene esalata e quindi potrebbe essere un problema per chi se la respira.
Hanno però analizzato anche quello, ed è emerso che lo svapo passivo fa inalare ai soggetti presenti talmente poca nicotina da non avere effetti biologici, nemmeno in base ai più restrittivi valori del NIOSH, che è tipo l’istituto di medicina del lavoro americano.

Dunque sul vapore passivo si può andare ragionevolmente sicuri: non causa problemi.

Ovviamente rimane il fastidio per l’eventuale comportamento sbruffone di chi pensa di poter fare quel che vuole in presenza d’altri, e potrebbe essere comunque un problema se tra i presenti c’è qualcuno intollerante al glicole o al glicerolo, ma il massimo problema sarebbe probabilmente qualche fastidio in gola e un po’ di tosse, ma nulla di patologicamente rilevante, tipo rischio di tumori, enfisemi, ecc.
Men che meno problemi legati alla nicotina.

 

LA ECIG MI BUCA I POLMONI? HO LETTO CHE…

 

NO, non buca un bel niente, e appunto, la quantità di cazzate che si legge sui giornali o simil-giornali non specialistici è veramente grande.

Parlo di questa notizia, UNICA nel suo genere e unica in svariati anni di svapo, che come linkato all’interno dello stesso articolo che io vi ho linkato, presenta numerose mancanze.

In pratica non si sa niente dello stato clinico di questa persona, e non c’è alcuna prova che sia stato a causa dello schizzo di liquido.
Ve la riassumo in soldoni: un uomo è andato in ospedale con un grande dolore al torace, dicendo che il suo atomizzatore ha “schizzato” (capita, si sente una specie di schiocco e ci si trova con schizzi bollenti in bocca, che pizzicano un po’) e che il liquido bollente gli è ARRIVATO NEI POLMONI bucandoli.
Un disastro tale che ora, dice, ha il 25% di capacità respiratoria.

Cioè, uno schizzo da un Subtank gli ha mangiato TRE QUARTI di capacità respiratoria.
No, ma sei serio? Ma ce la fai?
A me verrebbe da chiedere questo.

https://i0.wp.com/ecigarettereviewed.com/wp-content/uploads/2015/10/Vaping-burned-a-hole-in-my-lungs.png

No, boh…vabbè, lasciamo perdere va

Anche perchè, al di là delle perculate che questo articolo si è preso da tutto il mondo del vaping, ovviamente MOLTO scettico riguardo all’episodio, non esistono ad oggi altri casi clinici uguali o anche simili al suo, nonostante lo “spitback”, cioè gli schizzi di liquido, siano una cosa relativamente frequente, molto fastidiosa d’accordo, ma che non hanno mai causato problemi.

Infine, in quell’articolo non ci sono dati, non sono stati verificati i dati, e la “prova regina” di questa diagnosi è data dall’infermiera che collegando la ecig al tubo dell’ossigeno (?!?!) ha fatto vedere che schizzava dal bocchino.
AH BEH, questa sì che è alta scienza 😀

Vabbè, direi che ho scritto fin troppo su sto episodio: BOCCIATO e attualmente INATTENDIBILE.
Sono passati quasi nove mesi, e non si è più saputo nulla.
Per quanto mi riguarda, e non solo per me, è un’emerita stronzata, priva di basi scientifiche, fisiche, anatomiche e tecniche.

 

CON LA ECIG MI FUMO LA FORMALDEIDE E L’ACROLEINA

http://i0.wp.com/trenchreynolds.com/wp-content/uploads/2014/12/Formaldehyde.jpg?resize=350%2C200

 

 

Informazione più falsa che vera.
La faccio breve, perchè non ha senso perderci troppo tempo, dato che ormai la realtà delle cose è stata ben analizzata, e ne ho anche già parlato qui.

Negli scorsi anni sono usciti alcuni studi che rilevavano la presenza di formaldeide, acetaldeide e acroleina nel vapore delle ecig.
Sono tre sostanze pericolose per la salute, irritanti e cancerogene.
Panico diffuso, la solita storia che “allora la ecig fa male” e via dicendo.
Si è scoperto analizzando bene gli studi in questione, che la procedura di laboratorio usata era sbagliata.

In pratica avevano dato TROPPA potenza agli atomizzatori usati, e per giunta avevano usato un tipo di atomizzatori che rischiano spesso e volentieri di “andare in secca”, cioè di rimanere asciutti sulla resistenza.

E’ un difetto noto, che è stato brillantemente superato con i successivi modelli di atomizzatori.
Parliamo pur sempre di atom vecchi di qualche anno, cioè atom “preistorici”,considerando l’evoluzione tecnologica che le ecig hanno avuto negli ultimi tre anni.

C’è però un fondo di verità in questa notizia, ed è di carattere più generale: se sul vostro dispositivo impostate una potenza ECCESSIVA per l’atomizzatore in uso, e/o se la resistenza non riceve abbastanza liquido, c’è il rischio di sviluppare e inalare sostanze tossiche e irritanti.

Per fortuna queste sostanze tossiche e irritanti che vi respirate sono in piccole quantità, perchè quando vengono prodotte, sentite un saporaccio di schifo e di bruciato che vi ferma.
In effetti acroleina e formaldeide non sono esattamente una svapata da grand gourmet 😀

Inoltre parliamo di quantità non superiori a quelle che un fumatore COMUNQUE assumerebbe, con la differenza che chi fuma se le respira tutte le volte, chi invece svapa lo fa, SE gli succede, solo per pochi istanti.

Quindi niente panico, vi basta usare gli atomizzatori alla giusta potenza e controllare sempre che il livello del liquido sia adeguato, oppure usare il controllo temperatura per non rischiare cattive svapate, che in ogni caso non vi manderanno nè in cimitero, nè in ospedale.
Penso di poter concludere qui le notizie su “svapo e salute” date da mio cugggino 😀

 ragazza in verde

IL LATO TECNICO DELLO SVAPO: LE PRINCIPALI LEGGENDE

 

Questa parte è decisamente più breve e riguarda le notizie false o non proprio esatte che riguardano la ecig più da vicino.
Forse interesseranno di più le persone che GIA’ usano le ecig, ma anche chi vuole avvicinarsi e magari “ha sentito dire che…”
Magari chi non svapa farà fatica a seguire il discorso, ma se vi rimarrà in mente qualche titolo, potrebbe aiutarvi a chiarire alcune idee per il futuro, quando ovviamente avrete preso la SAGGIA decisione di mollare le cicche e iniziare a svapare 😀

 

E’ VERO CHE LE ECIG ESPLODONO?

https://i0.wp.com/www.electroniccigaretteconsumerreviews.com/wp-content/uploads/2016/03/Whats-Going-On-With-Exploding-E-Cigarettes.png

 

 

E’ una domanda posta male.
E’ vero che le ecig POSSONO esplodere, questo sì, ma anche i cellulari possono esplodere (è già successo e succederà ancora), anche un notebook potrebbe esplodere, o perlomeno prendere fuoco, e più in generale ogni dispositivo con batterie può malfunzionare ed esplodere o sfiammare.

La U.S. Fire Administration ha redatto un report sui casi di incendio e danni vari causati dalle ecig negli U.S.A. tra i 2009 e il 2014.
Sono stati rilevati 25 casi, di cui solo DUE gravi.
All’epoca del report c’erano due milioni e mezzo di utilizzatori.

Direi che questa storia della ecig che esplode sia un pelino gonfiata, anche perchè la maggior parte dei casi segnalati riguardano malfunzionamenti in fase di ricarica, che ahimè, troppo spesso viene fatta alla cialtrona, magari usando batterie scadenti, caricabatterie scadenti o accrocchi strani di multiple, riduttori, ciabatte e prolunghe.

LA SIGARETTA ELETTRONICA FA RISPARMIARE O NO?

 

Questo punto è stato sfruttato da parecchi venditori improvvisati, specie all’inizio.
Non è nè vero nè falso, perchè dipende da quanto si fumava e da quanto e come si svapa.

Se consideriamo un pacchetto al giorno (circa 5 euro) sono 150 euro al mese di sigarette.
Se consideriamo 10 sigarette al giorno, sono quindi 75 euro mensili.
Valori medi ovviamente, ma non troppo lontani dalla realtà.
Usiamo questi numeri per farci due conti.

Dunque, con una cifra compresa tra i 40 e i 100 euro si può iniziare a svapare, e parlo dell’hardware, considerando i prodotti entry level e di fascia media/alta che ci sono ora.
A questo si aggiunge il costo dei liquidi e delle coil.

Diciamo che ci si svapa 5 ml al giorno, e diciamo che una testina dura 20 ml.
Un liquido pronto costa circa 10 euro di 20 ml, a parte i liquidi “speciali” che costano un po’ di più.
Significa 10 euro ogni 4 giorni, a cui aggiungiamo il costo della testina, che è circa 3 euro.
Sono 13 euro ogni 4 giorni, pari a 3,25 euro al giorno.

Già così, si sta spendendo meno che fumare un pacchetto al giorno.

Se poi ci si fa i liquidi da sè, o si usano atomizzatori rigenerabili, i costi della parte consumabile diminuiscono sensibilmente, portando la spesa quotidiana a valori decisamente più contenuti, forse di 1 euro al giorno o anche meno (non ho verificato, ma a naso mi sa che ci siamo).

Il problema è che se si svapa PIU’ di 5 ml al giorno, o se si fumava MENO di 10 sigarette al giorno, o magari si fumava tabacco da rollo, tutti questi numeri si scombinano.

Inoltre c’è il fattore “passione”, che potremmo anche chiamare “scimmia” 😀
Vale a dire che se ci si prende bene e sale la voglia di provare ogni novità, il costo dell’hardware non diventa più di 40-100 euro una tantum, ma diventa la cifra che magari si spende mensilmente per acquistare nuovi dispositivi che soddisfano la nostra voglia di novità.

Non è quindi possibile dire A PRIORI quanto si andrà a spendere, dunque ogni conto risulta inutile.
Sicuramente lo svapo premia economicamente gli ex fumatori molto incalliti, ovvero quelli da circa 10 sigarette al giorno, o più.

Bisogna però tenere NECESSARIAMENTE conto che i soldi non sono tutto nella vita (anche se sarebbe bello averne di più 😀 ) e che anche se dovesse convenire di più fumare, resta comunque un vizio che non conviene MAI, perchè dove recuperate in denari, perdete in salute.
Della serie che vi conviene comunque spendere di più per appagare il vostro vizio senza farvi del male 😉

HO PRESO LA SCOSSA SVAPANDO…

 

E’ una cosa che ho sentito la prima volta qualche anno fa da una mia amica, parlando di quel che era accaduto al suo ragazzo dell’epoca, alle prime armi con una ecig stile eGo con CE4.
Ho sentito nel tempo altri casi simili, tutti con l’elemento comune della “scossa in bocca”.

Ebbene, non ho mai verificato di persona sui loro dispositivi, ma dalla descrizione che mi hanno fatto sembravano tutti casi di “spitback”, cioè quel fenomeno di cui vi ho parlato prima, in occasione di Mr. “polmoni bucati” con il Subtank.
Molto semplicemente accade che la testina si sovralimenti di liquido, e quando date corrente si ha una vaporizzazione improvvisa di un “gocciolone” di liquido che quindi esplode e manda gli schizzi su per il camino, passando poi attraverso il bocchino e quindi fino alla vostra lingua, o labbra.
Ovviamente il liquido è caldo e la sensazione è pungente e acuta, in effetti simile a quella della scossa da elettricità statica.

Non è però corrente, è liquido caldo.
Capita spesso che quando l’atom faccia così, ci sia anche una specie di schiocco e di piccolo contraccolpo, che è appunto la mini esplosione che avviene dentro.
E’ tutto ok, rompe un po’ le palle, ma non è veramente pericoloso.
A farla brutta bruttissima vi scottate un po’, ma è molto raro (a me non è mai successo di scottarmi, in 3 anni di svapo compiuti oggi e circa 100.000 tiri di ecig, cifra più, cifra meno).

Dunque tranquilli, che prendere la scossa è meno facile di quel che si sente in giro 😉

 

SVAPARE SOPRA I 4 VOLT FA MALE

 

E’ un tormentone talmente falso e rompipalle che ci ho pure scritto una bloggata.
E’ abbastanza tecnica, quindi se volete capire leggetela, ma ve la riassumo:

questa dei 4 volt E’ UNA CAGATA PAZZESCA 😀

Di fatto non è SEMPRE falso, ma non è certo una regola generale.
Sarebbe come dire “se bevi più di mezzo litro di vino stai male”.

Può essere in effetti, se non hai mai bevuto, sei a stomaco vuoto e pesi 30 kg, ma se sei un soldato della Delta Force, pesi 130 kg, sei alto due metri e venti e fai colazione ad hamburger e whisky, probabilmente mezzo litro di vino lo usi per dissetarti dopo aver corso 😀

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In base al tipo di coil (tipologia, filo utilizzato, diametro ecc) cambiano i watt massimi sopportabili, che si traducono in un certo numero di volt massimi impostabili.
Nessun numero generale, sempre giusto o sempre sbagliato, perchè ogni resistenza fa storia a sè.
Fine del discorso.

 

CON LE BATTERIE IN PARALLELO HO PIU’ DURATA
/
SE LA COIL HA POCHI OHM HO MENO DURATA

 

E’ un discorso che in passato, mea culpa, io stesso ho sbagliato e divulgato, ma ora cerco di porvi rimedio.
La durata delle batterie si comporta MOLTO diversamente se parliamo di dispositivo elettronico o meccanico.

Su meccanico è vero che le batterie in parallelo durano di più, perchè i volt erogati condizionano la potenza ottenuta.
Idem il discorso della coil: ohm inferiori equivalgono a watt maggiori, e quindi minor durata di batteria.

Il collegamento è quindi tipo:

BATTERIA —-> ATOMIZZATORE

 

Su elettronico questo discorso potete buttarlo al cesso 😀
In un dispositivo circuitato abbiamo infatti una situazione composta così:

 

BATTERIA —-> Circuito —-> ATOMIZZATORE

 

Il circuito fa da tramite, da ponte, e vi sballa tutti i conti.
Quindi una cosa è il collegamento “Batteria —-> Circuito”,
un’altra cosa, concettualmente separata, è il collegamento “Circuito —-> Atomizzatore”.

Usare i numeri che valgono sul secondo pezzo per fare conti sul primo pezzo, è sbagliato.

Questo è il motivo per cui se pensate che una coil con pochi ohm vi scarichi prima le batterie, state sbagliando, perchè la coil è nell’atomizzatore, quindi secondo pezzo, mentre la batteria è nel primo pezzo.
Infatti il valore della coil è ININFLUENTE sulla vita delle batterie, in un dispositivo elettronico.
O meglio, c’entra, ma non in termini di “più basso = meno durata”.
Diventa una questione di efficienza del circuito con quel valore di coil, e non di avere una minore durata SOLO perchè gli ohm sono di meno.
La vera differenza la fa la potenza di utilizzo.

Ugualmente, farsi i conti di quanti ampere si stanno chiedendo alle batterie guardando i volt e gli ohm dell’atomizzatore, è sbagliato.
Questo calcolo va fatto con i watt che state chiedendo e i volt a cui è la batteria.

Sempre per la medesima ragione, serie e parallelo, su dispositivi con circuito, sono la stessa cosa in termini di durata.
Due batterie in serie avranno il doppio dei volt e uguali ampere.
Due batterie in parallelo avranno il doppio degli ampere, ma uguali volt.
I watt/ora che ne derivano, in quanto dati da Volt x Ampere, sono sempre quelli.

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Serie, parallelo…ma a me, che cazzo me ne frega a me? Io svapo.

 

DUE PAROLE SULLA MATURAZIONE DEI LIQUIDI…

 

E’ più o meno da due anni che sento sempre più spesso sta storia della maturazione.

Settimane o mesi di sapiente invecchiamento dei liquidi fatti in casa, che nemmeno il migliore whisky barriquato viene lavorato così…
E tutto per cosa?
Mi sono sempre chiesto quale fosse il fondamento chimico alla base della questione, chi avesse ideato sta cosa, PERCHE’ l’avesse ideata, se fosse realtà o tradizione, se in effetti servisse il mitico “agitatore magnetico” che pareva diventato il nuovo vitello d’oro dello svapo.
Più ci ragionavo, più la “maturazione” mi sembrava insensata, ai livelli che avevo letto io perlomeno, e anche le mie prove pratiche mi davano abbastanza ragione.
L’agitatore magnetico ok, potevo ritenerlo utile, ma per una questione di ossidazione degli aromi, che MAGARI, chissà, ossidandosi acquisivano una nota migliore.

Ipotesi però, niente di più.
Qualche giorno fa, finalmente, ho trovato su FB un post mezzo degenerato, che però portava info preziose.
Devo ringraziare Renzo, Massimiliano e l’altro Massimiliano, tre famosi produttori di eliquids e aromi, per le ottime risposte che hanno dato a riguardo.
Io non vi dirò se è giusto o meno giusto far maturare i liquidi, o usare l’agitatore…ve lo diranno loro 😉

RENZO:

Cos’è un aroma: una sostanza con caratteristiche sensoriali specifiche che serve a conferire particolari caratteristiche percettive ad altre siano essi alimenti, tabacchi o cosmetici.

Cos’è la solubilità
: è la misura della quantità di soluto che si può sciogliere in un solvente

Cos’è un ossidoriduzione: è una reazione chimica che comporta scambio di elettroni tra diverse specie chimiche cioè determina delle reazioni chimiche che possono essere di ossidazione e/o di riduzione

Cos’è la velocità di reazione: rappresenta la variazione nel tempo, che avviene proporzionalmente alla temperatura, della concentrazione di specie chimiche, della loro massa o di qualsiasi loro proprietà.

Non dimentichiamo come si classificano gli aromi:
naturali e sintetici, i primi sono in generale più stabili e sono paragonabili ad un MP3, i secondi sono più suscettibili di variazioni ma più completi per composizione e li paragonerei an disco analogico.

Quindi che cosa avviene nella famigerata maturazione ?
Principalmente la solubilizzazione dell’aroma nel proprio solvente con tempi modalità che dipendono appunto dalla sua concentrazione, dalla temperatura e dalla possibilità di svolgere ossidoriduzioni.

Detto questo la cosa più sbagliata è trarre regole generali:
se prendiamo una fogliolina di menta e la mettiamo in un contenitore con dell’acqua l’aromatizzazione della stessa avverrà ma probabilmente faticheremo a percepirne la presenza.
Viceversa se inseriamo un aroma concentrato con una goccia sentiremo ampiamente il gusto ed il sapore.
Cosa discende da questo banale ragionamento ?
Che se l’aroma non ha particolare forza saremo costretti a sperare che tutte le sostanze passino in soluzione e siano percepibili, ma per fare questo occorre appunto del tempo, oppure una maggior temperatura oppure qualche azione cinetica o un solvente diverso.

In sostanza se operiamo con aromi di elevata prestazione e in concentrazioni elevate (sempre sotto il limite della sovrasaturazione) otterremo prima l’effetto percettivo desiderato e questo in generale rimarrà stabile.
La sua stabilità però dipende dalla complessità chimica dello stesso: più è complesso e maggiori sono le possibilità di sviluppare reazioni di ossidoriduzione che appunto ne modificano le caratteristiche.

Ma attenzione che nel caso di ossidazioni è la presenza di ossigeno che favorirà queste reazioni.
Forse questo spiega il motivo per il quale molti usano l’agitatore magnetico per tempi lunghissimi, non si ottengono solo sviluppi a livello solubilità ma anche vere e proprie ossidazioni.
Le ossidazioni non sono in generale reazioni desiderate perché di fatto alterano il gusto negativamente in generale negli alimenti.. chi mangerebbe volentieri una fetta di salame ossidata?
Ecco perché noi non li usiamo assolutamente ma semmai prediligiamo dei cicli termici con dei blandi mescolamenti.
Perché in tutti i prodotti compresi quelli da svapo si scrive tenere in recipiente ben chiuso, lontano dalla luce e da fonti di calore?
Combattere le ossidazioni che si hanno per esposizione l’aria è una delle prime cautele di conservazione e i vortici delle agitazioni violente seppur comunque lentamente favoriscono queste ossidazioni. Poi se piacciono va bene così.. 🙂

Per essere più chiaro il tempo necessario per fare “maturare” un aroma può essere anche molto breve nel caso di aromi sintetici o naturali provenienti dall’industria aromatiera.
Lasciarli maturare troppo porta alla loro alterazione, soprattutto in presenza di un alcaloide come la nicotina, tante che si indica un TMC o in alcuni casi una vera e propria scadenza.

Nel caso parliamo di estratti naturali come con i tabacchi (i cosiddetti macerati), lasciando perdere ragionamenti su come sono preparati a livello casalingo, il discorso è sempre uguale ma variano le circostanze per effetto della minore possibilità che hanno questi aromi di essere “forti”.
Il lasciarli qualche tempo nel solvente permette di sfruttare tutta la solubilità e quindi non perdere nulla del potenziale aromatico presente.
Ma non confondiamoci le idee con maturazioni a mesi facendo riti satanici serali per ottenere gli elisir più preziosi. Una volta che l’aroma è sviluppato in massima parte poi parliamo di miglioramenti ulteriori lentissimi che si potrebbero confondere banalmente con ossidazioni.

In definitiva la quantità di aroma presente,le sue caratteristiche chimiche e quelle del suo solvente, le condizioni fisiche in cui è preparato e posto determinano la specificità della sua solubilità e definizione e quindi non è possibile in sostanza generalizzare con regole auree di carattere universale. 😉
[…]
l’agitatore magnetico è uno strumento che ha un’utilità nell’uso casalingo o nei laboratori per applicazioni specifiche.
Ma sempre da usare con grande parsimonia… cioè pochissimo con le beute chiuse e a bassa velocità! 🙂

MASSIMILIANO:

Premetto che spesso quando preparo un nuovo mix, lo metto sull’agitatore mezz’ora a 30 gradi (mai di più perché fa più male che bene), e poi lo provo per capire a grandi linee se sono sulla strada giusta o se qualcosa va corretto.
Non ho avuto modo di leggere tutti i commenti, ma per la mia modesta esperienza mi sono reso conto che fruttati e mentolati si possono svapare tranquillamente già dopo 24/48h, mentre per le creme, le vaniglie ed i tabaccosi qualche gg in più male non fanno, soprattutto per quanto riguarda le vaniglie, alcune salgono anche dopo 15/20gg

Sicuramente il tipo di base usato, incide in maniera “pesante” sull’amalgama finale.
Ovvio che una base “sbilanciata” in favore del Vg tende ad aver bisogno di più gg per amalgamarsi con le molecole dell’aroma.

L’ALTRO MASSIMILIANO:

Io penso che si sta facendo una gran confusione tra estrazione e miscelazione.
Se dobbiamo fare un estrazione/macerazione, allora abbiamo bisogno di tempi medio lunghi, ma per una miscelazione tra 2 elementi idrosolubili non vedo il motivo di lunghi steeping.
Uno steeping di almeno 24/48 h lo consigliamo anche sui nostri aromi, ma parlare di mesi…

A QUANTO SI DILUISCE IL RED ASTAIRE?

https://i0.wp.com/a2.files.biography.com/image/upload/c_fit,cs_srgb,dpr_1.0,h_1200,q_80,w_1200/MTE4MDAzNDEwNDM5NDcyNjU0.jpg

 

Tra l’8% e il 15% in base al gusto personale.

La faccia del buon Fred vi dovrebbe far capire che è giunto il momento di “anche basta” con sta domanda, che nemmeno l’ipotesi di Riemann sembra essere così ostica da risolvere 😀

Vi lascio con questo skyline di svapo e città tecnologica, nella speranza che queste ottomilatrecento e rotte parole vi diano un aiuto in più verso il solito disinformato (o spaccamaroni) di turno che mentre si accende una sigaretta vi dice che “l’altro giorno mi ha detto mio cugggino che qualche anno fa ha svapato ed è morto”…

Una buona giornata, una buona svapata, e un saluto a tutti voi.

Mat

 

tette dubai
Box americanazza, dripper d’ordinanza e via, a regnare sullo skyline

 

48 thoughts on ““Mio cugggino mi ha detto che se svapi…” (leggende, balle totali e verità sui vaporizzatori personali)

  1. mi piace proprio tanto il modo in cui affronti la tematica svapo, in maniera decisamente controtendenza e pragmatica; purtroppo il vaper, in linea di massima, è un sognatore confuso che si fa incantare dalle luminarie pubblicitarie, dai sentito dire e dalle “opinioni” soggettive. Un lavoro (ri)educativo come il tuo alla ricerca di un minimo di oggettività e buon senso è impagabile(nonché, data la complessità tecnica, faticoso)… sempre ammesso ci sia chi ha orecchie per ascoltare.
    Intervengo sulla questione batterie. Se su elettronico hai resistenza e voltaggio alti, consumi cmq di meno, a parità di watt, che con coil a bassi ohm, non meno quanto da calcoli indubbiamente ma cmq meno. Le perdite medie di corrente in uno step-up ai limiti è del 15% ed è approssimativamente questo il correttivo ai calcoli da applicare. Quello che affermi nel post è invece assolutamente vero nel caso di utilizzo in TC, ma solo in questo caso 🙂

    ps: volendo in altri post potresti disquisire il parametro “massa della coil” che è importantissimo ma di cui nessuno parla mai… e te credo, sennò non si venderebbero più box da 200W e fili da recinzione 😛

    un saluto, e complimenti

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    • Ciao Equilibrista!
      Eh, infatti a me premeva trasmettere il concetto che gli ohm, alti e bassi che siano, “non influenzano” la durata come invece sarebbe su meccanico.
      Ho volutamente tenuto aperta la porta dell’efficienza, proprio perchè sappiamo bene che lo step up, bene che vada, ha un’efficienza del 90-93%, anche se non dicono mai a quale potenza e con quale carico.
      In realtà ora come ora mi sto scontrando di brutta maniera contro l’efficienza di uno step down molto famoso tra i vaper dell’ultim’ora, ma che mi sta facendo porconare in svariate lingue.
      Attualmente, con la prova che ho fatto, siamo a un ragguardevole 62% di efficienza…boh, a dir poco un cesso.
      Se te ne intendi di elettronica, sarò ben felice di avere il tuo appoggio (possiamo sentirci via mail).
      Detto ciò, cosa intendi per “massa della coil”?
      Il fatto dell’inerzia termica, watt su superficie ecc?
      Grazie ancora per i complimenti 🙂

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      • In teoria sarei un perito elettronico, ma nella vita ho fatto tutto tranne quello per cui ho studiato 😀
        Eh, infatti direi bel cesso…però dev’essere un ottimo scaldamani 😛
        Il discorso superficie lo hai già affrontato egregiamente, intendo che quella superficie contiene però materiale da riscaldare inutile ai fini dello svapo; energia sprecata o in termini di tempo o in termini di watt per arrivare alle temperature di evaporazione dei liquidi. Il mito del filo grosso sarebbe da rivedere cum grano salis…
        sono forse ancora più eretico di te rispetto al comune approccio allo svapo fatto di luoghi comuni e superstizioni 😉

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      • Non importa cosa fai ora, a me interessa quello a cui tendi 😀
        In realtà no, è lì il problema.
        Non so, ma credo che l’energia o venga indirizzata bene, o se ne vada in calore.
        Ci sono altre possibilità?

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      • tendo ad usare quel pò di materia organica tra un orecchio e l’altro 😀
        infatti se ne va in energia termica, che solo in parte è utile alla svapata… il resto è un enorme(e pericoloso) spreco, soprattutto seguendo le ultime mode, veramente assurde, dei troppi ampere su pochi centesimi di ohm. Come hai stigmatizzato giustamente altrove sarebbe una “necessità” dei meccanici, non degli elettronici. La nostra beneamata VTC mini per esempio, in variwatt, i 75W li da anche con 1.08 ohm e “appena” 8.33A, con tutti i vantaggi conseguenti. Altro discorso sarebbe poi verificare quanti di tutti sti watt vengano (in)utilizzati. L’illusione la creano infatti i fili grossi(magari twist, clapton, ecc), ovviamente pure montati in parallelo; una massa “enorme” da scaldare che introducendo una latenza temporale ti fa sognare di svapare a milawatt 😀
        dal mio punto di vista un non senso, che si limitasse solo ad un impatto di dispendio economico, tanto tanto… ma comincia a diventare anche poco salutare; vedo per esempio diffondersi “per moda” configurazioni con batterie al litio usate ad altissimi amperaggi in serie, che sono un ottimo surrogato della roulette russa…

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      • bellissimo oggetto… ed è quello che ci frega, l’emozione; e a farsi friggere la tecnica(volevo comprarla anch’io ovviamente, ed ho lottato con la scimmia come Abramo con l’angelo per resistere) 😛
        cmq basta usarla entro limiti “umani” e non è acquisto mal fatto, datosi l’indubbio pregio estetico in rapporto al prezzaccio; da sfizio…

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      • Eh, io però l’ho comprata per avere autonomia, e verificando in internet, nessuno aveva lamentato CHIARI problemi di durata batterie.
        Qualcuno sì, ma la discussione finiva in vacca, incolpando le batterie e rispondendo con prove aneddotiche riguardo all’ottima durata nonostante l’uso a ottomila watt.
        Oh, più di così, non avrei saputo come verificare.
        Ora, carta e matita alla mano, tra watt/ora e minuti, mi si sono prospettati dei numeri pessimi.
        Ma forse è perchè il circuito è in serie, quindi i mAh non aumentano… (TROLOLOL 😀 )

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      • esatto… con batterie in serie hai solo più volt. Che poi il circuito undervolta con i risultati che hai verificato. Di più, con tre batterie in serie, per quanto apparentemente basse le resistenze interne+quelle da contatto facendo circolare tanta corrente non sono più trascurabili e si trasformano in energia sprecata in riscaldamento delle batterie stesse(che oltretutto come minimo ne abbrevia la longevità)
        Lo svapo come dicevo più su, è purtroppo il regno delle “impressioni”, ma la fisica non è un opinione 🙂

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      • ps: non trovo le specifiche della tensione max che l’RX può erogare… teoricamente fino a 26V. L’autonomia(e la sicurezza) la recuperi sfruttando gli alti voltaggi, quindi con resistenze alte. Diciamo che non è la box più indicata per il TC 😉

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      • davvero ha il limite a 9v? Non ci posso credere :-O
        allora è proprio “na sola” commerciale… e si, forse è proprio il caso di scriverci su qualcosa. Che poi a sto punto non capisco perché non mettere le batterie in parallelo, almeno erano autonomia e ampere in sicurezza… così è un totale non senso, boh

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      • eh, ma proporre una serie senza almeno sfruttarne i vantaggi non è che sia il massimo della progettazione. Mi sarei aspettato almeno la disponibilità dei 12.8v naturali. Più ci si allontana dai valori nominali di partenza più inefficente diventa il circuito di conversione… vale sia in stepup che in step down. Poi dipende pure dal tipo di conversione… la vtc mini per esempio lavora meglio in stepup. Ed è uno dei punti di forza del circuito, a volerlo e saperlo sfruttare vantaggiosamente: 9v contro, per dire, i 6.2 del DNA75.E pensare che nell’epoca dei tubi andavamo in delirio per un circuito che desse un decimo di volt in più 😀
        Cmq sta notizia mi ha lasciato di stucco

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  2. Debbo ammettere che in alcuni passaggi, mi sono fatto delle grasse risate…ma che l’articolo sia davvero scritto molto bene, è fuori da ogni discussione. Tant’è vero che l’ho postato anche sul mio profilo Facebook…e non posto molte cose sul mio wall, anzi. 😉

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  3. Davvero complimenti. Preciso nello sbugiardare le più comuni leggende metropolitane relative al nostro amato mondo dello svapo il tutto condito da un ironia davvero notevole. Ti ho scoperto da poco e sono felice di averlo fatto.

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  4. Pingback: “Mio cugggino mi ha detto che se svapi…” (leggende, balle totali e verità sui vaporizzatori personali) — Mat Eric’s Reflections – svapoecig

  5. Questo è un super artico scritto bene e comprensibile. Sto pensando di metterlo su PDF e stamparlo e poi distribuirlo in piazza la domenica modello “Ostia” per i cattolici. Sei davvero un grande. Bravissimo!

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  6. Pingback: Gruppo FB “Svapo Italia” – Risposte alle domande frequenti (F.A.Q.) | Mat Eric's Reflections

  7. Pingback: Gruppo FB “Svapo Italia” – F.A.Q. per neofiti | Mat Eric's Reflections

  8. Ottimo articolo! Ma la parte sulla durata della batteria è sbagliata, la durata della batteria dipende in via diretta dalla corrente non dalla potenza. La spiegazione, solo per chi fosse interessato, è che la corrente per definizione la quantità di carica elettrica trasportata per unità di tempo e la batteria non è nient’altro che un accumulatore di carica (non a caso la capacità di una batteria si misura in tot mAh, cioè occorre una corrente di tot mA per scaricare la batteria in un’ora). Dunque, se su un’elettronica a parità di potenza metto una coil con resistenza maggiore, la corrente è più bassa e la batteria dura di più. Non sono un gran conoscitore di atomizzatori e cose varie, ma sulla parte elettrica posso risolvere tutti i vostri dubbi xD

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    • Ciao PG 😉
      Su elettronico non funziona come dici, poiché l’autonomia si misura in W/h, e i watt sono volt x ampere.
      Vale a dire che se passa meno corrente ci sono più volt e viceversa.
      Ecco perché è la potenza a far variare l’autonomia, e non il valore della coil 🙂

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      • Ciao Mat! Il tuo ragionamento è corretto, raddoppio i volt e si dimezza la corrente, i Watt alla fine non variano. Ma il problema sta nel fatto che non sono i Watt a scaricare la batteria ma la corrente che l’attraversa. Comunque, il W/h dimensionalmente non torna, il Watt è una potenza e una potenza per unità di tempo non esiste in fisica se non forse in qualche applicazione avanzata che non conosco. Supponiamo che tu intendessi il Wh, che è un’unità di misura per l’energia. La carica elettrica si misura anche in Coulomb (simbolo “C”) oltre che in mAh. L’Ampere (“A”), definito come C/s (“s” sta per secondo) misura la corrente e su questo ci siamo. In generale, se si fanno i conti bene, l’analisi dimensionale deve tornare; se la capacità della batteria, ovvero la quantità di carica che contiene, si misura in C, non puoi ridurgliela ragionando in Watt (che sono C*V/s), ma bensì tenendo conto di quella grandezza che misura proprio la “velocità” con cui questi Coulomb vanno via, che è appunto la corrente. L’autonomia, che si misuro in secondi, è C/A (o mAh/A/1000*3600). Infatti, se l’Ampere è C/s, viene che C/A=C/(C/s)=s, Coulomb sparisce e rimangono i secondi. Ti parlo per esperienza personale, sia perchè l’ho verificato sulla mia iStick Pico, sia perchè anni fà passai l’esame di trazione elettrica (veicoli ibridi per intenderci) e mi ricordo che calcolare l’autonomia delle batterie era una delle domande XD

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      • Ciao PG!
        Dunque, il punto è che la resistenza è comunque a valle del circuito, non collegata direttamente alla batteria.
        Di base, devi sempre considerare che a seconda del circuito che c’è, la batteria parte sempre da 4.2 volt e ha tot mAh di capacità.
        Una resistenza più alta o più bassa, a parte l’efficienza del circuito che certamente riguarderà un certo range di valori di resistenza, non va a influenzare la velocità di scarica.
        Nel caso dei dispositivi meccanici sì, in quelli elettronici no.

        Se una cella può darti 9 Wh, ad esempio, e tu le chiedi 18 watt, ti durerà mezz’ora, a prescindere da come glieli chiedi.
        La batteria andrà sempre da 4.2 a 3.3, e il circuito si occuperà di frenare o aumentare i volt.
        La resistenza in tutto questo non c’entra nulla, se sei su dispositivo circuitato.
        Se tipo stai chiedendo 42 watt a una batteria carica, stai chiedendo 42 : 4.2 ampere, cioè 10 ampere.
        Se quei 42 watt sono richiesti con 8.4 volt perché la coil è “alta”, il circuito dovrà innalzare il voltaggio (a spese dei mAh), se invece è “bassa” i volt richiesti saranno magari 2, non 4.2, ma a quel punto saranno gli ampere ad aumentare, e torniamo al punto di partenza.
        Su elettronico non ti cambia nulla il valore della coil per questo motivo, al netto ovviamente dell’efficienza del circuito.

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      • Se non è chiaro ragioniamo per assurdo, la potenza si misura in V*A ma io preferisco usare la leggere di Ohm e dire che la potenza è Ohm*A^2. Se al posto della coil metti un super-conduttore, che ha una resistenza praticamente nulla, ottieni che non stai erogando W (0 Ohm, non vaporizzi liquido) eppure la batteria si sta scaricando quasi istantaneamente per la corrente è elevatissima (trascurando il fatto che la batteria esploderebbe alla grande ahahaha). Ecco perchè i W non contano 😉

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      • Scusami hai ragione! 🙂 Facevo il ragionamento esatto sul circuito sbagliato, nell’elettronica è Batteria>Convertitore DC/DC<Coil, quindi la batteria lavora sempre a tensione nominale e stessa corrente indipendentemente dalla coil se non cambio la potenza, è il convertitore che a valle cambia la tensione (e inversamente alla tensione cambia anche la corrente). Grazie, ora capisco anche perché la Pico con Melo 3 e resistenze da 0.5 Ohm dura di più rispetto alle 0.25 a parità di potenza: fanno così schifo che non svapo! XD

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      • Precisamente 🙂
        Il tuo ragionamento va benissimo in meccanico, dove evidentemente puoi anche cortocircuitare una batteria con il prevedibile e catastrofico esito del botto.
        In elettronico devi ragionare a monte e a valle 😉

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  9. Esaustivo. Però secondo me un altro mito è che si svapi in media 5ml al giorno. Forse ai tempi del phantom. Non conosco alcun ex-fumatore minimamente degno di questo nome (ovvero non meno di mezzo pacchetto al giorno) che, con gli atom, le coil e le box attuali, si limiti a 5ml (a meno che non si sfondi di nicotina come un animale). Ma nemmeno col Nautilus e resistenze da 1.8-1.6. Non parliamo poi di sub-ohm anche in modalità ‘leggera’ (diciamo intorno ai 40 W) e con le coil più strambe (clapton, alien, tiger e sticazz), che bevono come un’Alfa degli anni ’70-’80. Poi certo, se siete di quelli che le res vi durano due mesi, e alla domanda: ma quanti refill? Rispondete uno ogni due settimane. Allora date retta: non eravate fumatori e non siete svapatori. Potete tranquillamente buttar via tutto e risparmiarvi pure quella miseria che spendete…

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