Configurazioni serie, configurazioni parallele

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Lo svapo è un mondo particolare,
un mondo in cui l’alternativa a “serie” non è “scherzose”, bensì “parallele”.

Possiamo parlare di batterie, oppure di resistenze, ci saranno sempre quelle serie e quelle che non sono serie 😀

Ho pensato di scriverne perchè c’è un po’ di confusione su questo discorso.

Ad esempio, è vero che le box in serie “spingono di brutto”?
Quelle in parallelo invece stanno ferme e non spingono?
O forse dipende dal caso?
E le resistenze, di solito le facciamo in serie o in parallelo?
Cambia in effetti qualcosa, o sono solo menate concettuali da “professorone”?

Provo a fare un po’ di chiarezza, senza ovviamente infognarmi in discorsi troppo tecnici, anzi “tennici“, giusto per smentire un po’ di voci di corridoio che ogni tanto leggo.

Ah, dimenticavo: BUON ANNO EH! : D (anche se ormai siamo a due terzi di gennaio )

happy-new-year

circuito-bordelloBUON ANNO!!! FESTEGGIAMO SPIEGANDO QUESTO BEL CIRCUITO!!

Ok, e dopo la traumatica immagine di questo BELLISSIMO circuitino, passiamo alla spiegazione vera 😉

Vado via dritto con la versione riassunta e abbreviata, la solita “Too long; didn’t read” 

VERSIONE TL;DR



Le batterie in serie vi danno volt doppi, quelle in parallelo ampere doppi.
Se usate dispositivi circuitati non vi cambia niente saperlo.

Se invece usate dispositivi meccanici, le batterie in serie sono una rogna,
quelle in parallelo una figata.
Comunque, vi ho messo una tabellina riassuntiva per non farvi saltare le mani.

Serie o parallelo che sia, non fatevi imbrogliare sul conto dell’autonomia.

La Hammer Of God è serie+parallelo, ma lasciate stare, che è meglio.
Più giù c’è il video di Ignoranz sulla Hammer Of God che ve la spiega.

Le resistenze in parallelo sono quelle che si fanno sempre,
quelle in serie non si fanno mai, anche perchè hanno poco senso.

Nelle dual coil in parallelo, se sono uguali, gli ohm finali sono la metà della singola coil.
Nelle resistenze in serie, gli ohm finali sono la somma dei singoli.

Il filo parallel è una bella storia.

Qua e là troverete le foto di alcune vaperesse.



Bien, partiamo ora con la spiegazione lunga, dove ve la racconto.

Sappiamo che nei nostri dispositivi possono esserci una o più batterie, fin qui non credo ci siano dubbi.
Che siano rimovibili o meno non cambia, ma per andare meglio, userò come esempio i dispositivi con batterie 18650 rimovibili, che direi sono la maggior parte sul mercato.

Se c’è UNA batteria il discorso si chiude qui e potete fare a meno di leggere,
perchè serie e parallelo riguardano il collegamento di due o più batterie.

Partiamo quindi dal caso più semplice, cioè una dual battery.
Quelle che potreste avere o aver sentito nominare sono ad esempio la Smok Alien, la Joyetech Cuboid, la Tesla Invader III, la Wismec Noisy Cricket II, la Lost Vape Therion, la SX Mini Q Class ecc.

Ci sono ovviamente anche le box meccaniche dual battery, tipo la Tesla Invader II o la Noisy Cricket I, tanto per citarne due di relativamente attuali.

Una box in serie elettronica, una in parallelo meccanica, e una che fa entrambe le cose

Qui scatta la prima GRANDE DIFFERENZA:

Box meccaniche ed elettroniche SI COMPORTANO DIVERSAMENTE
nel gestire le batterie in serie o in parallelo.

Vi spiego dopo i dettagli 😉

Partiamo quindi dalla teoria, perchè se non si sa il concetto, non si capisce nemmeno l’oggetto.

UN PO’ DI TEORIA…

Allora, due batterie possono essere collegate insieme in DUE modi diversi:


1) IN SERIE:
La testa di una collegata con il fondo dell’altra, i due capi rimanenti vanno alla resistenza.


2) IN PARALLELO:
La testa di una con la testa dell’altra, il fondo di una con il fondo dell’altra.
Le due teste e i due fondi vanno alla resistenza.


Come sempre, un’immagine vale più di mille parole, quindi ecco i due collegamenti in versione disegno:

batterie-serie-parallelo

La prima fila di batterie è in parallelo: tutte le teste collegate insieme che vanno poi alla resistenza, e tutti i fondi collegati insieme che vanno alla resistenza.

La seconda fila è in serie: testa di una con fondo dell’altra, un capo della prima e un capo dell’ultima che vanno alla resistenza.
E’ come se venissero messe tutte in fila, una dietro l’altra.
In serie, appunto.

A livello di “colpo d’occhio”, potete capire se una box dual battery è in serie o in parallelo guardando la direzione delle due batterie

Se vanno in direzioni opposte (cioè una con la testa “su” e l’altra con la testa “giù”) avrete una configurazione in serie.

Se invece le due “teste”, cioè i due poli positivi, vanno nella stessa direzione, è una box in parallelo.

Immagini per favorire, as always:

batterie-in-parallelobatterie-in-serie-2

A sinistra c’è una configurazione parallela, quindi testa con testa e fondo con fondo, come segnalano bene le due strisce rosse e nere.

A destra una configurazione in serie: guardando le scritte sulle batterie vedete che una va “in su” e l’altra “in giù”.

A titolo informativo, è anche possibile combinare le due cose, mettendo ad esempio due batterie in serie tra loro, poi altre due batterie in serie tra loro, e collegando quindi le due coppie in parallelo.
Ve ne parlerò dopo.

A livello di utilizzo, quindi, cosa ci cambia avere una box in serie o in parallelo?


Nella configurazione in SERIE, otterrete il DOPPIO DEI VOLT,
ma gli ampere di scarica e i milliampere resteranno gli stessi di una sola batteria.

Nella configurazione in PARALLELO, otterrete il DOPPIO DEI MILLIAMPERE
E DEGLI AMPERE DI SCARICA,
ma i volt massimi resteranno gli stessi della singola batteria.


Esempio pratico:

La Samsung 25R ha 2500 mAh, una scarica continua di 20 Ampere ed eroga 4.2 volt a piena carica.

Due Samsung 25R IN SERIE svilupperanno 8.4 volt a piena carica (si raddoppiano i volt, quindi 4.2 x 2), ma avranno sempre 2500 mAh e sempre 20 Ampere di scarica.

Due Samsung 25R IN PARALLELO invece raddoppiano i milliampere e la scarica, cioè raddoppiano gli ampere, nelle due declinazioni possibili.
Daranno 4.2 volt massimi, come se fosse una sola batteria, ma daranno 5.000 mAh e 40 Ampere di scarica, cioè 2500 mAh x 2 e 20 ampere x 2.

Occhio però al primo errore in cui potreste cadere,
cioè quello dell’autonomia.

Come si calcola l’autonomia delle batterie? In mAh, giusto? No, non del tutto.

E’ più giusto calcolarla in WATT/ORA, cioè ha più senso mettere in relazione la POTENZA con IL TEMPO.

D’altra parte se qualcuno vi chiede “quanto durano queste batterie?”, la prima domanda che si dovrebbe fare è: “beh, a quanti watt svapi?”.

Istintivamente quindi “sappiamo già” che le batterie vanno misurate
tenendo conto della potenza di utilizzo.

I Watt/ora si calcolano quindi
moltiplicando i volt nominali della batteria per gli ampere/ora disponibili.

Sempre nel caso delle Samsung 25R, abbiamo 2500 mAh, e 3.7 volt di valore medio.
In serie ci danno il doppio dei volt, ma uguali milliampere/ora, l’abbiamo visto poco fa.
Procediamo con i conti.

DUE SAMSUNG 25R IN SERIE

2500 mAh = 2.5 Ah
(3.7 x 2) x 2.5 = 18.5 Watt/ora

Proviamo ora con le stesse 25R, ma in parallelo.
Abbiamo solo 3.7 volt nominali, non il doppio come prima, ma in compenso abbiamo il doppio dei milliampere/ora.

DUE SAMSUNG 25R IN PARALLELO

2500 mAh x 2 = 5000 mAh.
5000 mAh = 5 Ah

3.7 x 5 = 18.5 Watt/ora

Valore identico.

Questo è relativamente intuitivo: sono sempre due batterie, quindi non può essere che l’energia sparisca.

In parole spicce: ciù is megl che uan, come diceva il buon Stefano Accorsi in una vecchia pubblicità, e quindi due batterie danno il doppio dell’energia di una.

Come le collegate, le collegate, ci sarà sempre disponibile il doppio della singola.

Qui finisce la parte di teoria: procediamo con la parte pratica 😉

ciu-is-megl
Un giovane Accorsi mentre spiega alle due sgnoccole le configurazioni
in serie e parallelo. Beh, non proprio, ma vabbè.
Me la ricordo e mi sento vecchio 😀

ragazza parallel serie 2.jpg

SERIE E PARALLELO SU DISPOSITIVI ELETTRONICI

I dispositivi elettronici sono quelli con il circuito, le protezioni ecc, cose già dette in passato, anche qui nel blog.

Cosa cambia per il vaper tra box in serie e parallelo, su elettronico?
ASSOLUTAMENTE UNA SEGA! 😀

Ok, forse sono stato un po’ troppo brutale, ma su elettronico tutto il discorso teorico che vi ho fatto, di volt che raddoppiano, ampere che raddoppiano ecc, non coinvolge granchè l’utente finale.
Il motivo è che su elettronico, i volt o i watt sono regolati.

In pratica, a prescindere da quello che succede nel comparto batterie, quello che arriva all’atomizzatore è un altro paio di maniche, perchè il circuito ci si mette di mezzo e scombina tutto, occupandosi di gestire i volt, proteggere l’utente da eventuali richieste eccessive di watt e di ampere, e via dicendo.

Per farvi un esempio, mettiamo caso che si stia usando una box elettronica in serie.
Dovrebbero essere 8.4 volt, giusto?
Voi però magari svapate a 20 watt e chiedete 3 volt al circuito, alla faccia degli 8.4 volt.

Ecco perchè dico che quando c’è un circuito, all’utente finale non cambia granchè la configurazione delle batterie.
Il discorso si potrebbe chiudere qui, ma per completezza vi metto la spiegazione del perchè non cambi nulla.
Se volete leggetela, sennò va bene anche quello che vi ho detto fin qui e potete saltare avanti, alla sezione “serie e parallelo su dispositivi meccanici“.



SPIEGAZIONE DEL PERCHE’ NON CAMBIA NULLA SU ELETTRONICO

Tanto per rinfrescare la memoria, su elettronico il circuito è IN MEZZO tra le batterie e la resistenza, quindi potete suddividere il “ragionamento” in due parti:

  • Quello che succede PRIMA DEL CIRCUITO
  • Quello che succede DOPO IL CIRCUITO

Nello schemino qui di seguito, che non deve spaventarvi, vedete che in basso c’è il simbolino della batteria con i volt scritti sotto.
Da lì il più e il meno vanno al circuito, dove succedono cose, e dal circuito escono di nuovo il più e il meno, che vanno all’atomizzatore.
Quindi il circuito, come vi ho detto, sta in mezzo tra batteria e atom, e quello che succede prima è un conto, quel che succede dopo è un altro conto.

box-con-circuito

Quindi, il fatto che le batterie siano in serie o in parallelo interessa il ragionamento PRIMA del circuito.

Poi tensione e corrente entrano nel circuito ed è come attraversare l’armadio per Narnia, perchè tutto si sovverte e questi ragionamenti non valgono più.

NarniaWardrobe.jpg
Benvenuti nel circuito, dove tutto cambia e nulla è come prima

Vi faccio un ulteriore esempio con la Tesla Invader III.
E’ una dual battery in serie, quindi verrebbe da pensare che i volt siano 8.4 a piena carica.
E’ vero, ma il circuito della Invader III va da 3.6 volt a 6.6 volt, quindi anche gli 8.4 volt contano come il due di picche, nel ragionamento finale.

Com’è possibile?
Succede perchè il circuito della Invader III è un cosiddetto “step down” o circuito “buck”, cioè eroga in uscita MENO VOLT di quelli che ha in entrata.


Quando sentite “in uscita” dovete collocarvi, con il ragionamento, DOPO il circuito, cioè sul lato “atomizzatore”.

Quando invece sentite “in entrata” siamo sul lato “batterie”,
cioè nella parte in basso dello schemino di prima.


Quindi, nella Tesla Invader III ci sono effettivamente 8.4 volt in entrata al circuito, perchè le batterie sono in serie, ma in uscita non ce ne saranno mai più di 6.6, e se l’utente vuole, può regolarli in modo che escano appena 3.6 volt.

Cosa cambia quindi, al vaper che usa una Invader III, sapere che le batterie sono in serie?
Niente, tanto lui smanetta con le impostazioni del circuito, che quindi sballa tutti i conti che vi ho spiegato.

Ecco perchè, SE IL DISPOSITIVO E’ ELETTRONICO,
l’utente finale non deve preoccuparsi granchè del tipo di configurazione delle batterie.



SERIE E PARALLELO SU DISPOSITIVI MECCANICI

In meccanico è FONDAMENTALE sapere se si ha a che fare con serie o parallelo.

In meccanico infatti non c’è NULLA di regolato, come sapete già perchè siete bravi, avete letto quello che ho scritto nei mesi scorsi eccetra 😀

Vale a dire che quel che dà la batteria ve lo beccate dentro l’atom, cioè tra batteria e atom non vi è NULLA che modifichi, regoli, limiti, protegga ecc, come succede invece su elettronico.

Se avete una box o un tubo IN SERIE, dovete tenere presente che a piena carica vi beccate 8.4 volt.
In realtà sono meno, perchè la batteria ha il cosiddetto “battery sag“, magari c’è qualche resistenza parassita data dalla box stessa o dal tubo ecc, ma comunque partite con TANTI volt.
Soprattutto se andate bassi con le resistenze, potreste sviluppare moltissimi watt, e se sbagliate a fare resistenza, o a sceglierla nel caso sia preconfezionata, potreste brasare la coil o anche sfiammare il cotone, fondere l’isolante dell’atom ecc.
Casi estremi, d’accordo, ma in questo blog vige la regola del “better safe, than sorry“, dato che non so chi lo leggerà.

Conto veloce per farvi capire, ipotizzando una coil da 0.25 ohm, e ipotizzando che le batterie a piena carica scendano da 8.4 volt a 7 volt per battery sag:

(7 x 7) : 0.25 = 196 WATT

Tantinelli, che dite?
Qui ci va dentro anche il discorso di watt su superficie, nel senso che a seconda di COME avete ottenuto quegli ohm, potrebbe andarvi bene, male o peggio.

0.25 ohm ottenuti con una dual coil di kanthal 0.4 mm sono molto peggio di 0.25 ohm ottenuti con una quad coil in clapton, tanto per farvi il riassunto del concetto di “watt su superficie”.

Il secondo problema è che il prelievo in ampere va di conseguenza, e con l’esempio che vi ho appena fatto, abbiamo circa 28 ampere di prelievo per ogni batteria, calcolato facendo 196 : 2 e quindi dividendo per 3.5.

Se poi si scende ulteriormente al di sotto degli 0.25 ohm dell’esempio, il prelievo si fa più grande e le cose vanno decisamente peggio.

Quindi, SE AVETE UN DISPOSITIVO MECCANICO IN SERIE,
STATE ATTENTI.

Il consiglio è di lasciar perdere se non avete ESATTAMENTE idea e padronanza del discorso.
Se invece avete idea, non c’è bisogno che vi dica io cosa dovete fare.
Progettare molto bene la coil, non scendere troppo con gli ohm ecc.
Tutte cose che valgono anche per il meccanico single battery, e valgono ancora di più per le dual battery in serie.

A titolo informativo, la Noisy Cricket 1 è una meccanica in serie, la Noisy Cricket 2 è una box elettronica, ma volendo la si può mettere in modalità meccanica in serie, quindi OCCHIO e TESTA pure con quest’ultima.

Se invece avete una box meccanica IN PARALLELO, la faccenda è più rilassata.

Per tutti i discorsi che vi ho fatto prima, in parallelo avremo i soliti 4.2 volt a piena carica, come se fosse un meccanico a singola batteria insomma, ma abbiamo gli ampere di scarica che sono IL DOPPIO rispetto alla single battery.

Ipotizzando la solita Samsung 25R che ho usato finora come esempio, significa avere 40 ampere di scarica continua.

Tornando al conto di prima, cioè la coil da 0.25 ohm, e immaginando che le batterie scendano da 4.2 a  3.5 volt per via del battery sag, avremo 49 watt di potenza sviluppata, anzichè 196 watt, e l’assorbimento in ampere sulla singola batteria sarà di 7 ampere, anzichè 28, quindi un valore veramente basso.

Con valori del genere è tutto più semplice e sicuro rispetto al setup in serie, pur rimanendo SEMPRE valide le precauzioni di sicurezza che valgono per i generici dispositivi meccanici.

In parole semplici:
in serie, su meccanico, la potenza sviluppata e gli ampere assorbiti
sono QUATTRO VOLTE DI PIU’ rispetto alla configurazione in parallelo, con la stessa resistenza.

Ed ecco lo schemino riassuntivo, creato da qualche bravo vaper nell’internet:

batterie-serie-parallelo-meccanico

Con questa tabellina potete sapere quanti ampere di assorbimento avete, in base al valore di ohm della coil.

Per chi non sa l’inglese, a sinistra avete i valori per i dispositivi meccanici in parallelo, in mezzo nel caso di meccanico a singola batteria, e a destra per i dispositivi meccanici in serie.

Nel caso di questa tabellina hanno deciso di non superare i 20 ampere di scarica, per essere sicuri di non sforare le specifiche di scarica continua della maggior parte delle batterie.

Si possono superare i valori di scarica continua? La fisica ce lo permette.
E’ bene farlo? No, non conviene.
Troppe variabili, troppi “dipende”, troppo rischioso.
No…per me è no.

ragazza parallel serie.jpg

CASI PARTICOLARI

Un caso particolare, da nominare per l’unicità del prodotto, è la Hammer Of God, una box meccanica con quattro batterie, organizzate in due coppie in serie, tra loro in parallelo.

Per far capire meglio, le batterie 1 e 2 sono in serie tra loro, e anche la 3 e la 4 sono in serie tra loro.
Ma la coppia (1+2) è in parallelo con la coppia (3+4).

In pratica è come avere un parallelo tra due batterie, ognuna da 8.4 volt massimi.

Lo cito perchè è strano, in quanto non esistono altre configurazioni del genere, che io sappia.

Ovvio, NON E’ UN DISPOSITIVO PER TUTTI, sia chiaro.

Non vi consiglio di comprarla se è solo perchè vi stuzzica l’idea, o l’estetica.

Il buon Enrico “Ignoranz” ci ha fatto un video, e siccome è un bravo ragazzo, vi invita a prestare attenzione nell’usarla.
Beccatevi il video, così capite di cosa si parla:

Ignoranz è stato chiaro direi: una box per chi SA COSA STA FACENDO, e sa come va fatto.
I motivi ve li ha già detti lui, e se mi avete seguito nel discorso, vi ritroverete con i discorsi.
Altre parole sarebbero superflue.

SERIE E PARALLELO NELLE RESISTENZE

Bien, chiuso il capitolo batterie, passiamo al ben più rapido discorso delle resistenze.
Allora, come prima, il discorso serie e parallelo vale se si ha più di una resistenza.

La configurazione più utilizzata è la classica “dual coil”, tipo quella che si può vedere qui:

dual-coil-velocity

Queste sono due resistenze uguali, collegate IN PARALLELO.
In maniera se vogliamo simile alle batterie, i collegamenti di due o più resistenze possono avvenire in due modi:


1) IN SERIE: collegando la coda di una con il capo dell’altra

2) IN PARALLELO: collegando entrambi i capi insieme ed entrambe le code insieme


Con un setup IN PARALLELO ci troveremo
con un valore di ohm DIMEZZATO rispetto alla singola coil.

Vale a dire che se facciamo due coil identiche, ognuna da 1 ohm, e le colleghiamo in parallelo, la resistenza finale che verrà letta sarà di 0.5 ohm, cioè la metà della singola resistenza.
E’ il caso più frequente, perchè se vogliamo fare una dual coil creeremo due resistenze uguali, separate, e le fisseremo ai capi dell’atomizzatore, mettendole una da un lato delle torrette e una dal lato opposto.

In via generale comunque il valore di resistenza finale per coil in parallelo si calcola così:

RT =                          1                         ..
                  1     +       1      +   …     1     .
                 R1              R2                   RN .

Rt è il valore finale, e le varie R1, R2 ecc sono i diversi valori di ohm delle diverse resistenze.
Rn serve per dirvi che potete sommare quante resistenze vi pare, la formula sarà sempre questa.

Questo conto si semplifica, come ho detto, se avete solo DUE resistenze, che se sono uguali valgono la metà della singola.

Le resistenze IN SERIE sono invece una cosa un po’ strana, che di solito non si usa molto nello svapo.
Come ho detto, due resistenze in serie sono collegate “una dietro l’altra”, e il valore di ohm SI SOMMA.
Quindi, due coil in serie, ognuna da 1 ohm, danno come risultato finale 2 ohm.

Perchè non si usano granchè?
Primo, perchè sono una pigna in culo da realizzare a mano 😀
Seconda cosa, perchè in realtà non c’è un vero e proprio vantaggio nello svapo, tranne nel caso in cui si usi un meccanico con batterie in serie.

Alzando gli ohm si dovrebbero infatti alzare i volt, ma i nostri dispositivi hanno circuiti che erogano al massimo tra i 7.5 e i 9 volt.
Arrivano però a poter dare anche 50 ampere in uscita, quindi conviene di più giocare sugli ampere, ed ecco perchè le coil in serie si usano poco, a favore di quelle in parallelo.

Diverso è il caso del meccanico con batterie in serie e resistenze in serie, perchè a quel punto abbiamo tutto l’interesse ad alzare gli ohm, se vogliamo abbassare la potenza massima sviluppata.

Ipotizzando la solita resistenza single coil da 1 ohm, se la mettiamo in serie con un’altra coil uguale, ci origina 2 ohm finali.
Con 8.4 volt (come succede con il meccanico in serie) avremmo 35 watt circa.

La stessa resistenza, messa invece in parallelo (cioè la classica dual coil) ci dà 0.5 ohm finali, pari a 141 watt circa.

Capite bene che 35 watt, cioè circa 18 watt per coil, sono gestibilissimi praticamente da ogni filo.
141 watt invece sono 70 watt per coil, e potrebbe diventare complicato gestirli, se non si ha il giusto filo.
Ecco quindi che il setup di resistenze in serie può avere un suo senso su meccanico.

In ogni caso, una dual coil in serie è fatta così:

dual-coil-serie

Come dicevo, la “coda” di una si attacca alla “testa” dell’altra.
In questa specifica foto vediamo che è un filo clapton.
Metterlo in serie può avere un senso per ridurre i watt, ridurre il calore del vapore e godersi di più i sapori, se si è in meccanico.
In elettronico non cambia nulla, a parte sforzare meno le batterie.

OCCHIO che la parte di collegamento in mezzo NON verrà raffreddata, e quindi sarà un possibile punto che origina saporacci metallici, diventa incandescente ecc.

Un ultimo caso “particolare” sono i fili “parallel”.

E’ praticamente un filo piegato su sè stesso, formato quindi da due segmenti, che però vengono spiralizzati insieme.
E’ come vedere un piccolo binario.

parallel coil.jpg

Così facendo si può avere una quantità di superficie notevole, con un valore di ohm decisamente basso rispetto allo stesso filo non ripiegato.
Aspettatevi una riduzione a circa un quarto del valore originale.

Questo permette in particolare di mantenere la reattività del filo in questione, espandendo nel frattempo la superficie, con tutti i vantaggi che questo implica.

Direi che abbiamo finito.
Vi ho parlato dei dispositivi circuitati, e abbiamo visto che sono la via più sicura e pratica per gestire due o più batterie.
Sui meccanici vi ho mostrato che il setup in parallelo è ben più sicuro di quello in serie, e sulle coil vi ho mostrato un tipo di filo che magari non conoscevate.
Ora sapete tutto 😀

ragazza parallel serie 3.jpg

Vi ricordo che i commenti sono soggetti a moderazione, quindi non appariranno subito perchè devo autorizzarli.
In più, e qui sparo la paraculata, condividete questa bloggata se ritenete che sia interessante 🙂

Una buona svapata a tutti,

Mat

44 thoughts on “Configurazioni serie, configurazioni parallele

  1. Pingback: Configurazioni serie, configurazioni parallele – Svapoecig

  2. Assolutamente un Must per chiunque voglia addentrarsi nei meandri dello svapo DIY o “semplicemente” del meccanico.
    Usare la testa per poterla usare anche dopo avere svapato in meccanico… LETTERALMENTE! 😉

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  3. sei il numero uno…e te lo dico da ingegnere elettronico…:)
    quando uno sa davvero qualcosa, riesce a spiegarlo anche in maniera semplice…da vaper novello solo con i tuoi articoli riesco a fare chiarezza su questo mondo!!

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    • Ciao Fabrizio!
      Beh beh, grazie mille allora!
      Io non sono affatto ingegnere, ne potrei esserlo (la mia precisione è un po’ troppo flessibile e adattabile 😀 ) però ho fatto un istituto tecnico alle superiori, e quello certamente mi ha aiutato.
      Poi avevo il 6 tiratissimo e per culo in elettrotecnica, ma vabbè, questo è un altro discorso 😀

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  4. Avrei una domanda: come faccio a calcolare gli Ampère se ho una box con circuito elettronico con batterie in serie? I Volt che devo prendere come riferimento sono quelli del lato atomizzatore divisi per i watt indicati sul display oppure devo utilizzare i volt reali sommati fra loro che le batterie in quel momento possiedono? Me lo chiedo perchè su una box con 3 batterie in serie, ad esempio, se ho una resistenza di 0.20 e voglio usarla a 72W (gauge 22), devo impostare la box a 3.8V chiedendo circa 19A alle batterie. Se invece del gauge 22 usassi il gauge 20, con la stessa resistenza, imposterei 5.4V che generano 146w (valori ottimali di steam engine). In questo secondo caso però il mio display indicherebbe 27A (lato atomizzatore). Sto davvero chiedendo 27A alle batterie oppure questo è un valore conseguente allo step down del circuito? Perchè avendo 3 batterie in serie io avrei a disposizione almeno 11.1V (valore nominale), che per darmi gli stessi 146W mi chiederebbero solo 14.6A.
    La mia box inoltre mi può dare fino a 250W, ma in questo caso sono bloccato dalle batterie, che a 146W già utilizzano 27A (valore quasi oltre il limite). Come diavolo è possibile che alcuni svaporino a 170w con 3 batterie in serie? Come fanno a rientrare nel limite dei 20/25A? Mi capita già a 100W di chiedere più di 20A alle batterie, non capisco come sia possibile andare a 170/180W senza arrivare a 30/35A come ridere.
    Grazie in anticipo per l’eventuale risposta 🙂

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    • Ciao Marco!
      Se ti preoccupi per le batterie, devi ragionare prima del circuito.
      La cosa più semplice da fare in termini di conto è quella di prendere i watt impostati (diciamo 150 come da tuo esempio col secondo filo), dividerli per il numero di batterie (quindi circa 50 watt a batteria) e ragionare aggiungendoci qualche watt “fittizio” dato dalla (in)efficienza del circuito, che mai riuscirà a convertire tutta l’energia in watt che vanno all’atom.
      Aggiungiamo quindi un 20% cautelativo, quindi diciamo che è come se tu fossi a 60 watt per batteria.
      Batterie da 20A possono darti teoricamente 66 watt quando sono a 3.3 volt, quindi i 150 watt sono tollerabili, almeno sulla carta.
      Secondo me questo è il conto più pratico.
      Altrimenti dovresti procedere al contrario: partire dagli ampere (20 per batteria), tirare fuori i watt massimi per batteria (W = V x I, quindi i volt della batteria in un dato momento per gli ampere di scarica che può dare), moltiplicare sta roba che viene fuori per il numero di batterie, togliere un 20% di inefficienza e quello sarà il massimo teorico sicuro che può supportare.
      In realtà è di più, perché i famosi “20 ampere” sono di scarica continua, ma noi andiamo di pulsata, ma per non giocare a chi tira più al limite è meglio attenersi al valore continuo.
      Spero di averti aiutato, altrimenti chiedi 😉

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  5. Ti ringrazio, adesso mi è più chiaro, come mi è chiaro che le famose ultime box da 4 batterie in serie che arrivano a 300W servano soprattutto per un discorso di autonomia più che di potenza, perché andare anche a 250W restando nei 20/25A mi sembra impossibile (ammesso anche che a qualcuno interessi usare queste potenze). 🙂
    Grazie ancora!

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    • Con 4 batterie si potrebbe andare agevolmente a 240 watt circa, ma non ha molto senso. In realtà gli ultimi comodini da 4 batterie sono più per fare a gara allazienda che ce l’ha più grosso, perché a livello pratico non ha nessun senso 😉

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  6. Ti ho scoperto per caso, e dopo aver letto fiumi “d’inchiostro” sei l’unico a non dare per scontato che chi ti legge già ne sappia una più del diavolo, solo qui ho capito per la chiarezza delle spiegazioni, grazie.

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  7. Wait. Perché 7×7? Primo esempio di batterie in serie su mod meccanica.

    Assumendo che si parli di DUE batterie (escludo tu parli di una box con sette batterie), le due dovrebbero sommarsi.

    Oppure non ho capito una fava.

    Grazie!

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  8. Salve vorrei acquistare una noisy cricket 2 e possiedo delle batterie sony vtc5a ho un goon 24 e un khantal a1 24 ga per usare delle resistenze tranquille sulla noisy con filo di khantal a1 24 ga quante spire dovrei fare su punta da 3?

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    • Buonasera Fabrizio 🙂
      Come spiegato nella bloggata, dipende intanto dall’uso, se in serie o in parallelo.
      In secondo luogo dipende da cosa si vuole ottenere, anche se il Goon 24 è un atomizzatore pensato per fili complessi (clapton ecc, ma più che altro fused ecc), dunque il 24 ga (0,51 mm in sistema metrico, se non erro) potrebbe richiedere un buon numero di spire per operare a dovere su questo atom.

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  9. Ciao Mat, domanda; leggo spesso di chi consiglia configurazioni diverse se si svapa in meccanico o in elettronico.
    Potresti gentilmente spiegarmi perchè (usando lo stesso atom) se svapo in meccanico dovrei fare un setup, mentre in elettronico dovrei prediligerne un altro?
    Grazie.

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    • Ciao Mirco!
      Certo: in meccanico devi creare una coil che possa lavorare bene a quei tot volt utili che ti dà la batteria (mai 4.2, ma sempre meno a causa della caduta di tensione).
      Quindi devi calcolare i watt sviluppati e controllare che siano adeguati alla superficie della coil.
      Su elettronico invece te ne puoi fregare allegramente, perché i watt li imposti tu, e i volt vengono regolati di conseguenza dal circuito, andando a valori anche più alti o più bassi di quelli che nominalmente la batteria ha.
      Ecco quindi che ad esempio, su meccanico dual battery in serie, usare una coil da 0.15 ohm potrebbe generare ben più di 100 watt, magari troppi per quel tipo di coil.
      Su elettronico, la stessa coil che magari lavora bene a 60 watt non è un problema, perché imposti 60 watt sul display e non devi fare altro.
      Spero di essermi spiegato, se hai bisogno dimmi pure 🙂

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  10. Ciao Mat, ti disturbo ancora con un’altra domanda che mi è sorta rileggendo questo tuo prezioso articolo. Nella tabella “MECH MOD SAFETY Resistance Chart” , nel primo disegno con dual battery in parallelo, viene evidenziato in giallo (caution) l’uso di una resistenza da 0.1 ohm.
    Ma avendo le batterie in parallelo e quindi, teoricamente, con il doppio degli ampere di scarica, non dovrei ritenermi in sicurezza anche con una res così bassa?

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    • Ciao Mirco!
      Dunque, il discorso res minima è un po’ tipo una lama, nel senso che si può essere in sicurezza anche con valori bassi, ma dipende da chi sta usando il dispositivo.
      0.1 con batterie in parallelo sono circa 70 watt per batteria, forse anche di più (ho calcolato con 3.7 volt)
      È un valore più o meno sopportabile, ma non si è in piena tranquillità, se si tira per il collo il dispositivo.
      Niente di tragico, ma non si ha più quel cuscinetto di sicurezza che coil più alte garantiscono, ecco.

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  11. Ciao, é da circa un anno che mi sono affacciato al mondo dello svapo ed ora sarei interessato a buttarmi nel mondo delle box meccaniche. Ho preso per iniziare una pico squeeze che comunque é una box ad una batteria facile da usare e sicura, ora vorrei provare a comprare una noiosy cricket ( esteticamente mi piace un sacco ) ed impostarla per batterie con serie in parallelo. Ci monterei sopra un geekvape peer lessi che mi hanno regalato. Con due resistenze montate in parallelo da 0,8 ohm ciascuna in teoria dovrei andare tranquillo seguendo lo schema riportato nella foto precedente o sbaglio? Perché mi è stato detto che con le parallele raddoppi gli ampere quindi andrei a circa 60 ampere con due batterie in parallelo, solo che nello schema precedente gli ampere sono solo 20.

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    • Ciao Lorenzo!
      Momento, perché una cosa è la configurazione delle batterie in serie o parallelo, un’altra cosa è il posizionamento delle resistenze in serie o in parallelo.
      Come ho scritto, se usi le batterie in parallelo, fai la somma degli ampere.
      Se mi dici che vai a 60 ampere di scarica, immagino che tu stia parlando di due batterie da 30A l’una (mi viene in mente sono la Sony VTC3).
      Se invece le resistenze sono in parallelo, allora il valore di ohm di una singola resistenza si dimezza, dopo che hai collegato la seconda resistenza.
      Quindi, due coil da 0.8 ohm l’una, in parallelo (come sul Peerless) danno 0.4 ohm finali.
      Quindi, ricapitolando: se tu usassi la Noisy Cricket 2 con batterie in parallelo e coil da 0.4 ohm finali, otterresti circa 40 watt finali, pari a circa 13 ampere di assorbimento totali, cioè tipo 6.5 ampere per batteria, quindi assolutamente al sicuro.
      Il discorso cambierebbe se invece tu usassi le batterie in serie, con le solite due coil da 0.4 ohm finali.
      Andresti a circa 160 watt, con un assorbimento di oltre 50 ampere totali.

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  12. Ciao mat! Si io solitamente uso le Sony che son quelle che trovo più facilmente. Se posso ti faccio un altra domanda, le batterie in parallelo necessitano stessi cicli di carica o posso usare due batterie con carica diversa? E se comprassi altre batterie che non siano Sony come faccia a sapere il valore degli ampere prodotti da queste batterie?

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    • Eccomi, perdona il ritardo, giorni difficili 😀
      Dunque, no, le batterie devono sempre essere uguali, sia in tipologia, sia in stato di utilizzo.
      Vale a dire che non devi mischiare batterie di marche diverse, o di diverso amperaggio e capacità, o uguali in marca e modello, ma diverse in età.
      In altre parole le due batterie devono essere identiche e comprate (nuove) nello stesso momento, nonchè usate da sempre in coppia.
      Vengono definite “married” cioè “sposate” proprio perchè viaggiano sempre insieme.

      Per gli ampere di altre batterie, se cerchi “Mooch” su Google troverai le sue tabelle dove dà tutti i parametri effetti delle batterie.
      Se quelle che vuoi comprare non ci sono in tabella, ti consiglio di lasciar perdere.

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  13. Buongiorno Mat, ho trovato questo sito per caso girando in Internet. Intanto complimenti, veramente ben fatto. Ti disturbo per un consiglio urgente. MI hanno regalato una HOG ed un Goon24 entrambi cloni. Premesso che non ho mai usato un meccanico e, leggendo, mi sono reso conto che la Hammer è purtroppo una box piuttosto pericolosa se usata senza criterio. Prima di inizare ad utilizzarla userò quindi il Goon clone con una Wismec Relaux 2/3 così da prendere confidenza con la costruzione delle coil. Ora mi serivrebbe davvero il tuo aiuto. Avevo pensato ad un filo in acciaio SS316 per la coil, faccio bene? Che diametro dovrei usare e quante spire per non esagerare con il calore ed ottenere una buona fumata?
    Visto che prima o poi userò anche la HOG mi daresti una dritta anche per lei. Vorrei restare su una resistenza da 0.6 ohm (due coil da 1.2 in parallelo) così da avere circa 120 watt ed essere sicuro anche con gli ampere delle batterie (Sony VTC5A). Per la HOG mi consigli una coil in parallelo o in serie?
    Grazie
    Carlo

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    • Ciao Carlo e grazie per i complimenti ^_^
      Allora, per il Goon mi sembra un’ottima idea partire con una box elettronica, così intanto ti capisci e non rischi nulla.
      Il Goon 24 è molto arioso, dunque puoi andare su un filo piuttosto grosso, o direttamente su un filo complesso (tipo Clapton e simili)
      Un diametro utile potrebbe essere almeno 0.5 mm, ma anche 0.6 ci sta tranquillamente.
      Per il materiale, visto che starai in modalità power (cioè senza controllo temperatura) puoi scegliere il kanthal o il SS.
      Il SS ti è più utile in meccanico perché aumenta la resistenza all’aumentare del calore e quindi si “autolimita” con l’uso, anche se poco.
      Diametro e spire…mah, diciamo che 6-7 spire su punta da 3-3.5 con filo da 0.6 vanno bene.
      Per la HOG è sempre meglio una coil in serie, ma il fatto è che non puoi ragionevolmente farla sul Goon (sono pochi gli atom che lo permettono), quindi ti consiglio di fare due coil con filo grosso, e un bel numero di spire, così da distribuire la potenza su tanta superficie.
      Se hai ancora dubbi, dimmi pure 🙂

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  14. ottima spiegazione bravo. io svapo con tfv8 big baby e tfv12 prince con coil prefatte siccome ho problemi di rottura di box con le elettroniche vorrei passare alla meccanica usando gli stessi atomizzatori. se ho capito bene sarebbe opportuno prendere una meccanica con batterie in parallelo giusto?

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    • Mi faccio gli affari tuoi Giuseppe. Se hai problemi di “rotture” con le box elettroniche meglio se stai lontano dalle meccaniche… se mandi in corto circuito una elettronica non va, se mandi in corto una meccanica ti esplode.

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    • Ciao Giuseppe!
      Allora, attenzione, perchè una meccanica NON E’ un’elettronica che non si rompe, è tutt’altra cosa, e non userei il parametro “facilità di rottura” per valutare l’acquisto.
      E’ concettualmente come dire “siccome ho comprato 3 fucili e mi si sono rotti, ho deciso di comprare una spada”.
      No, sono cose diverse che funzionano diversamente.
      Nel merito della tua domanda, è meglio assolutamente una box con batterie in parallelo, ma in assoluto ti consiglio (specie con un TFV8) di prendere una box circuitata di buona qualità, anzichè una meccanica.

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