4 volt: “zona della morte” o leggenda?

Qualche giorno fa ho guardato “Everest”,
un film che ha risvegliato la mia passione sopita e proibita per l’alpinismo estremo, che ahimè non ho mai provato, e che probabilmente non proverò mai, data la notevole prestanza fisica che richiede.

Rimane però in me il fascino per quel mondo fatto di seracchi, occhialoni fascianti, vette che si stagliano in mezzo alle nubi, senso di quiete, ricerca di sè stessi, sforzo fisico e via dicendo.
E’ intrigante, poco da fare, almeno per me.

C’è un grosso problema però, con cui ogni climber estremo si deve scontrare: la death zone, o “zona della morte”.
E’ un confine immaginario, ma molto concreto in realtà, compreso tra i 7000 e gli 8000 metri di quota, oltre il quale la pressione parziale di ossigeno è talmente scarsa da portare l’essere umano all’ipossia.
Insomma, l’aria è vuota, o quasi, per quanto si respiri non basta mai, e il nostro corpo inizia lentamente a morire per carenza di ossigeno.
E’ un confine che evidentemente non andrebbe superato, o se lo si supera si deve essere coscienti che la morte sarà dietro l’angolo, attendendoci al minimo errore, pronta a ricordarci che con certe cose è bene non giocare troppo.

Vi scrivo tutto ciò perchè sembra che anche lo svapo abbia la sua “death zone”, collocata nel nostro caso tra i 4 e i 4.2 volt.
E’ una cosa che sento dire da un po’, è la risposta al classico quesito:

Scusate, ma fino a quanto posso alzare la potenza sulla mia box?“.

A cui giunge perentoria la replica:

NON PIU’ DI 4 VOLT

I più temerari osano spingere oltre i limiti, alzano di 0,2, e dicono:

Non andare oltre i 4.2 volt, diventa troppo potente e fumi roba tossica

Wow, vapers novelli che vi avventurate nello svapo estremo, siete avvisati!
Se non volete far adirare il Sacro Spirito della vostra Box, restate entro i confini che la fisiologia umana può gestire: QUATTRO VIRGOLA DUE VOLT.

Ok, ma…sarà proprio vero, o è la solita sparata da mondo dell’internet che lascia il tempo che trova?
Cerchiamo di capirci di più.

 

https://svapomateric.files.wordpress.com/2016/02/e33f8-bbc-storyville-2014-k2-the-killer-summit-720p-hdtv-x264-aac-mvgroup-org5b20-50-435d.jpg
Ogni ambito ha le sue soglie da non superare.
Anche noi abbiamo la “death zone”?

 

Come sempre, vi do la risposta “too long didn’t read”, consapevole del fatto che magari vogliate solo sapere se sì o se no.
Lascio poi a voi la scelta di leggere l’eventuale perchè e cercare di capirne di più.

Versione TL;DR:

“E’ possibile svapare oltre i 4.2 volt, perchè NON ESISTE un valore di volt assoluto che sia giusto o sbagliato. Dipende tutto DAL TIPO DI COIL e dal VALORE DI RESISTENZA”

Wow, il Sacro Spirito della Box messo a tacere così?
E il confine dei 4.2 volt oltre i quali mi svapo il veleno e muoio di morte lenta e terribile?

Beh, dico la mia:
questo numerino è frutto forse di due cose:

  • un’eccessiva semplificazione, nel tentativo di trovare un “numero aureo” di volt che vada bene per ogni svapata
  • alcuni studi apparsi alcuni mesi fa in cui si parlava di formaldeide prodotta oltre certi valori di voltaggio.

Dico “forse” perchè non ne ho la certezza, ma non mi stupirei se qualche venditore del settore o qualche youtubber/blogger/facebooker avesse semplificato dicendo:
…nel dubbio, non svapare oltre i 4.2 volt
e da lì poi la voce si fosse diffusa.
So invece per certo che più di un vaper ha letto i famosi studi di cui vi parlerò dopo, in cui si dice qualcosa del genere, ma che vanno letti con attenzione per non prendere cantonate.

Bene, passiamo alla spiegazione per chi ha voglia di leggere.

VOLT, WATT, SUPERFICI E ALTRE AMENITA’

 

Ne ho già parlato in questo articolo, ma riprendo qui il discorso, perchè torna utile.

Dunque, di fatto i nostri atom fanno vapore perchè il liquido per ecig va sulla resistenza (trasportato dal cotone, dalla ceramica o dalla mesh), la quale viene scaldata per effetto Joule dalla potenza a cui è sottoposta.
E’ molto banalmente un filo metallico che si scalda perchè ci passa dentro corrente, come succede a tutti i fili in cui passi dentro corrente, tipo nelle stufe, negli accendisigari da macchina, nei forni elettrici, negli asciugacapelli ecc.

Abbiamo quindi DUE parametri importanti, che ogni vaper dovrebbe sempre considerare quando si pone la fatidica domanda da zona della morte:

1) La quantità di superficie della coil, misurata a occhio o espressa in mm²
2) La potenza con cui “accendiamo” la resistenza

Sono importanti perchè evidentemente più è grande una superficie, più potenza serve per scaldarla adeguatamente, e più potenza diamo, più la superficie si scalda.
Quindi una coil grande richiede più potenza di una coil piccola, e più watt o volt diamo a una coil, più questa si scalda.
Fin qui, direi che sono concetti facili: se ho tanto spazio da scaldare mi serve tanto calore da dare, e più calore do, più scaldo la roba.
Easy, no?

Detto questo, passiamo al discorso dei volt e watt, ovvero il parametro n°2, cioè la potenza, in cui si nasconde, più o meno, la soluzione alla zona della morte.

Come ho già spiegato qui, c’è una relazione tra volt e watt, e più precisamente i watt (cioè la potenza) sono dati dai volt elevati al quadrato DIVISI per il valore di resistenza.

Quindi i watt sono una “conseguenza” dei volt, ed entrambi hanno un senso di esistere nei nostri conti solo se vengono messi in relazione agli ohm della coil, altrimenti sono numeri buttati lì, buoni solo per giocarseli al super enalotto.

Una semplice regolina matematica dice che se devo dividere qualcosa per un certo numero, più è grande quel certo numero, più il risultato della divisione sarà basso.
Lo sanno bene i genitori: se devo dividere lo stipendio su due figli è una cosa, se devo invece dividerlo su cinque figli la situazione si fa più complicata.
Ugualmente sulle nostre coil: più grandi sono GLI OHM, più grandi devono essere I VOLT, per ottenere SEMPRE LA STESSA POTENZA.
Un po’ come dire: più figli ho, più soldi devo guadagnare, se voglio dare ai figli sempre la stessa paghetta.

Insomma, non è che se do 4 volt a tutte le mie coil, che siano da 0.5 ohm o da 2.5 ohm, ottengo sempre lo stesso risultato.
Proprio no.
Otterrò MENO potenza dalle coil che hanno OHM PIU’ ALTI, se tengo sempre uguali i volt.
Potete vederlo anche dalle vostre box: se impostate i fatidici 4 volt, a seconda del valore di coil che avete nell’atom, il numero di watt cambierà.
Eppure son sempre 4 volt.

Piccola pausa musicale a tema

 

Ok, quindi ora abbiamo tutti gli ingredienti per la nostra ricetta:

  • La superficie della coil è importante: più è grande, più potenza serve per scaldarla a modo
  • Siccome è la potenza il parametro che ci interessa, ci si deve riferire ai watt.
  • Se si vuole parlare di volt, allora è importante metterli in rapporto agli ohm
  • Più è alto il valore in ohm della coil, più volt serviranno per ottenere LA STESSA POTENZA rispetto a una coil con ohm inferiori.
    Girando il concetto: se do sempre gli stessi volt, all’aumentare del valore in ohm, diminuirà la potenza che ne deriva.

Ok, quindi i volt sono relativi, è bene guardare i watt.
D’accordo…ma esiste un valore di watt che mi faccia entrare nella “zona della morte”?

Ecco, qui la domanda si fa più sfiziosa.
Possiamo dire di sì, per quanto sia un valore piuttosto “sfumato”.
D’altra parte nemmeno dire che l’ipossia scatta tra i 7000 e gli 8000 metri di quota è proprio una delizia di accuratezza.
Evidentemente le zone della morte offrono ampia scelta di misura, siano esse nell’alpinismo o nello svapo 😀

Questo valore viene più o meno quantificato in 0.3 – 0.4 watt/mm².
Ossignur, che è sta nuova unità di misura??
Niente di che: semplicemente è il modo per uniformare e confrontare le diverse potenze applicate a diverse resistenze.
E’ un po’ tipo “l’indice di massa corporea” delle coil.
Solo che anzichè dire se una coil è grassa, magra, sottopeso o normale, possiamo dire se viene “accesa” con potenza adeguata, troppa potenza, troppo poca o “zona della morte” 😀

Si tratta molto semplicemente di calcolare di quanti mm² è la superficie della coil e dividere per questo numero i watt che vorremmo usare.
Troppo scazzo? Beh, sì, può esserlo, ecco perchè Steam Engine ci viene incontro 😀

http://www.steam-engine.org/coil.asp

Nella sezione “coil wrapping” di Steam Engine c’è infatti la voce “heat flux” sulla destra, che ci dice la potenza per mm² che andiamo ad ottenere a seconda dei watt che impostiamo.
La fiammellina si colora sempre più verso il rosso man mano che si esagera.
Oltre un certo livello non diventa ancora più rossa, o nera, bensì rimane stabile.
Potete impostare voi i watt, dopo che ovviamente gli avete dato tutti i parametri della coil che avete fatto o che avete comprato. (operazione più complessa da fare in caso di coil prefabbricate).

Per Steam Engine, un valore di circa 330 – 350 millwatt/mm² (cioè 0.33 – 0.35 watt/mm²) è da “zona rossa”.
Io vi ho parlato di 0.3 – 0.4, tenendomi più largo: bene o male i valori corrispondono.

Man mano che ci si allontana da questi valori, l’esito si fa via via più disastroso.
Un ipotetico valore di 1 watt/mm² è come stare sulla bocca dell’Etna, e causa certamente danni alla coil, al cotone e alla vostra salute.

ESEMPI PRATICI

Tanto per essere pragmatici e concreti, sempre usando Steam Engine per ottenere i risultati, vi faccio alcuni esempi:

  1. Coil fatta con kanthal da 0.6 mm, punta da 3 mm, 10 spire, valore finale 0.7 ohm:
    la “zona della morte” si raggiunge intorno agli 85 watt.
    Oltre questo valore significa che si sta dando troppa potenza alla coil.
    Possono esserci danni al cotone e liberazione di sostanze tossiche.
    Applicando la regola dei 4.2 volt, otterremmo una potenza di 25 watt, insufficiente ad accendere correttamente la coil.
    La fiammellina di Steam Engine è addirittura azzurra, non arriva nemmeno al verde…altro che rosso.
    La regola dei 4.2 volt è dunque falsa, in questo caso, perchè corrisponde a una potenza ridicola per questo tipo di coil.
    A conti fatti, usando la legge di Ohm, servono 7.71 volt per sforare, e non 4.2.
  2. Coil fatta con kanthal da 0.25 mm, punta da 2.5 mm, 7 spire, valore finale 2.1 ohm:
    la death zone si raggiunge a circa 18 watt, corrispondenti a 6.15 volt circa.
    Di nuovo, la regola dei 4.2 volt è falsa anche in questo caso.
  3. Coil fatta con kanthal 0.4 mm, punta da 2.5 mm, 5 spire, valore finale 0.7 ohm:
    la zona rossa è a circa 26 watt.
    Corrispondono a 4.26 volt.
    Qui la regola dei 4.2 volt funziona, ma solo in questo caso.

Faccio notare inoltre un’altra cosa interessante: l’esempio n°1 e l’esempio n°3 forniscono uguale valore di ohm, cioè 0.7.
Eppure nel primo caso possiamo arrivare a 85 watt, nel secondo caso solo 26 watt.
Cosa ci dice tutto ciò?
Semplicemente che il valore in ohm non mi dice molto riguardo alla potenza che posso dare a quella coil, perchè come abbiamo visto non sono gli ohm a essere risolutivi, ma la quantità di superficie.

Ecco perchè non ha alcun senso cercare di “abbassare gli ohm” facendo meno spire, nella speranza che questo ci permetta di alzare la potenza.
C’è infatti in giro la SBAGLIATISSIMA convinzione che “se abbasso gli ohm e vado in subohm posso alzare la potenza”.
NO. ERRORE.
E’ aumentando il diametro del filo, e quindi aumentando la superficie, che si può alzare la potenza.
Come effetto collaterale, un filo grosso è anche MENO resistivo e dunque ti si abbassano gli ohm, ma è conseguenza, NON obiettivo.
L’obiettivo è la superficie.

 

https://pp.vk.me/c633624/v633624370/2f61/T-4aoMvBm48.jpg
Esempio di svapo “lento”, senza super nuvole.
E’ fattibile solo se le potenze usate sono accettabili.

E LA SCIENZA CHE DICE?

Rimane però il problema che tra il 2014 e il 2015 sono usciti almeno due studi in cui si diceva chiaramente che i voltaggi oltre i quali ci si svapa la formaldeide, l’acroleina e tutto il peggio sono sopra i 4 volt.

Il primo studio è questo: http://ntr.oxfordjournals.org/content/early/2014/05/14/ntr.ntu078.full

Il secondo studio (che in realtà è una lettera) è questo: http://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMc1413069?query=featured_home&

A una prima lettura, sembra che effettivamente oltre i 4 volt la concentrazione di composti tossici si alzi a dismisura, superando addirittura le sigarette.

Se però andiamo a vedere i materiali e metodi, e ragioniamo da vapers anzichè da ricercatori chiaramente estranei al settore, ci accorgiamo che l’hardware usato è qualcosa di assimilabile ai CE4, atomizzatori top coil (quindi con resistenza in alto) che hanno un po’ fatto la storia dello svapo, ma che oltre a non avere un efficace sistema di assorbimento del liquido, erano pensati per un utilizzo su batterie eGo, che erogavano più o meno 3.7 volt, mediamente destinati sempre ad abbassarsi durante l’uso.

Ecco quindi dove sta l’errore: i ricercatori che hanno fatto questi esperimenti hanno preso un CE4 o simile atomizzatore e l’hanno sparato fino a 4.8 volt, per giunta SENZA capovolgerlo ogni tot per migliorarne l’alimentazione, come invece era buona norma fare.

Chi svapava ai tempi se lo ricorda, e anzi, la Kanger introdusse i suoi bottom coil, ovvero atomizzatori con la resistenza in basso, proprio per garantire un’irrorazione costante di liquido e scongiurare per quanto possibile il rischio di strinate, ovvero di svapo in secca, che è proprio il momento in cui si entra nella “zona della morte” e c’è la possibilità di sviluppare acroleina, formaldeide ecc.

A parte il discorso irrorazione, c’è il problema fondamentale della potenza sviluppata: 4 volt o più sono troppi, troppissimi, decisamente eccessivi per un CE4.
4 volt ancora ancora si possono tentare, e già lì lo svapo diventa sgradevole, ma oltre significa veramente farsi del male.
Alla fine si è scoperto che l’atom in questione era da 2.1 ohm, mandato a circa 12 watt.
Follia, per un atom che lavora intorno ai 6-8 watt.
Della serie: esperimento fatto con un atomizzatore di vecchia concezione, usato male e sparato a potenze disumane, palesemente sopra i valori di watt/mm² che può sopportare.

La controprova è presto arrivata dal dottor Farsalinos, che ha effettuato uno studio usando due Kayfun Lite Plus correttamente settati, i cui risultati sono visibili qui:
http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/add.12942/full

Le conclusioni sono state che in caso di corretto setup, la produzione di composti tossici è ridottissima, mentre in caso di potenza eccessiva si ha la produzione di composti tossici, ma i vapers se ne accorgono subito, scongiurando il pericolo di intossicazione, proprio a causa del saporaccio che ogni vaper conosce, e che va sotto il nome di “steccata”, “strinata” e via dicendo.

Aggiungo poi, a titolo di osservazione personale, che al giorno d’oggi, grazie alla funzione di Controllo Temperatura (noto come TC) questo rischio è ulteriormente ridotto.

https://i0.wp.com/media.makeameme.org/created/the-face-you-5wkl31.jpg
Non penso serva aggiungere altro

 

Ha quindi senso dire che “se svapi oltre i 4 – 4.2 volt è pericoloso”?
Beh, no, non ha senso.
Abbiamo infatti visto che:

  1. La misura più utile è in watt, anzichè in volt, e in particolare in watt/mm²
  2. Non esiste un valore univoco, perchè dipende dalla superficie della coil
  3. Le uniche fonti “attendibili” si sono basate su esperimenti condotti male
  4. Se anche si dovesse alzare troppo la potenza, ce ne si accorge subito

Bene, penso che il discorso sia perlopiù completo.
Ci tenevo a farlo perchè regolare correttamente la potenza di svapo è un aspetto importante della svapata stessa.
Abbiamo visto che una potenza troppo alta porta a uno svapo sgradevole, disgustoso e irritante.
Una brutta roba, che per fortuna è rilevabilissima già dall’utente.

Anche una potenza troppo bassa ha però i suoi svantaggi, fortunatamente non impattanti sulla salute, bensì sulla soddisfazione del vaper, che magari si scoccia e torna alle sigarette (e quelle sì che hanno un impatto sulla salute).
Una coil sottopotenziata è infatti una coil che si ingorga di liquido, che magari inizia a perdere dal foro dell’aria, che gorgoglia, fa poco vapore e dà poca soddisfazione.
La chiameremo “zona del sonno” 😀

Usare la soglia dei 4 volt come “valore universale di utilizzo” rischia dunque di dare una falsa sicurezza se per caso quei 4 volt risultano eccessivi per la resistenza che abbiamo montato, e viceversa può essere causa di svapate fiacche e povere se invece la coil che stiamo usando necessita di tensioni ben più alte.

Dunque come fare a decidere il valore ideale?

Beh, se si rigenera c’è appunto Steam Engine che ci viene incontro, in caso di smarrimento completo.
Se non lo si vuole usare, esiste sempre l’approccio “ad occhio”: una volta messo il cotone e bagnata la coil, si parte da un valore di watt ragionevolmente sicuro (diciamo 10 watt) e si prova ad attivare.
Se la coil “frigge” subito è ok, se invece non accade niente e inizia a vaporizzare dopo tot secondi, allora è sottopotenziata.
Più secondi servono a farla partire, più siamo lontani dalle potenze ideali.
E’ quindi il caso di incrementare, a salti di 3-5 watt per volta.
Sia chiaro, è un metodo molto spannometrico, e meno watt si usano per incrementare, più siamo sicuri di non fare cacchiate, ma il senso è “se funziona ok, se non va devi alzare, andandoci cauto”.

Con l’esperienza poi ci si fa l’occhio e si capiscono gli intervalli: con filo da 0.2 difficilmente si fanno coil che possano superare i 12-14 watt, con lo 0.25-0.32 si può arrivare a 18 watt, con lo 0.4 siamo intorno ai 20-30 watt a seconda, con lo 0.5 si può arrivare a 40-50, con lo 0.6 si va su potenze notevoli, diciamo dai 40-50 in su…

Non prendetela come regola assoluta o dimostrata, ma è per farvi capire che nella mia testa, guardando una coil e vedendo più o meno quanto grosso è il filo e quanto lungo è il segmento utilizzato, riesco a farmi grossomodo un’idea delle potenze su cui lavorerà.
Poi, la prova “a bocca” mi fa correggere il tiro.

Se invece usiamo testine preconfezionate, grazie al cielo i produttori ultimamente forniscono le potenze di utilizzo, spesse volte scritte sulla scatola e addirittura incise a laser sul metallo della testina stessa: basta leggere e ci si fa un’idea.

Ah, importante: occhio che la potenza va di pari passo con il flusso di aria, quindi anche una potenza formalmente giusta, con un flusso d’aria strozzato (magari perchè ci piace il “tiro chiuso”) può originare una cattiva svapata.
Più la potenza è alta, più è consigliabile aprire bene l’aria, per raffreddare la coil.

Sperando di esservi stato d’aiuto, vi auguro una buona serata, e vi lascio con un video che personalmente trovo abbia dell’affascinante.
Perchè in effetti la nostra “zona della morte” è oscena, sgradevole e tossica, mentre altre “zone della morte” rimangono pericolose, ma sono incredibilmente più belle.

Un saluto,

Mat

36 thoughts on “4 volt: “zona della morte” o leggenda?

  1. Pingback: “Mio cugggino mi ha detto che se svapi…” (leggende, balle totali e verità sui vaporizzatori personali) | Mat Eric's Reflections

  2. Ciao! Ma scusa allora una resistenza di 1.6 ohm usata a 4.0 v dovrebbe essere troppo secondo te. Ma la nuova justfog q16 consente questo! Anche più di 4.0 v
    Se vorrai rispondere ti ringrazio.

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      • Ma per trovare questo risultato hai fatto volt x volt diviso ohm? E poi come so che è la potenza più adatta?
        Poi non ho capito bene negli esempi, in due casi diversi sono venute entrambe resistenze da 0.7 ma diversa potenza…come mai? allora contano anche le spire?
        Poi una domanda più generale, a che servono le nuove boxe che arrivano a 200w se non di più? Se poi la potenza che si può utilizzare non supera neanche i 100w?
        O non so io forse dove si possono usare…:/ Grazie comunque, sei utilissimo!

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      • Certo, sì, (V x V) : R, è la formulina che ho spiegato.
        La potenza, siccome siamo nel caso di testina preconfezionata, dovrebbe essere scritta.
        Riguardo agli esempi: sono entrambe da 0.7, ma con diversa potenza, perchè sono fili con diametro diverso, e di diversa lunghezza.
        Tutto il discorso che ho fatto serve per far capire proprio quel passaggio: non importa il valore degli ohm, si deve guardare la quantità di SUPERFICIE del filo, che può essere molto diversa anche se gli ohm sono gli stessi.

        Risposta alla domanda generale: le box da 200 watt servono per gli atomizzatori con resistenze molto grosse, con tanta superficie.
        Puoi usarle anche a più di 100 watt, dipende dalla coil.

        Se hai altre domande, fatti sentire 😉

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  3. Ciao Materico, ho letto con piacere l’articolo soprattutto per il modo in cui lo hai scritto. Hai insegnato a tutti noi neofiti una materia che può risultare alquanto ostica in maniera estremamente semplice e anzi, divertente !
    Detto ciò ti espongo il mio dubbio… come hardware ho una Evic two mini + SMOK tfv4 ( fumo a nicotina 4mg/ml ma sono in procinto di diminuire ulteriormente ).
    Ora, se uso le coil da 0,3ohm (quindi in teoria in subohm?) i volt si tengono estremamente bassi, 2-3v rapportati a c.a. 15-18w.
    Se invece uso le coil da 1,8 ohm ( anche se vengono segnalati 1.94 ohm ?? ) ad appena 12.9 w sono gia sulla soglia dei 5volt.
    La spiegazione sta nella dimensione delle due coil ? Dimensione diversa = Watt-volt richiesti differenti ?
    Eppure con la coil da 1,8 ho bisogno di svapare a più di 12.9w , non tanti di più ma sicuramente di più. ( +/- 16-19 ) In questo caso i volt raggiungono addirittura i 6.
    Da come leggo nell’articolo me ne frego dei volt in quanto sono necessariamente condizionati dalla potenza necessaria ( watt ) e finchè non raggiungo wattaggi estremi ( > 60-80 ) posso stare tranquillo ?

    Riguardo il discorso sub-ohm, mi risulta più appagante svapare con una coil “piccola” da 0,3 a wattaggi praticamente uguali a quella da 1,8. Come mai? Non dovrebbe cambiare estremamente una svapata a 0,3ohm piuttosto che a 1,8 ?
    Cerco di spiegarmi :

    0,3 = meno watt necessari che si ripercuotono in una diminuzione dei volt.
    1,8 = più watt necessari che si ripercuotono necessariamente in un aumento di volt.
    Eppure i watt di cui necessito sono praticamente uguali però i volt cambiano notevolmente.

    Tutto giusto / ho detto eresie ? Scusami per la prolissaggine ma è un mondo nuovo fatto di mille peripezie da scoprire e ho voluto “sfruttare” la tua conoscenza in merito per imparare e migliorare.

    Spero vorrai rispondere per chiarirmi le idee in merito, intanto Grazie per il tuo articolo che resta uno dei migliori da me letti fino ad ora ( e ti assicuro che tra forum e blog ne ho letti a bizzeffe ) !

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    • Ciao Nicolò e grazie per i complimenti 🙂
      Allora, su pochi ohm servono pochi volt, su tanti ohm servono tanti volt, fin qui ci siamo e l’hai correttamente capito.
      Niente di strano che la 1.8 ti vada a 6 volt, ovviamente fai attenzione a non sforare il limite di potenza tollerabile.
      16-19 watt ci possono anche stare su una coil da 1.8 ohm, dipende dal filo che hanno usato, ma è un valore plausibile, usando ad esempio un filo da 0.32 mm.
      Quindi sì, finchè non tocchi wattaggi eccessivi, nessun problema.

      L’importante è sempre che il valore di watt risultante sia tollerato dalla coil che usi, e questo dovrebbe essere specificato sulla testina del TFV4.
      Un appunto: i wattaggi eccessivi non sono per forza sopra i 60, gli 80 o qualsiasi valore FISSO. I watt di troppo sono in relazione a quel che la coil può sopportare. Anche 15 watt potrebbero essere troppi, se la coil ad esempio è pensata per batterie eGo vecchio stile.

      Riguardo al tuo piacere nello svapare la coil da subohm a basse potenze, ci sta benissimo.
      Questo perchè ogni coil, come ti ho più o meno appena detto, lavora entro un intervallo di potenze.
      In pratica una certa coil avrà un valore minimo di watt sotto il quale manco si accende, e un valore massimo di watt oltre il quale fai un macello.
      Ipotizziamo che la coil da 0.3 del TFV4 si accenda a 14 watt e sopporti fino a 50 watt.
      Se tu stai a 18, sei nella parte bassa dell’intervallo, ma assolutamente entro le potenze utili.
      E’ strano usare a 18 watt una coil così estrema?
      Mah, sì e no, diciamo.
      E’ strano perchè è una coil fatta per essere usata a potenze ben più alte, ma non è strano se penso che il TFV4 è una bella bestia, e infatti usato alle potenze “ideali” è una mattonata bella pesante.
      Se poi usi l’aria un po’ chiusa, o molto chiusa, la situazione peggiora di molto e ti costringe ad abbassare i watt per non svapare roba bollente.

      Hai mai provato ad alzare i watt, con l’aria tutta aperta? Tiri di polmoni? Perchè ti piace a 18 watt?
      Insomma, vediamo di capirci di più 😀

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      • Scusate se mi intrometto, ma Materico come mai dici che come dice il ragazzo la potenza usata per la coil da 0.3 è uguale per quella da 1.8? È lui dice che meno ohm meno potenza e più ohm più potenza, ma non è il contrario? Vedo sempre persone che parlano di ohm bassi e potenze molto alte (anche sopra i cento) e invece con coil alte pochi watt (tipo su atom da guancia, duetto e cose così). Io non ci sto capendo più a sto punto!!!!! Comunque grazie, non hai idea di quanto tu sia utile!

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      • LOL, mettiamo su un salotto di discussione, come nell’Inghilterra dell’800 😀
        Benvenuto sTeLukas, e vediamo di chiarire alcuni punti, anche se verrà fuori una roba lunga da leggere.

        Nicolò dice che la potenza da lui usata è la stessa, perchè è in effetti la stessa, cioè circa 18 watt su entrambe le coil.
        Il discorso di meno ohm meno potenza non è esatto, si parlava di meno ohm e meno VOLT, per raggiungere la stessa potenza.
        Questo è normale, e infatti lui stesso stava dicendo che per arrivare ai 18 watt di prima, con la coil da 1.8 deve andare a 5-6 volt, con la coil da 0.3 deve stare molto più basso, ma questo è appunto implicito se guardiamo la legge di Ohm.

        Infine, riguardo al discorso delle persone che dicono “ohm bassi, watt alti” e “ohm alti, watt bassi”, è un po’ un’approssimazione, una specie di “regola comoda” che però non corrisponde SEMPRE alla verità, come ho cercato di spiegare in questo mio post.
        Il discorso è che una coil con pochi ohm (tipo 0.3 ohm), se è stata fatta a modo, è costruita per forza di cose con un filo grosso, tipo da 0.4 – 0.5 – 0.6 mm di diametro, o con un filo clapton che è grossissimo.
        I fili grossi hanno poca resistenza elettrica, cioè pochi ohm, ma per essere accesi hanno bisogno di molti watt, proprio perchè sono grossi e quindi c’è tanto materiale da dover scaldare.
        Il passaggio è quindi:
        “uso un filo grosso -> i fili grossi mi danno pochi ohm -> i fili grossi sono grossi, quindi hanno bisogno di tanti watt -> QUINDI se ho pochi ohm, servono tanti watt”.

        L’esatto opposto per i fili sottili, tipo gli 0.2 – 0.25 – 0.32 mm di diametro.
        Son sottili, quindi hanno tanta resistenza, cioè tanti ohm, ma sono sottili, quindi bastano pochi watt per accenderli.

        Se le coil sono costruite a modo, usando la giusta lunghezza di filo, allora la regola “pochi ohm / tanti watt” funziona, ma se il pezzo di filo usato è troppo corto, e questo ti causa un abbassamento di ohm, alzare i watt è la cosa più sbagliata da fare.

        Gli ohm infatti si abbassano sia se aumenti il diametro del filo, sia se diminuisci la lunghezza del filo.
        L’unico caso in cui puoi (e devi) alzare la potenza, è se c’è un diametro aumentato.
        Se invece è diminuita la lunghezza, assolutamente NON si devono alzare i watt.

        Ecco perchè dico che è una regola comoda, ma non sempre giusta.
        La puoi applicare alle coil preconfezionate, perchè di solito i produttori sanno come costruire una coil, ma nel caso della rigenerazione devi tenere presente che se abbassi gli ohm diminuendo la lunghezza del filo, non potrai alzare i watt.
        Detto in altre parole: se vuoi alzare i watt, devi aumentare il diametro del filo, e quindi ti si abbasseranno gli ohm, ma nel modo “giusto”.

        Troppa roba? 😀

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      • Ahahah non sarebbe male come cosa, ne verrebbero fuori di quei discorsi infiniti mi sa 😀 poi per come spieghi tu! Meno male che esisti ahahah!
        Si si, ma meglio se è tanta roba, almeno posso imparare di più!
        Quindi il discorso che facevi con il ragazzo era in volt? Perché, sempre letto da te, i volt sono direttamente proporzionali ai watt, ma se cambia il filo si potrebbe avere la stessa potenza su due fili di diametro/spire diverse, giusto? (Ho spiegato male credo, scusa). Però comunque lui svapava a pochi watt su coil grande e piccola questo non capisco bene..
        Dopo sei stato chiarissimo, fino al punto in cui dici della “lunghezza del filo” per ottenere ohm, per lunghezza intendi tot spire da fare?
        Poi tu dove hai imparato tutte queste cose in modo così chiaro da riuscire a spiegarle anche così bene?

        Ora scusa se ti faccio la domanda che ti faranno in mille, io ho preso lo tsunami ieri perché voglio imparare, non è vero che i dripper non vanno bene sulle box piccole vero? Io ho una Evic vtwo, non credo sia vero, visto anche il ragazzo di prima che si trovava a svapare a poco.
        E su un dripper devo stare per forza basso di ohm? Tra l’altro ho appena visto un ragazzo fare due coil da due spire di filo credo 0.40 per stare sotto i due ohm, così però non è come ci hai spiegato tu, è sbagliato vero?
        E perché dicono che con due coil si demezzano gli ohm?

        Forse io ho chiesto troppo stavolta :/
        Grazie mat

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      • Buondì!
        Torniamo nel nostro salottone, con un buon caffè (vista l’ora) e i tank carichi 😀
        Allora, ti cito, così andiamo meglio con le risposte.

        <>

        Allora, il discorso della “stessa potenza” non mi è chiaro, perchè può riferirsi a due cose diverse.
        Fammi un esempio, o quello che ti ricordi, così provo a capire meglio 😉

        Riguardo a quello che fa Nicolò, cioè stessa potenza su due coil molto diverse, è fattibile.
        Semplicemente una delle due coil (quella più potente, cioè la 0.3 ohm in questo caso) sarà sfruttata “poco” rispetto alle potenze che può raggiungere.
        E’ come se tu avessi una Panda anni ’80 e una Ferrari, e usassi tutte e due a 50 km/h.
        Puoi farlo, anche se la Ferrari potrebbe arrivare a 300 km/h.
        E’ la stessa cosa in questo caso.
        La coil da 1.8 ohm a 13-18 watt va benone (almeno spero 😀 ), quella da 0.3 ohm è poco sfruttata, ma si può usare lo stesso, stando attenti che non si ingorghi.

        <>

        Esatto, intendo proprio la lunghezza in centimetri o millimetri del pezzo di filo usato.
        Puoi misurarlo anche a spire, va bene lo stesso.
        Più lunghezza (cioè più spire) si traduce in più ohm.
        Ovviamente il confronto va fatto tra due pezzi di filo con lo stesso diametro.

        <>

        LOL, dall’università della vita 😀
        No dai, le ho imparate dal forum (Esigarettaportal) e poi da vari discorsi fatti dal vivo con altri vapers, che magari mi davano l’idea o la curiosità per andare a cercare informazioni e vedere se era vero o no.
        In parte anche da Facebook, ma in piccolissima parte, purtroppo.

        <>

        Assolutamente falso.
        Un dripper sta bene ovunque tu lo metta, è questione di come rigeneri.
        Ovvio che se metti una dual staggered clapton, la eVic non ce la fa con i watt, ma se ti fai furbo e rigeneri con lo 0.4 mm, ce la fai sereno.

        <>

        No, assolutamente.
        Sta cosa che “BISOGNA” stare bassi è una stronzata, anche perchè nessuno ha mai detto esattamente quanti ohm equivalgono a “stare bassi”, e già così capisci che è una vaccata 😀
        Ovviamente è meglio se rigeneri con un filo adeguato alla struttura dell’atom, questo vale sempre.
        Tipo, lo Tsunami è molto arioso, è un atom da cloud. Se usi un filo troppo sottile (uno 0.2 o uno 0.25 ad esempio) non produrrà abbastanza vapore rispetto all’enormità di aria che arriva, e ti sembrerà di svapare aria e basta.

        Su uno Tsunami io userei come minimo uno 0.32 mm, facendo molte spire, e arriverei fino a uno 0.6 mm, oppure un filo clapton.

        <>

        O.o
        Orrore orribile 😀
        Due spire sono veramente insufficienti, secondo me.
        E’ una domanda più complicata di quel che sembra, in realtà, ma due spire sono troppo poche perchè il calore si concentra su poco cotone, che quindi tenderà ad andare in secca dove c’è la coil.
        Comunque, fare poche spire per stare bassi di ohm è ESATTAMENTE l’errore che dicevo di non fare.

        <>

        Questo succede perchè sono due resistenze in parallelo.
        E’ un discorso di elettrotecnica: due resistenze in serie (cioè una dietro l’altra, con la coda di una che si attacca al capo dell’altra) raddoppiano il valore, mentre se sono in parallelo (cioè con la coda di una attaccata alla coda dell’altra) allora si dimezzano.

        Non hai chiesto troppo, ma il discorso delle due spire mi ha messo in moto i pensieri e ho dovuto chiedere in giro per conferma 😉
        Te l’ho detto, è una domanda più rognosa di quel che può sembrare, perchè è “abitudine” fare più spire, ma in effetti non so quanta gente si sia preoccupata del perchè si faccia così.

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  4. Grazie della tempestiva risposta !
    Chiarissimo riguardo la dimensione dei fili e quindi necessariamente della spira che ne risulta. Non per niente la coil da 0,3 è molto piu bassa ma “cicciotta” mentre quella da 1,8 è decisamente più affusolata. Quindi fino ad ora tutto regolare riguardo la mia svapata su una e sull’altra coil…. per chiarezza ti riporto i dati specificati dal produttore direttamente sulla coil :
    coil 0,3 — 30-60w
    coil 1,8 — 15-30 w

    Io la coil da 1,8 la sto usando a 16w ( quindi praticamente il limite minimo dichiarato dal produttore ) e sono già a 5,60volt. Se ipoteticamente svapassi a 30w ( ma ti assicuro che su un tfv4 con questa coil a 30w è come svapare da un camino quindi improponibile ) i volt raggiungono i 7,67… mi sembra una cifra esagerata ! quasi 8 volt sono veramente tanti eppure secondo il produttore è fattibile… Okey che saranno veramente in pochi quelli che svapano con questo settaggio di coil-hw a 30w, ma quei poveri cristi tirano a 8 volt?? Tutto ok finchè il rapporto volt-mm2 del filo è corretto ?

    Riguardo la domanda, svapare a 0,3 con watt più “alti” ( di poco in quanto con la 1,8 sono a 16w mentre con la 0,3 raggiungo forse i 22 ) mi risulta più appagante sia in termini di vapore quanto di gusto. Tiro di polmone con aria totalmente aperta sia in 0,3 che in 1,8.
    Ora come ora sto usando la coil da 1,8, intendiamoci, non mi fa schifo anzi ! Però utilizzando la 0,3 il vapore mi risulta :
    1) maggiore ( e si, cambiando gli atom, sono uno di quelli che quando la sera tiro di polmone voglio oscurare la tv 😉 )
    2) più denso e corposo ( a livello di gusto )

    Poi cambia di molto poco è vero, eppure parliamo di una differenza di 1,5 ohm… non pochi !
    Mi dissero che la coil da 1,8 con aria chiusa risultava essere una sorta di tiro di guancia ( sempre sul tfv4 ) ma io sinceramente sono in totale disaccordo. Ci ho provato, ma ti assicuro che resta un tiro di polmone non si può definire un guancia!

    Una domanda curiosa riguarda il perchè quando monto la 0,3 mi segna il valore di 0,31ohm. Mentre quando monto la 1,8 mi segna il valore di 1,94ohm. Non riesco a spiegarmi questa differenza… se sono da 0,3 dovrebbe segnare 0,3 e se sono da 1,8 dovrebbe segnare 1,8 ! No ?

    🙂

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    • Eccomi!
      Mi ero intrippato nella domanda di sTeLukas, che mi ha dato da riflettere, come da titolo del blog 😀
      Dunque, che tu vada anche a 8 volt è ok, niente di spaventoso.
      Ovvio, anche secondo me 30 watt su una coil da 1.8 ohm (che quindi non può essere fatta con un filo tanto grosso) sono troppi, sarei curioso di sapere che filo hanno usato.
      Calcola poi che i produttori tendono a sparare alto il limite superiore, dunque 16-20 watt sono plausibili, 30 secondo me no.
      Ad ogni modo, se una coil da 1.8 può sopportare i 30 watt, usando chissà che filo, i 7 o 8 volt non importano, perchè quel che conta sono sempre i watt.
      D’altra parte il phon di casa lo si usa a 220 volt, altro che 6 o 8, però nessuno se ne stupisce, no?
      Questo perchè la “coil” del phon è proporzionata ai volt che riceve, ovvero ai watt che si generano 🙂
      Come giustamente osservi, finchè i watt/mm2 (occhio, watt, non volt 😉 ) sono giusti, tutto ok.
      Deve esserci buona irrorazione e buona aria ovviamente, ma se è tutto a modo, i W/mm2 sono il valore che conta.

      Ecco, riguardo al tuo esperimento, hai fatto centro.
      Ti cito:

      <>

      Questo è ok, ed è in linea con la bloggata che stiamo commentando.
      La coil da 0.3 è più “cicciotta” come hai detto. E’ l’applicazione pratica del concetto di “maggiore superficie” e di “filo grosso”.
      Più superficie si traduce in più liquido vaporizzato, cioè più vapore.
      Siccome la tua bocca è sempre grande uguale, se hai più vapore avrai anche una sensazione più intesa di gusto.
      Sarà anche più denso perchè nell’unità di tempo ti arriva più vapore.
      Ovviamente hai dovuto alzare i watt, perchè a 16 o 18 eri SOTTO il valore minimo di corretta vaporizzazione.

      Le tue due coil sono l’applicazione pratica di tutta sta pippa che ho scritto sui 4 volt, e infatti la coil da 1.8 anche a 6 volt sta benissimo, e quella da 0.3 invece segue la “regola” dei 4 volt, che evidentemente non è una regola, dato che non vale in tutti i casi.

      Riguardo a quel ce ti hanno detto, il TFV4 non sarà mai di guancia.
      Al massimo può essere “di polmone chiuso”, cosa che comunque non farei, ma gli atom di guancia sono concepiti in modo proprio diverso.

      Riguardo ai valori letti: tieni conto intanto che i produttori non sempre fanno coil “precise”, e in secondo luogo nemmeno la box è detto che legga proprio giusto al decimo di ohm.

      Spostarsi da 1.8 a 1.9, se sommi l’errore del circuito con quello del produttore, è assolutamente ok.

      Vedi tu che perfino LA STESSA coil, letta con dispositivi diversi, può darti valori diversi 😉

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      • Buongiorno a te Mat! Pensa se fa pensare te quella domanda, a me ha fuso il cervello! Il video è su YouTube, l’ho beccato per caso, se vuoi ti lascio il link.
        Comunque sicuramente starò per dire una vaccata perché sto fuori di testa oggi a furia di studiare, ma se una batteria arriva a massimo 4.2 volt che è la spinta massima che può dare, come può essere che, parlando con l’altro ragazzo, mi parlate appunto di 7 8 volt? Non servirebbero due batterie?
        Chiedo venia veramente se è una putta**ta ma tutto il giorno che sto studiando e dopo un po’ sembro andare al contrario e non capire più nulla!
        Dopo ti rispondo all’altro mio mex Materico, quando mi sentirò di nuovo “intelligente”…
        Scusa se te lo chiedo ma non è che avresti whatsupp o telegram? Per farci due chiacchiere, sempre se hai voglia e tempo nè!
        Grazie di cuore!

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      • Eccomi!
        Sì, mi ha un po’ messo in difficoltà, ma ho gli amici giusti, mi sono confrontato con loro e siamo più o meno tutti d’accordo. Il che non è affatto una garanzia, ma almeno è un pensiero plausibile.
        Passa il link, ci do un occhio 😉
        Per i volt, ci pensa il circuito ad elevare di 4.2 massimi agli 8 volt, o a quel che sono 🙂
        Cosa stavi studiando che ti ha obnubilato così? 😀

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  5. In questo tuo esempio:
    “Coil fatta con kanthal da 0.6 mm, punta da 3 mm, 10 spire, valore finale 0.7 ohm”
    per trovare la potenza ideale di utilizzo dovrei fare VxV:R ?
    Però anche nell’ultimo esempio viene fuori una res di 0.7 ma con meno spire, e se faccio quella formulina vengono fuori gli stessi watt!!

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      • Ah…quindi con quella formula cosa trovi? Ero convinto che servisse per capire la potenza ideale.
        Su steam engine devo mettere tutti i settaggi per farmi dare il risultato?
        Poi se non volessi usare steam engine, il nostro George non ci aiuta?
        Buona serata caro!

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      • Sai che non ho capito il fatto del circuito che eleva la tensione V? Scusa se una batteria da 4,2v ci sta non si può averne otto scusa, mi sembra un controsenso.

        Ecco il video, non ricordavo che era un ragazzo giovane.

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      • Ciao Materico! Oddio, devo chiederti scusa, pensavo davvero di averti risposto al tuo ultimo mex invece 😦 mi trovavo a bazzicare, ancora una volta :), sul tuo blog/vangelo sullo svapo ed ho visto che non era così, sorry.
        Come va comunque? Come stai? Riapriamo il salotto di discussione dell’800? Ahahah no a parte gli scherzi, hai un dono nelle arti oratorie ed esplichi il tutto in modo così piacevole e facile da capire che infatti prendo i tuoi video e blog come punto di riferimento!
        Comunque, come mai dici che ho in mano le chiavi del futuro? (Dai nostri commenti di ottobre qui sopra o sotto) sono curioso di ascoltarti. 😉
        Per finire Buona Pasqua caro! 🐣 Grazie per tutto!

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  6. Forse andrò OT ma potrebbe risultare interessante anche per Lukas nonchè per qualsivoglia lettore capiterà su questa pagina. Dato che ti vedo ferrato in elettronica ( molto interessante il convertitore boost ho scoperto una cosa nuova ) ti faccio una domandina da un milione..
    La Evic esce di fabbrica con un ingresso USB per poter essere caricata a muro. Ora premetto, io so che necessariamente la vita di qualsiasi batteria, in questo caso le 18650, viene calcolata in c.d. ; in sostanza quante volte la ricarichi ( 1 ricarica = 1 ciclo ). Detto ciò so anche che sarebbe meglio ricaricare le suddette batterie con caricabatterie esterni in grado di assicurare una carica alla batteria in base alla necessità della stessa aumentandone le prestazioni e quindi durata. La carica a muro invece rilascia energia costante sino ad avvenuta ricarica della 18650….è anche vero che i circuiti di protezione dovrebbero prevenire il continuo rilascio di energia una volta avvenuta la ricarica interrompendo lo stesso.

    La domanda è : caricare a muro, con un caricatore diciamo da 500mAh max 1A, è pericoloso? So che la Evic dispone di doppio circuito di protezione anche contro corto circuito. Caricare una batteria utilizzando una scarica continua non può compromettere la stessa? Sono fisse da pivello dell’elettronica o c’è un fondo di verità?

    Detto ciò suppongo che vi sia più possibilità che mi esploda la batteria del cellulare essendo litio-ione-polimero ( lipo ) e non la 18650 essendo litio-manganese quindi a “chimica sicura”…

    :O 😉

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    • Buondì!
      I commenti a questo topic stanno diventando una routine quotidiana che mi dà soddifazione 😀
      Allora, non sono ferrato in elettronica, che poi questa è più elettrotecnica, però svapando si va a rispolverare concetti, o a impararne di nuovi, che alla fine sono sempre quelli 🙂

      Riguardo alla ricarica delle batterie, è una questione un pelino complessa.
      E’ meglio usare un charger esterno, e fin qui ok, ma è possibile anche ricaricare tramite usb, perchè in realtà i circuiti hanno una sezione dedicata alla ricarica.
      Non so però dirti se operino a corrente costante, voltaggio costante o una combinazione delle due cose.

      Sulle possibilità di esplosione, altro mistero, perchè in realtà quando una batteria fa il botto è perchè qualcosa è andato male a prescindere dalla chimica, e quindi c’è poco da fare, ergo non azzarderei alcuna ipotesi.

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  7. Ciao Mat innanzitutto grazie per quello che fai, sei una miniera d’oro, sul serio! Credo ormai di aver capito le relazioni fra watt volt ohm e spire ma mi è sorto un dubbio che ora ti espongo: ipotizziamo di avere su un tubo meccanico una resistenza da 0,5 la batteria a pieno carico eroga al massimo 4.2 volt e quindi per la legge di ohm avremo una potenza di 35 watt e un amperaggio di 8 A , la mia domanda è questa: la batteria eroghera’ 35 watt anche se la resistenza pur essendo da 0.5 ohm è fatta con un filo da 0.4 su punta da 2.5 e quindi il suo range di utilizzo è molto più basso? In questo caso la coil assorbendo molti più watt del suo range di utilizzo si brucerebbe? Te lo chiedo perché nel caso di un meccanico con 2 batterie in serie i numeri cambiano drasticamente, nello stesso scenario avremmo però 8.4 volt e quindi 140 watt, in questo caso sarei obbligato a fare una resistenza che sempre a 0.5 ohm stia in quel range? Tipo dual coil kanthal 0.6 su punta da 4 che andrebbe da 100 a 200 watt e quindi sopporterebbe la scarica? In poche parole la batteria in meccanico “legge” solo gli ohm ed eroga di conseguenza in base alla legge di ohm e sarò io a dover scegliere un filo che mi permetta di stare dentro ai watt in uscita giusto? Grazie mille ciao!

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    • Ciao Isl!
      Grazie mille per i complimenti, sono graditissimi :)))
      Per il resto…bravissimo, hai capito tutto 😉
      Tra l’altro ho pubblicato pochi minuti fa un video dove parlo proprio di queste cose 😀
      Ad ogni modo sì, un dispositivo (meccanico o elettronico non cambia in questo caso) se ne sbatte allegramente dei tuoi errori di valutazione 😀
      Se la coil è da 0.5 ohm e si becca 140 watt, ma ne può sopportare al massimo 20, sono amabili affaracci tuoi 😀
      Questo perchè l’aspetto elettrico della questione è una cosa, l’aspetto termico è UN’ALTRA cosa.

      Quindi esatto, la legge (di Ohm) è uguale per tutti (i fili) 😀
      Quel che cambia è che se 0.5 ohm ce li ho su una dual giga twisted spaced alien parallel clapton supercazzol coil avrò tipo 5 ettari di superficie e quindi vabbè, se invece gli stessi 0.5 ohm li ho ottenuti con un “misero” kanthal da 0.32 mm, sarà un fottuto macello.

      Se hai altri dubbi dimmi pure, e grazie di nuovo per la “miniera d’oro” 🙂

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  8. Salve Mat Eric, se sono riuscito a fare un pò di chiarezza riguardo a Ohm ,volt , Watt e naturalmente mmW/mm² è proprio grazie alle tue gradi capacità esplicative,un dono non comune che poche persone possiedono. Per questo motivo ti ringrazio per avermi dato la possibilità di documentarmi in modo appropriato prima di cimentarmi nella rigenerazione.
    Volevo chiederti una cosa riguardo a vari esempi descritti usando steam engine.
    Nell’esempio n.2 riporti:
    “Coil fatta con kanthal da 0.25 mm, punta da 2.5 mm, 7 spire, valore finale 2.1 ohm:
    la death zone si raggiunge a circa 18 watt, corrispondenti a 6.15 volt circa.”

    Volevo capire come avevi trovato la corrispondenza in volt partendo dal valore dei Watt e degli ohm. Hai usato la formula,
    √ di Watt * ohm?

    Grazie 1000

    Davide

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